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lunedì 27 ottobre 2014

MA DIETRO I TRE PUNTI CONTINUA AD ESSERCI IL VUOTO

Una vittoria è pur sempre una vittoria e portare a casa i tre punti è sempre una cosa positiva. Se poi pensiamo che era da aprile che non si vinceva in trasferta e che torniamo alla vittoria dopo un mese difficile (l’ultima vittoria era datata 24 settembre), ci sarebbe più di un motivo per essere contenti ed ottimisti.
E invece nonostante la vittoria questa Inter è ben lontana dall’essere una vaga fotocopia della squadra che vorremmo vedere in campo. Anche ieri, in una partita apparentemente abbordabile (il Cesena è una neopromossa…), che dopo mezzora si mette in discesa (espulsione di Leali e rigore realizzato da Icardi), l’Inter trova il modo di complicarsi la vita e di permettere al Cesena di giocare una grande partita in inferiorità numerica e di creare tante occasioni da rete. Alla fine bisogna ammettere che i romagnoli avrebbero strameritato il pareggio. Per fortuna il calcio non è una scienza esatta.

Resta il fatto che questa squadra continua a lasciare a desiderare, che da 16 mesi è un cantiere aperto ma che di miglioramenti non se ne vedono (per usare una metafora edile, dopo 16 mesi stiamo ancora lavorando sulle fondamenta).

Facile, troppo facile prendersela con l’allenatore. Ad ogni minima difficoltà quello che finisce sulla graticola è sempre il mister, senza considerare che in campo ci vanno i giocatori e non l’allenatore. Ma dove sta l’impronta di Mazzarri? Dopo 16 mesi qualche frutto del suo lavoro non dovrebbe vedersi? Il marchio di fabbrica del tecnico livornese qual è? Senza considerare il fatto che un tecnico che nelle interviste del dopo-gara sostiene che il problema principale di una prestazione opaca è l’essere rimasti in superiorità numerica dovrebbe/potrebbe essere esonerato all’istante senza possibilità di replica. Quale sarà la prossima scusa che si inventerà il buon caro Walter? Mercoledì dopo Inter-Sampdoria dirà che abbiamo giocato male perché davano fastidio le luci dei riflettori? E sabato sera dopo Parma-Inter dirà che i nostri giocatori erano distratti dalla festività di Ognissanti?
Purtroppo il nostro caro Presidente Thohir non ha ancora ben afferrato un concetto fondamentale del calcio: l’aspetto economico e l’aspetto tecnico in alcuni frangenti vanno scissi. Se un eventuale esonero di Mazzarri sarebbe economicamente svantaggioso, potrebbe essere una scelta quanto mai azzeccata dal punto di vista tecnico.
Mi pare evidente che questa squadra (anche per composizione della rosa) non diventerà mai una grande squadra. Magari riuscirà a strappare la qualificazione alla Champions League (ipotesi tutt’altro che facile vista l’agguerrita concorrenza) ma difficilmente la vedremo ricoprire un ruolo da protagonista in Italia (in Europa non se ne parla proprio).
Apprezziamo molto gli sforzi di Thohir nel voler creare una società con un brand forte, che punti molto sul marketing e sulla diffusione del marchio Inter in tutto il mondo. Ma tutto questo rischia di essere inutile se ad un grande marchio non sono abbinati dei risultati sportivi efficienti. E sperare di ottenerli continuando a puntare ciecamente su un allenatore che ha già mostrato il suo valore o sperando di essere competitivi con due attaccanti e mezzo in rosa (Palacio è ormai un giocatore part-time) mi sembra una speranza ardua.
Ma, parafrasando De Gregori, tutto questo Erick non lo sa. O fa finta di non saperlo?

2 commenti:

Winnie ha detto...

Se si fanno delle scelte poi queste vanno mantenute. Non si può scegliere di continuare con Mazzarri a giugno e poi cambiare idea a ottobre.
Quindi, seppur a malincuore, dico "avanti con Mazzarri".

Nerazzurro ha detto...

Non sono daccordo. Se la scelta é sbagliata si può e si deve cambiare. Sarebbe deleterio far finta di nulla.