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domenica 10 novembre 2013

L'ADDIO DI MORATTI E IL RITORNO DI ZANETTI IN UNA SERATA DI FESTA

Certe sere devono andare in un certo modo e non c’è nulla che riesca a cambiare il corso delle cose. Ieri sera era una di quelle serate perfette. L’ultima di Moratti, il ritorno di Zanetti, era inevitabile che alla fine l’Inter portasse a casa i tre punti. Meno scontato forse è il fatto che a decidere la gara siano stati (nel bene e nel male) i due giocatori più promettenti dell’Inter del futuro. Bardi con la sua incredibile papera ha regalato il vantaggio ai nerazzurri, Kovacic con una giocata da vero campione ha messo Nagatomo davanti alla porta per il raddoppio.
In mezzo a tanta gioventù ecco il ritorno del sempre eterno Zanetti. Si diceva che la sua carriera fosse finita quel 28 aprile scorso. Ritornerà? Forse, ma chissà quando. Prima di Natale? No, quasi sicuramente nel 2014, sempre ammesso che ritorni. Perché a 40 anni certi infortuni possono vuol dire chiudere la carriera. Ma, come faceva notare poche settimane fa lo stesso presidente Moratti, Zanetti non è un essere umano, lui viene da Kripton. E da Kripton è tornato una sera di inizio novembre per dimostrare di esserci, di essere ancora forte e indistruttibile. E se qualcuno aveva dubbi lui glieli ha tolti con un paio di percussioni “alla Zanetti”, una dei quali è scaturita poi nell’azione del gol del raddoppio.
Del resto, nella serata che in qualche modo festeggiava la fine dell’era Moratti non poteva mancare il giocatore più rappresentativo, il primo acquisto (insieme a Rambert) e l’unico che abbia attraversato dolori e gioie di quella che rimane una delle epoche più belle e memorabili della storia nerazzurra.
Era la grande serata di Massimo Moratti e i tifosi lo hanno festetggiato nel migliore dei modi con uno strisicone a mio modo di vedere molto bello e con il consueto coro “un Presidente, c’è solo un Presidente” che sicuramente avrà fatto venire il magone al nostro caro Massimo.
In questo clima di festa e di gioia passa in secondo piano la prestazione della squadra che, per stessa ammissione dell’allenatore, ha disputato la peggior gara della gestione Mazzarri. Ha fatto molto possesso palla ma di fatto ha creato ben pochi pericoli andando in vantaggio senza nemmeno tirare in porta. Rimane un mistero il fatto che siamo il miglior attacco della Serie A ma abbiamo evidenti difficoltà in zona offensiva. Non a caso molti gol sono nati da calci da fermo, quasi sempre da azione di calcio d’angolo. Purtroppo con Milito e Icardi fermi ai box, Mazzarri non ha poi tante soluzioni offensive e di fatto è costretto a giocare con Palacio unica punta. Ma basta che, come ieri sera, il Trenza sia in giornata no e la fase offensiva ne risente. Di contro però bisogna elogiare un reparto difensivo in grande spolvero che ha ritrovato solidità non prendendo gol per la seconda gara consecutiva e con un Rolando (spesso e volentieri criticato dal sottoscritto) che ieri sera ha giocato una gran partita. In lenta ma costante crescita anche il centrocampo. Taider e Kovacic, per citarne due, dimostrano partita dopo partita di poter essere dei pilastri su cui fondare l’Inter del futuro. L’Inter di Thohir che sta per nascere e che, ci auguriamo, presto tornerà ad essere grande per farci riassaporare intense emozioni e gioie infinite. Le stesse che abbiamo vissuto nell’era Moratti.

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2 commenti:

Brother ha detto...

Analisi perfetta. Solo non ho capito il tweet finale. Cosa c'entra con l'articolo?

Entius ha detto...

X Brother. Infatti non c'entra nulla, é solo una nota personale. :-)