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mercoledì 2 dicembre 2009

SE CHIAMARSI CURVA SCIREA HA UN SENSO...

Sabato sera ci sarò anch’io, allo stadio Olimpico. Mi auguro che Juventus-Inter possa essere una partita corretta in campo e piena di buon senso fuori, sugli spalti. Poi, naturalmente, vinca il migliore. Molto si è scritto attorno ai cori, razzisti e non, che gli ultrà juventini hanno indirizzato a Mario Balotelli.
Gaetano era contro ogni tipo di offesa: al colore della pelle, ai morti, alle persone, fossero avversari o mamme di avversari. Ho fiducia nei nostri tifosi, ho fiducia nella volontà di essere superiori agli istinti più bassi e, magari, alle provocazioni più alte. Balotelli, se gioca, andrà considerato un avversario: punto e basta. Il razzismo è una piaga della società, per combattere la quale le società di calcio hanno bisogno di un dialogo continuo ed efficace con le istituzioni statali. Gli stadi non saranno teatri, ma non devono neppure diventare chiaviche. Una curva che porta il nome di Gaetano Scirea dovrebbe essere doppiamente impegnata a portare avanti una battaglia che, senza demagogia, abbia come obiettivo l’intento collettivo di cancellare i cori trucidi e volgari. Tutti: senza distinzione.
Perché sì, chiamarsi curva Scirea significa un privilegio e una responsabilità. Mio marito aveva una concezione del calcio assolutamente fuori del comune. Lo viveva senza l’isteria che, oggi, sembra diventata parte preponderante e fissa del sistema. Il 3 settembre sono stati vent’anni dalla scomparsa di Gaetano, e i tifosi continuano a essergli e a essermi molto vicini, nel ricordo e nell’affetto. Ecco: proprio per questo, non vorrei mai chiedermi se valga ancora la pena che la curva porti il suo nome. Fermo restando che l’inciviltà sportiva di molti italiani non nasce negli stadi, ma negli stadi arriva. (Lettera di Mariella Scirea pubblicata su "La Stampa")

A tre giorni dalla grande sfida che vedrà opposti Juventus e Inter ho trovato interessante la bella lettera scritta da Mariella Scirea. Proprio qualche giorno fa mi rammaricavo del fatto che un posto incivile e ignobile come la curva bianconera fosse intitolata ad un grande uomo come Scirea.
La vedova dell'ex difensore bianconero ha usato belle parole e auspicato di vedere un comportamento civile ed educato da parte dei supporter juventini. Difficilmente vedrà realizzato il suo desiderio. E non lo dico per antipatia verso i bianconeri ma perché credo che i tifosi della Curva, di tutte le curve, siano lo specchio dell'inciviltà e della stupidità umana.
La signora Mariella conclude dicendo che non vorrebbe mai chiedersi se ne valga la pena che la Curva porti il nome del marito. E' meglio che non se lo chieda. Difficilmente otterrebbe una risposta positiva...

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2 commenti:

Winnie ha detto...

Sono solo belle parole. Molta teoria e pochissima pratica.
Figuriamoci se è possibile vedere una curva che si comporta in modo civile incitando i propri ragazzi e non insultando avversari con cori razzisti e offensivi.

Entius ha detto...

Hai ragione. E mi girano le scatole pensare che un nome come quello di Scirea venga "sporcato" così.
Non è questione di antipatia verso i bianconeri. Mi darebbe fastidio anche se la curva interista si chiamasse "Curva Facchetti".