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mercoledì 12 novembre 2014

I CAMPIONI CHE HANNO FATTO GRANDE L'INTER

Cento personaggi raccolti in un caleidoscopio d'immagini e parole: questo è I campioni che hanno fatto grande l'Inter, l'ultima fatica del giornalista e scrittore tarantino Vito Galasso, edita da Newton Compton Editori (Grandi Manuali Newton n. 262, 9.90 euro cartaceo, 4.99 euro ebook), da pochi giorni in tutte le librerie e gli e-store specializzati.
Grandi campioni, grandi dirigenti e grandi allenatori animano le pagine di quello che è un racconto corale e appassionante della storia nerazzurra. Dagli albori, con Ermanno Aebi, Virgilio Fossati e Giuseppe Meazza, fino ai fuoriclasse del memorabile Triplete come José Mourinho, Javier Zanetti, Diego Milito e Samuel Eto'o. Senza dimenticare i protagonisti della Grande Inter, quali Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola, Mario Corso, Luis Suárez, Armando Picchi e Tarcisio Burgnich, e la formazione dello scudetto dei record allenata da Giovanni Trapattoni sul finire degli anni Ottanta.
Cento storie, alcune commoventi e altre divertenti, tutte con un minimo comune denominatore: l’Inter, l’unica compagine italiana che può vantare di non essere mai retrocessa in serie B.

Un libro per gli amanti della Beneamata, che annovera la prefazione del giornalista e scrittore Dante Sebastio, le immagini dell’illustratore Fabio Piacentini e le icone del disegnatore Thomas Bires.
I campioni che hanno fatto grande l’Inter è la celebrazione degli eroi, l’esaltazione di uomini che attraverso le loro leggendarie gesta hanno portato in alto il nome dell’Inter - spiega l’autore - I cento personaggi, tra giocatori, allenatori e dirigenti, stupiranno: hanno tutti delle storie particolari, molti di loro sono partiti dal basso, dal nulla, divenendo campioni grazie alla fatica, all’abnegazione, al sacrificio, alla volontà e, naturalmente, al talento. Il testo si struttura in ordine alfabetico, da Aebi a Zenga, per rendere la fruizione più semplice, senza imbattersi in ragnatele cronologiche che possono disorientare il lettore. A margine, infine, ci sono due occhielli dedicati ai tecnici e ai dirigenti più rappresentativi”.
Dal 1908 ai giorni nostri sono passati tanti talenti e personalità differenti nella società nerazzurra. Per selezionarne cento l'autore ha fatto ricorso al gusto soggettivo. “Ci sono delle esclusioni forse eccellenti - confida Galasso - ma i veri fuoriclasse sono tutti ricordati e raccontati. C’è Balotelli perché è una scoperta del Biscione, manca Klinsmann in quanto non lo ritengo un calciatore che gli interisti ricordano con particolare affetto. Ho inserito il panzer Rummenigge perché, a prescindere da tutto, è uno dei talenti più puri che il calcio mondiale abbia mai conosciuto, mentre ho escluso Tardelli poiché il suo nome è più legato ad altri colori.
Il libro racchiude storie diverse, come diversi sono i protagonisti. Troviamo il ricco, il povero, lo scalmanato, il riflessivo, il volenteroso, l’impaziente: un miscuglio d’identità ben assortito”.
Nonostante il successo del primo libro, 1001 storie e curiosità sulla grande Inter che dovresti conoscere (oltre 6000 lettori certificati), per Galasso è importante incontrare i gusti del pubblico. “Non ho particolari attese. Spero di aver svolto un buon lavoro di ricerca, studio e scrittura, e di avere riscontri positivi da parte dei lettori perché senza di loro questo libro non avrebbe senso di esistere. Affronto tutto ciò che accade, in primis il successo, con gli occhi curiosi del debuttante, che ancora fatica a metabolizzare tutto quello che gli sta capitando”.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tra i cento c'é sicuramente anche Guido Rossi. Se non era per lui non avreste vinto.

Mark della Nord ha detto...

@Anonimo
Guido Rossi?
Lo stesso che fu assunto dalla FIAT nel 2008 come consulente?
Parliamo di quello?

Entius ha detto...

X Mark. Ignora certi soggetti che scrivono cazzate gratuite e non hanno nemmeno il coraggio di firmarsi.

Mark della Nord ha detto...

@Entius
É cosa che faccio abitualmente però, alle volte, quando le sparano troppo grosse, non riesco a resistere.
É più forte di me...
Comunque, Entius, non è che possiamo sopportare sempre e consentire che scrivano quello che vogliono senza ricevere risposta.
Potrebbero prenderlo come l'atteggiamento (remissivo) di chi non sa cosa rispondere.
E non è così.