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venerdì 20 febbraio 2015

SICUREZZA, MA DOVE? (I fatti di Roma, il giorno dopo)

Dopo i fatti avvenuti giovedì a Roma, credo sia doveroso porsi delle domande.
E' possibile dare un'immagine così povera e indifesa della nostra amata Italia?
E' credibile perseguire penalmente, fino all'esagerazione, gli ultras rei di portare colore negli stadi, di creare un'atmosfera gioviale e di sano tifo per poi permettere a degli incivili di rovinare la capitale, danneggiando monumenti storici di valore, senza riuscire a fermarli?
Le parole di un olandese "In Italia tutto è lecito, tutto è possibile" ci devono far pensare. Dove sono i nostri politici in queste situazioni? Parlano tanto di sicurezza, ma come facciamo a sentirci realmente al sicuro quando non sono neanche in grado di difenderci da una tifoseria straniera?
Cosa succederà quando si dovranno contrastare forze ben più organizzate e temibili di un centinaio di ultras scalmanati?

Ecco nell’analizzare i fatti (gravissimi) successi a Roma tra mercoledì e giovedì vorrei partire proprio da queste domande che si pone Francesco e che probabilmente si sono posti in molti.

Perché, senza voler scaricare colpe a destra e manca, credo che su un punto siamo tutti d’accordo. I fatti di Roma non sono arrivati inaspettati.

Bastava dare un’occhiata ai precedenti, vedere cosa è successo nel 2006 a Nancy o pochi mesi fa a Rijeka per capire che ci trovavamo davanti ad una tifoseria ad alto rischio che in Olanda riescono a tenere sotto controllo ma che una volta superati i confini orange diventano una mina vagante.

Son ragazzi che viaggiano. Glasgow, Basilea, Nancy, Kalmar, La Coruna, Istanbul, Rijeka. Viaggiano, gli hooligan del Feyenoord, e dietro si lasciano cocci di bottiglia, finestre rotte, pezzi di legno, oggetti bruciati. Sui loro siti si dichiarano contro il calcio moderno, che evidentemente li stressa molto. Non cercate matrici politiche perché non ce ne sono: i violenti del Feyenoord non sono antisemiti (a parte forse quando giocano contro l’Ajax), non sono fascisti, non sono niente. In Olanda dicono semplicemente che è gente che ha voglia di spaccare tutto e quando viaggia nessuno controlla.” Si legge su Gazzetta.it.
E allora perché la vicenda ci ha colto impreparati? Perché questi 2-3mila barbari sono riusciti a devastare la città senza che le forze dell’ordine trovassero le adeguate contromisure?
Le responsabilità della Questura e della Prefettura di Roma sono evidenti: possibile che nessuno, nei palazzi romani, abbia fiutato il pericolo per dei tifosi che già aveva provocato l'esclusione dalle competizioni europee della loro squadra nel gennaio 2006, dopo i gravi incidenti di Nancy, e disordini anche in questa edizione dell'Europa League a Rijeka?
Troppi pochi poliziotti schierati per poter tenere a bada i circa 6.000 supporter arrivati da Rotterdam. La devastazione di piazza di Spagna era già stata annunciata in mattinata su Twitter, dove gli hooligans olandesi si davano appuntamento sotto Trinità dei Monti, in pieno centro storico per il pomeriggio, anziché a Villa Borghese. Nessuno ha controllato i social network per proteggere la piazza?
Adesso si contano i danni (secondo Confcommercio intorno ai 3 milioni di euro), si raccoglie la spazzatura (20 metri cubi), si scaricano colpe e responsabilità e, soprattutto, si osserva inermi a questo scempio, a monumenti storici come la Barcaccia del Bernini danneggiati per sempre.
L’Olanda ha già fatto sapere di non voler pagare i danni, il Feyenoord attraverso una nota sul sito ufficiale ha preso le distanze da questi vandali, l’Uefa non è interessata a fatti che avvengono lontano dallo stadio.
E l’Italia ancora una volta ne esce con un’immagine tutt’altro che positiva. La sicurezza non dovrebbe essere un optional, ma evidentemente in Italia lo è.

5 commenti:

Stefano ha detto...

Non è che potessero fare molto le forze dell'ordine. Si sono limitati a controllare che non avvenissero danni a persone, più di questo non era possibile fare. La cosa strana è che questa onda barbarica ha colto di sorpresa solo le istituzioni romane. Solo loro non sapevano che razza di gentaglia stava arrivando in Italia.

Mattia ha detto...

Le forze dell'ordine sono tra incudine e martello. Se non intervengono vengono accusati di non fare il proprio dovere e di osservare inermi a quello che succede, se intervengono vengono accusati di usare le maniere forti e di abusare del loro potere.
Che si decidessero una buona volta. E soprattutto in questi casi bisogna dare carta bianca alle forze dell'ordine. Usare le maniere forti non è sempre una cosa negativa.

Entius ha detto...

E' vero, purtroppo. Le forze dell'ordine sono in una situazione di vero disagio. E soprattutto impossibilitati a fare il loro dovere. Cosa sarebbe successo se un poliziotto avesse fatto un solo graffio ad un olandese? Apriti cielo!!!
Poliziotto carnefice picchia innocuo tifoso olandese !!!

Entius ha detto...

E aggiungerei anche che per molto molto molto meno i tifosi laziali a Varsavia sono stati incarcerati e tenuti al fresco per un bel pò.
Qui invece i tifosi olandesi hanno messo a soqquadro la città indisturbati.
Dove sta l'errore?

Carlo Sandri ha detto...

Mi sembra che le forze dell'ordine italiane abbiano la tendenza ad intervenire pure molto energicamente in occasione di manifestazioni di operai e soprattutto studenti (i loro bersagli preferiti, appena ne vedono qualcuno in piazza perdono la testa), mentre tendano un tantino a defilarsi quando c'è da intervenire su dei violenti veri.
Al di là delle ragioni che possono esserci dietro a questa doppia linea di condotta, la loro credibilità è veramente ai minimi storici. Sia per il fatto in sé, sia (molto di più) perché nessuno riceverà neanche una tirata d'orecchi per questo sfacelo.