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mercoledì 15 luglio 2015

REGGINA, VENEZIA, VARESE, ECCO LA LEGA PRO DEI FALLIMENTI

PUNTO C Notizie dalla Lega Pro
Come ogni estate, in pieno luglio assistiamo al bagno di sangue in Lega Pro. Chi riesce a iscriversi per miracolo e si salva (è il caso di Benevento, Ischia, Lupa Castelli Romani, Martina Franca, Paganese, Pisa, Savona e Vigor Lamezia), chi non ce la fa e fallisce, ripartendo da zero.
Quest’anno, la spada del fallimento è caduta su Venezia, Reggina, Varese, Real Vicenza, oltre alle già accertate Castiglione, Monza, Grosseto e Barletta e senza contare ovviamente il Parma al piano superiore, che ha già dato il via libera al ripescaggio in B del Brescia.
Tra fallimenti e calcioscommesse, la griglia di partenza è ancora incompleta e molti sono i dubbi sulla partenza dei campionati per il primo week end di settembre.
È triste vedere sparire dal professionismo squadre che fino a poco tempo fa erano degli esempi da seguire. Come il Varese, che appena nel 2012 si giocava la finale play-off contro la Sampdoria per salire in Serie A. O la Reggina, che in A c’è stata anche di recente (ultima volta nel 2009) e che nel professionismo aveva il proprio habitat naturale. Ormai tragicomica la situazione del Venezia, costretto a ripartire con una nuova società per la terza volta nell’ultimo decennio.

Se per il Varese la notizia era già nota da qualche giorno, per i lagunari ed i calabresi la sentenza di "morte calcistica" è arrivata soltanto nelle ultime ore, a causa della mancata presentazione della fidejussione, necessaria per l'iscrizione al campionato.
Se ne vanno grandi piazze con una storia importante alle spalle: la scomparsa di Venezia e Reggina fa male ai tifosi, non soltanto a quelli locali. Le imprese dei neroverdi di Recoba e Maniero (addirittura decimi nel ’99); l’incredibile cavalcata degli amaranto di Mazzarri, dalla penalizzazione di undici punti alla salvezza all’ultima giornata contro il Milan. Tutto cancellato dal fallimento, che sprofonda le due squadre fra i dilettanti. Scompaiono loro, come altre realtà più giovani e minori. Il minimo comune denominatore, però, è lo stesso: la crisi del pallone, che non risparmia nessuno.
Situazione in parte differente per il Real Vicenza: il presidente Lino Diquigiovanni aveva i mezzi per andare avanti, ma non voleva farlo in una città dove la concorrenza dei “cugini” biancorossi che sono in B era troppo pesante. Nessun acquirente si è fatto avanti e così ecco la rinuncia.
A questo punto in terza serie ci saranno almeno otto caselle da riempire (al netto di bocciature da parte della Covisoc e di eventuali sviluppi delle inchieste sul calcioscommesse). La Lega Dilettanti ha già stilato una propria graduatoria per i ripescaggi: in prima fila ci sono Sestri Levante, Monopoli, Fano, Taranto e Viterbese, oltre alle retrocesse l’anno scorso dalla Lega Pro (Pro Patria, Pordenone, Albinoleffe, Forlì, Gubbio, San Marino, Messina, Aversa Normanna).
Ma tutte le squadre interessate a fare domanda, oltre a soddisfare i requisiti strutturali e a presentare la fideiussione ordinaria, dovranno destinare alla Figc un contributo a fondo perduto di 500mila euro. Una “tassa” per il ripescaggio decisa da Tavecchio e compagni. In tempi di crisi, in quanti potranno permettersela?

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1 commento:

Simone ha detto...

Situazione inevitabile fino a quando fingeranno di non vedere la situazione deleteria in cui è il nostro calcio.
Servono riforme, ma riforme serie non toppe per coprire gli strappi.