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venerdì 25 febbraio 2011

CRISI IN LEGA PRO: LA SITUAZIONE PEGGIORA DI ANNO IN ANNO ...

PUNTO C – Notizie dalla Lega Pro
La crisi della terza serie non è solo figlia della situazione finanziaria attuale, ma anche di un malessere gestionale che si trascina da almeno tre lustri.
Vengono modificate, ed il più delle volte inasprite, stagione dopo stagione, le regole e ed i conseguenti obblighi per le Società, con l’intento di conferire maggiore stabilità a tutto l’impianto, ma la situazione anziché migliorare, peggiora gradatamente, avvicinando la categoria al collasso, campionato dopo campionato.

Sorge allora spontanea una domanda: ma a cosa valgono i regolamenti se, ogni stagione, assistiamo impotenti,al consueto balletto delle radiazioni e dei ripescaggi?
Si è anche erroneamente pensato che il timore dei deferimenti e delle penalizzazioni, che peraltro stanno puntualmente arrivando, sarebbe servito da deterrente ed avrebbe contribuito a migliorare la situazione, che invece va aggravandosi sempre di più.
Errore, in un periodo di crisi finanziaria come quello attuale.
Ma il problema reale sono, come lo sono sempre stati, costi e ricavi. Negli anni mi è sempre rimasta impressa nella mente una frase di Mario Macalli. Parlando di stipendi ai tesserati diceva un giorno, il Presidente di Lega: “Durante la settimana andate a vedere fuori dagli spogliatoi il parcheggio delle auto dei calciatori, anche di una squadra dilettanti,sono tutte auto di grossa cilindrata, vi aiuterà per rendervi conto dei loro reali guadagni“. Eccolo il vero problema: il costo del lavoro.
In questa categoria ho sempre sentito parlare di netti, di vitto e alloggio e di procure a carico delle Società, ma il costo totale dell’azienda lievita oltre misura e, portando un esempio, un ragazzino al primo contratto, che percepisce il minimo federale, alla fine della stagione ,sommando tutte le voci di cui sopra, costa qualcosa come trentamila euro.
Dice, ma in compenso c’è il “minutaggio”, il valore riconosciuto alle Società che fanno giocare gli “under”. Si, sai di quanto? Nove euro circa al minuto, in Seconda Divisione.
Allora bisogna risparmiare e come si sa, bisogna, in accordo con il calciatore, abbattere il contratto. Dice e che problema c’è? E' un giochetto che fanno in tanti! E si deposita in lega.
Lo strano accade per i contratti pluriennali,dove per gli anni a venire leggi cifre distanti anni luce da quelle della prima annualità,impossibili e da capogiro, per la categoria. Nessuna obietta? No e i contratti vengono ratificati con buona pace di tutti. Dice: ma ci sono i ricavi. Quali? Di sponsor meglio non parlare, la crisi finanziaria li ha fatti scappare tutti,e poi come avvicinarsi con il proprio marchio a un mondo in dissesto. Ci sono Società di categoria superiore che non riescono a trovare partners,figurarsi in terza serie.
Persino per la cartellonistica a bordo campo si incontrano difficoltà,anche il piccolo imprenditore del territorio naviga nelle ristrettezze del momento ed è costretto a lesinare sui tremila euro che pubblicizzano la sua azienda dietro la porta.
Una volta si aspettava impazienti la gara casalinga per l’incasso della domenica con il quale facevi fronte a una bella fetta dei costi di gestione, oggi meglio non pensarci.
Escludendo piazze da categorie superiori la media degli incassi, soprattutto in Seconda Divisione, non supera gli otto/diecimila euro. Cose da mettersi le mani nei capelli.
Servizio steward, vigili del fuoco, iva e spese organizzazione gara ne assorbono la metà, ma poi devi augurarti che dalla curva nessuno dei tuoi tifosi intoni un coro contro la tessera del tifoso o contro il Ministro degli Interni perché altrimenti, con le multe propinate dal Giudice sportivo,non riesci neanche a far pari con i conti.
Encomiabile che il Presidente Macalli si batta per una più equa ripartizione dei diritti televisivi in favore delle Società appartenenti alla Lega pro,ma lo scontro all’interno delle istituzioni calcistiche, avverrà con altri organismi, come,ad esempio, il sindacato dei calciatori.
Una domanda sorge spontanea: come barattare l’eventuale richiesta di riduzione degli organici di categoria e l’abbassamento dei limiti di età per i calciatori da mandare in campo contro la tutela del posto di lavoro richiesto dall’AIC per i propri associati?
E poi questa ventilata ipotesi di arrivare ad una maggiore richiesta di garanzie fidejussorie, pari al cinquanta per cento del costo del lavoro, ove fosse attuabile,da quante Società potrebbe essere sopportata? Dice: il calcio deve essere fatto solo da chi ha i soldi! Se questi sono i rimedi a un pallone malato ... Ma ci sarà tempo e modo per riparlarne. (TuttoLegaPro)


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2 commenti:

Pakos ha detto...

La crisi del calcio è generale. E' chiaro che nelle categorie inferiori si sente di più visto che certe cifre non girano.
Servirebbero dei cambiamenti e delle riforme.

Entius ha detto...

E' vero. Si potrebbe per esempio partire dalla riforma dei gironi. 5 gironi da 18 squadre sono troppe.
E poi cercare di capire il perchè molte squadre non riescono ad iscriversi e trovare dei rimedi.