ARTICOLI RECENTI

lunedì 29 dicembre 2014

LECCE-CHEVANTON.... ETERNO AMORE

Il 22 dicembre di sette anni fa, si consumava a Bari una delle più grandi gioie per il popolo leccese. La vittoria per 0-4 contro gli acerrimi nemici biancorossi. Una di quelle sensazioni difficili da esprimere. Difficili da ricordare. Un ricordo che non svanirà mai nelle menti di coloro che l'hanno vissuta. Perchè vincere il derby non ha eguali.
Ernesto Chevanton è il giocatore più rappresentativo dell'ultimo decennio di storia calcistica giallorossa. Esprime e incarna la garra e la passione del popolo leccese.
Scoperto da Pantaleo Corvino, storico ds dell'era Semeraro, nel Danubio, viene prelevato per sostituire il partente Lucarelli. "Come può questo piccoletto prendere il posto di un bestione come l'attaccante livornese?" pensavano i tifosi. Evidentemente non l'avevano mai visto giocare. Scaltro, veloce, sgusciante come un serpente e con un destro letale.
Dopo due minuti dall'inizio del campionato era già l'idolo del Via del Mare.

26 agosto 2001, partita d'esordio contro il Parma. Al secondo minuto Cheva ruba la palla a Frey che si apprestava a rinviare e con un pallonetto firma la sua prima rete in giallorosso.

Finirà la prima stagione con un bottino di 11 reti, non sufficienti ad evitare la retrocessione nella serie cadetta.
L'uruguaiano, tuttavia, non è un giocatore che si arrende facilmente. L'anno seguente si carica la squadra sulle spalle e, con 16 reti realizzate, riporta la squadra nella maggiore serie italiana.
Nella stagione 2003-2004 realizza 19 reti in serie A. Record assoluto per la squadra giallorossa, che verrà eguagliato da Vucinic nella stagione successiva.
Come succede per tutti i fuoriclasse che giocano nelle squadre considerate minori, anche Cheva è costretto a emigrare. Vola in Francia, sponda Monaco, dove in due anni realizza 20 reti, nonostante i continui problemi fisici che non gli permettono di rendere secondo i suoi standard.
Nel 2006 si trasferisce al Siviglia. Nelle prime due stagioni vince Coppa Uefa, Supercoppa Europea, Coppa del Rey e Supercoppa di Spagna.
Proprio nelle partite contro il Real Madrid in Liga si segnalano le sue due gemme più belle: una in rovesciata e la successiva con una pregevole punizione.
Dopo una breve parentesi in prestito all'Atalanta, torna nella sua amata Lecce. Qui ritrova una squadra in piena lotta retrocessione. Inizia male, con un'espulsione con successiva squalifica di cinque giornate per proteste contro l'arbitro. Anche la situazione interna non è delle migliori, a causa dei dissapori con il tecnico De Canio. Riesce però a farsi perdonare con due reti, contro Parma e Napoli, che fruttano alla squadra 6 punti di vitale importanza per la classifica.
Tutto questo non basta a farsi prolungare il contratto.
Torna in Uruguay, nel Colon, dove rimane tuttavia un solo anno. Il richiamo per Lecce è troppo forte per uno come lui. Uno che Lecce l'ha persino sposata.
Nel 2012 ricompare al Via del Mare ma le cose sono nettamente cambiate. Il Lecce a cui era abituato non esiste più. La squadra ammazza big è stata sotterrata dallo scandalo del calcioscommesse e deve ripartire dalla Lega Pro in prima divisione.
Ennesima sfida per un uomo che non ha mai avuto paura. Firma un contratto a tempo indeterminato da 900€ al mese e promette di riportare la sua squadra nel calcio che lo aveva lanciato.
È l'ennesima testimonianza di amore eterno. Un giocatore di 32 anni, in un periodo in cui il Dio denaro regna sovrano, decide di scendere in serie C solo per l'amore della maglia.
Il Lecce parte con i favori del pronostico. La sua squadra è una corazzata per la categoria. La qualificazione in serie B dovrebbe essere una pura formalità eppure, dopo una prima parte di campionato da incorniciare, il Lecce inizia a perdere colpi. Questa situazione porta ai playoff contro il Carpi. Nella gara d'andata il Lecce perde 1-0 e Chevanton si procura una lussazione alla spalla. Una lussazione che non lo fermerà, dato che figurerà nella lista dei convocati. La partita di ritorno inizia nel verso giusto con la rete di Bogliacino nei primissimi minuti. Alla mezzora il Carpi pareggia e Cheva "obbliga" il mister a farlo entrare, nonostante la defezione fisica. Calcia tutte le punizioni, lotta su ogni pallone ma la sua voglia servirà a ben poco. Il Lecce pareggia a rimane in C.
Attualmente, dopo altre due esperienza all'estero, è svincolato. Ha rifiutato diverse offerte per rimanere con la famiglia nel territorio salentino. Per l'ennesima volta ha messo Lecce al primo posto, dimostrando di essere una vera e propria bandiera della città barocca, anche senza indossarne la casacca.
Rispetto per un grande lottatore che ci ha sempre creduto e non ha mai mollato, perchè.....L'AMORE VERO NON CONOSCE FINE! 
 Francesco Del Bono 

8 commenti:

SiamoNatiPerSoffrire ha detto...

Chevanton-Boselli! Che emozioni quell'otto di maggio!

Anonimo ha detto...

Bell'articolo...emozioni indelebili

Anonimo ha detto...

grazie Cheva!
purtroppo i valori e le cose belle si sono perdute altrimenti saresti nel lecce a vita!
grazie ancora Campeone
in campo e fuori!!!

Anonimo ha detto...

cmq per dovere di cronaca il colon è in argentina dove ha messo a segno diversi gol anche su punizione... rompendosi il tendine d'achille .....
cmq tra colon, lecce in lega pro e Liverpool in uruguay nessuno ha mai detto che cheva nonostante gli allenatori fanatici che non sanno gestire i talenti (vedi de canio e lerda) chiedere a giacomazzi, cheva e miccoli,nonostante gli infortuni,la media gol tra i suoi minuti giocati e i gol segnati è altissima.....esempio lecce lega pro, cheva giocando scampoli di partite ha segnato più gol di jedà che ha giocato titolare tutto l'anno. è ancora un giocatore integro solo che c'è bisogno di allenatori che lo sappiano gestire e non allenatori che vogliono essere prime donne!......
solo per rispetto dovrebbe avere la casacca giallorossa addosso.....

anche capitan giacomazzi autore di uno splendido campionato in seri b con il siena l'anno scorso meritava più rispetto dopo 13 stagioni giallo rosse....

e stiamo qui a vedere giocatori bruciati nella loro immagine!!!!
e con la panza un oltraggio alla maglia e all'amore di questa terra

Anonimo ha detto...

Mi sembra, e non solo a me, che le gestioni Lerda e De Canio siano molto diverse. In primis per risultati raggiunti! Mettere De Canio e Lerda nella stessa frase è un insulto al gioco del Calcio!

Anonimo ha detto...

sempre di allenatori modesti si tratta ....e in un insulto far entrare cheva e sostituirlo dopo cinque minuti dalla sua entrata, solo una checca isterica farebbe ciò .....
è un insulto al calcio non far giocare Ignacio Piatti, reo solo di aver driblato quattro giocatori del napoli al san paolo e non aver passato la palla a ofere, punizione? non ha giocato mai più, questo è de canio nu piccinnu mongoloide dispettoso ...........il vice messi nella nazionale argentina, non ch'è campione con il san Lorenzo del campionato argentino e la coppa Libertadores, l'anno dopo la sua parentesi al lecce porta maglia n.10 del San Lorenzo campione d'america a Papa Francesco, mentre a lecce de canio gli preferiva corvia o a cheva jeda ... ma stiamo scherzando, de canio ragiona con i dispetti e non per il bene della maglia...... nonostante i dispetti al povero cheva quest'ultimo ci ha salvati giocando 10 minuti contro il parma e contro il napoli regalandoci sei punti .....
e poi bari, il derby sappiamo tutti chi ha vinto non certo il nostro pollicino paranoico de canio= lerda ...... dho esauriti!!!! viva il bel calcio, viva cheva w il lecce

Anonimo ha detto...

hai ragione amico mio, Cheva è venuto a lecce per rinascere rinunciando a contratti onerosi.....
ringraziamento? estromesso e affondato da de canio prima e da lerda poi (in lega pro per 900 € al mese per altro) per non parlare del tradimento societario subito dai Semeraro prima e dai tesoro poi .....
Grazie Cheva sei un grande uomo per il gesto che hai fatto! lecce e il salento ti ama, nessuno mai come te!!!!
in bocca a lupo e grazie di avermi emozionato come nessuno aveva fatto mai!! Grazie Campione

Anonimo ha detto...

speriamo possa concludere la sua carriera
a lecce, è il minimo che si possa fare
rendere omaggio a chi ha scelto lecce per amore e non
per soldi, come tutte le finte bandiere della A e tutti i calciatori mercenari......
cheva merita rispetto ...