“E sembrava importantissima una rete di Ronaldo”. Cantava Vecchioni qualche anno fa. Quanti gol di Ronaldo ci sono sembrati importantissimi? Il primo realizzato col Bologna, quello realizzato a Parigi nella finale di Coppa Uefa, o quello che non segno il fatidico 5 maggio, ultima apparizione del Fenomeno in nerazzurro, quel gol che avrebbe potuto cambiare la storia nerazzurra. Sapete qual è la realtà? Ognuno dei 59 gol realizzati dal Fenomeno con la maglia dell’Inter ci sono sembrati importantissimi, fondamentali, indispensabili. Ronaldo per 5 stagioni non è stato un giocatore dell’Inter è stato l’Inter. Abbiamo tifato per lui, gioito per ogni prodezza, pianto insieme a lui quando il ginocchio fece crac, l'abbiamo aspettato, sostenuto, incoraggiato e quando è tornato il vecchio Ronaldo ci ha voltato le spalle e se ne è andato senza dire nemmeno “grazie”.
Da quel fine agosto del 2002 per me Ronaldo è un discorso chiuso, finito. Non me ne è fregato più nulla delle sue vicissitudini e, bastardamente, ho sorriso compiaciuto ad ogni sua disavventura indipendentemente se fosse un gol sbagliato, un infortunio o una critica di un giornalista. A più riprese si è parlato di un suo ritorno. Io ho sempre rifiutato fermamente l’idea. Ronaldo fa parte del passato dell’Inter e non ce, ne ci deve essere, spazio per lui nel presente nerazzurro.Per raccontarvi dell’addio al calcio di Ronaldo sono partito da questo post che scrissi 4 anni fa quando il giocatore brasiliano era in procinto di passare al Milan.
Da qualche parte ho letto che ci sono stati due Ronaldo. Quello prima del 1999, dell’infortunio al tendineo rotuleo del ginocchio e quello dopo. Ma non voglio parlare del Ronaldo che tornò nel 2000 e dopo 6 minuti sentì il ginocchio fare crac, non parlerò del Ronaldo che tornò nel 2002 e perse lo scudetto in quell’infausto 5 maggio, del Ronaldo che vinse il Mondiale 2002, che passò al Real Madrid, che con la camiseta blanca continuò a vincere, né mi soffermerò sul Ronaldo che passò al Milan e poi al Corinthians
No, stasera voglio parlare del Ronaldo di cui eravamo follemente innamorati, di quel Ronaldo ammirato nella stagione 1997-98. E per farlo partirò da un aneddoto personale. Era il maggio del 1997. Ero all’ultimo anno di liceo e in gita scolastica andammo a Barcellona. Il 14 maggio visitai il Camp Nou e dopo un giro sulle Ramblas comprai la maglietta originale di Ronaldo. Quella sera il Barcellona vinse la Coppa delle Coppe grazie ad un gol di Ronaldo.
Una settimana dopo iniziarono le trattative per portare Ronaldo all’Inter. Quell’estate arrivò all’Inter e a suon di gol e di prestazioni straordinarie trascinò una squadra composta da giocatori non proprio fortissimi (Colonnese, Galante, Sartor, Moriero, Ze Elias, Winter, giusto per dirne qualcuno) a conquistare una Coppa Uefa e a sfiorare uno scudetto sfuggito per mano della Triade, che già allora era molto attiva.
Poi arrivò il Mondiale 1998, il mistero su ciò che successe alla vigilia della finale con Ronaldo che ebbe un malore e da allora il Fenomeno non fu più lo stesso.
Quel Ronaldo non era un giocatore fortissimo, né un fuoriclasse. Quel Ronaldo era un extraterrestre catapultato sulla Terra. Faceva con il pallone giocate inimmaginabili, giocate che altri nemmeno immaginavano.
Ogni dribbling, ogni gol, ogni minimo movimento non era mai banale. Era strepitoso, eccezionale, un Fenomeno appunto. Non esiste un giocatore che possa essere paragonato a lui (Messi? Son tutti bravi a fare i fuoriclasse se hai intorno gente come Xavi, Iniesta, Puyol, Villa e via discorrendo).
L’extraterrestre quell’estate del 1998 tornò dal pianeta da cui era venuto. Se ne andò lasciando nei nostri occhi e nei nostri ricordi i momenti abbaglianti che ad ogni partita ci regalava. E quell’amarezza che si prova quando qualcosa di bello finisce per sempre.
Da quel fine agosto del 2002 per me Ronaldo è un discorso chiuso, finito. Non me ne è fregato più nulla delle sue vicissitudini e, bastardamente, ho sorriso compiaciuto ad ogni sua disavventura indipendentemente se fosse un gol sbagliato, un infortunio o una critica di un giornalista. A più riprese si è parlato di un suo ritorno. Io ho sempre rifiutato fermamente l’idea. Ronaldo fa parte del passato dell’Inter e non ce, ne ci deve essere, spazio per lui nel presente nerazzurro.Per raccontarvi dell’addio al calcio di Ronaldo sono partito da questo post che scrissi 4 anni fa quando il giocatore brasiliano era in procinto di passare al Milan.
Da qualche parte ho letto che ci sono stati due Ronaldo. Quello prima del 1999, dell’infortunio al tendineo rotuleo del ginocchio e quello dopo. Ma non voglio parlare del Ronaldo che tornò nel 2000 e dopo 6 minuti sentì il ginocchio fare crac, non parlerò del Ronaldo che tornò nel 2002 e perse lo scudetto in quell’infausto 5 maggio, del Ronaldo che vinse il Mondiale 2002, che passò al Real Madrid, che con la camiseta blanca continuò a vincere, né mi soffermerò sul Ronaldo che passò al Milan e poi al Corinthians
No, stasera voglio parlare del Ronaldo di cui eravamo follemente innamorati, di quel Ronaldo ammirato nella stagione 1997-98. E per farlo partirò da un aneddoto personale. Era il maggio del 1997. Ero all’ultimo anno di liceo e in gita scolastica andammo a Barcellona. Il 14 maggio visitai il Camp Nou e dopo un giro sulle Ramblas comprai la maglietta originale di Ronaldo. Quella sera il Barcellona vinse la Coppa delle Coppe grazie ad un gol di Ronaldo.
Una settimana dopo iniziarono le trattative per portare Ronaldo all’Inter. Quell’estate arrivò all’Inter e a suon di gol e di prestazioni straordinarie trascinò una squadra composta da giocatori non proprio fortissimi (Colonnese, Galante, Sartor, Moriero, Ze Elias, Winter, giusto per dirne qualcuno) a conquistare una Coppa Uefa e a sfiorare uno scudetto sfuggito per mano della Triade, che già allora era molto attiva.
Poi arrivò il Mondiale 1998, il mistero su ciò che successe alla vigilia della finale con Ronaldo che ebbe un malore e da allora il Fenomeno non fu più lo stesso.
Quel Ronaldo non era un giocatore fortissimo, né un fuoriclasse. Quel Ronaldo era un extraterrestre catapultato sulla Terra. Faceva con il pallone giocate inimmaginabili, giocate che altri nemmeno immaginavano.
Ogni dribbling, ogni gol, ogni minimo movimento non era mai banale. Era strepitoso, eccezionale, un Fenomeno appunto. Non esiste un giocatore che possa essere paragonato a lui (Messi? Son tutti bravi a fare i fuoriclasse se hai intorno gente come Xavi, Iniesta, Puyol, Villa e via discorrendo).
L’extraterrestre quell’estate del 1998 tornò dal pianeta da cui era venuto. Se ne andò lasciando nei nostri occhi e nei nostri ricordi i momenti abbaglianti che ad ogni partita ci regalava. E quell’amarezza che si prova quando qualcosa di bello finisce per sempre.
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5 commenti:
Dopo maradona e pelè, viene ronaldo senza dubbio.
Peccato si sia rovinato la reputazione andando al milan...
www.pianetasamp.blogspot.com
Uno dei più grandi degli ultimi decenni, impossibile non ammirarlo, ricordo una sua accelerazione in un Samp-Inter del dicembre '97 che non ho mai più rivisto su un campo di calcio, peccato per i tanti infortuni e per il suo stile di vita che ne hanno un pò minato gli ultimi anni...ciao!
Andrea, e chi se la scorda quell'accelerazione...
Fece qualcosa di simile anche in Coppa Italia a Piacenza anche se quella volta la buttò dentro.
Da Interisti.org:
L’addio di Ronaldo ci fa zero pena: orecchie spalancate al derby a gente che avrebbe dato la mamma per lui. E tra l’altro, ci ridia la mamma.
Grandissimo giocatore, un fuoriclasse, come dici tu un'extraterrestre. Ma alla fine quello smacco è stato troppo pesante da digerire.
E infatti il mio post era rivolto all' "altro" Ronaldo, quello del primo anno nerazzurro, all'extraterrestre del 1997. Dopo il Mondiale 1998 è stato solo un ottimo giocatore.
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