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giovedì 19 marzo 2009

I VENTISEI SECONDI, OVVERO QUELLI CHE ARRIVANO DIETRO

La frenesia che condiziona il nostro vivere è senza dubbio il peggior nemico del piacere. Però noi esseri umani siamo antropologicamente costruiti per raggiungere i nostri obiettivi nel minor tempo possibile. Dobbiamo arrivare primi nella vita come nello sport. Per questo motivo non vogliamo essere secondi a nessuno, a costo di diventare nevrotici. Il calcio non sfugge a questa legge, e di recente l’allenatore della Juventus ha dichiarato di non giocare per arrivare secondo. Una banalità? Senz’altro lo è, ma ha un senso ed è necessario ribadirlo nell’attuale campionato dominato dall’Inter. I media non possono abbracciare la filosofia del valore del secondo posto per paura di perdere lettori e autorevolezza. Solo nelle scuole si insegna che non è disonorevole arrivare secondi. Nel turbinio della lotta e nel conseguente processo di identificazione in cui sono coinvolti gli spettatori si gioca per il primo posto. Esistono rare eccezioni nei tornei internazionali dove, a volte, per calcoli tattici è meglio piazzarsi dietro la prima linea. Nel campionato italiano è senz’altro un peso e ne sa qualcosa la Roma, che negli ultimi otto campionati è arrivata cinque volte alle spalle della squadra che ha vinto lo scudetto. Il presente, però, non è l’unica dimensione del nostro vivere. Nel passato la fretta sparisce e possiamo ritrovare il piacere spesso trascurato.
“Mi guardai intorno. Non c'era nessuna donna lì in quel caffé. Ripiegai sulla cosa che sta al secondo posto in graduatoria: sollevai il mio bicchiere e lo scolai”, scrisse Charles Bukowski indicandoci un punto di vista alternativo.
Le olimpiadi, da sempre, premiano con un metallo nobile come l’argento il secondo posto. Oggi un premio analogo è concretamente rappresentato nel campionato italiano dall’ammissione diretta alla Champions League. Si dà, comunque poco valore ai vice-campioni. L’albo d’oro è noto a tutti mentre quello d’argento non esiste. Per chi ama la storia del calcio si tratta di uno strumento paragonabile, appunto, alla lancetta dei secondi. Per secoli i più raffinati orologi astronomici hanno avuto una sola lancetta, quella delle ore. La lancetta dei minuti fu introdotta quando le attività produttive cominciarono a seguire ritmi più rapidi. Solo nel corso del 1700 -nell' epoca pre-industriale- gli esperimenti scientifici si diffusero a livello tale da rendere indispensabile la lancetta dei secondi. L’albo d’argento ci serve per capire qualcosa di più della storia del calcio italiano e per assaporarlo come un buon bicchiere di vino.
Oltre alle sedici squadre che si sono fregiate del titolo tricolore ce ne sono ventisei arrivate seconde. Analizzando l’albo d’Argento abbiamo una traccia più precisa, un sapore e un ricordo più forte dei campionati passati. Colpiscono subito gli undici secondi posti della Roma. I giallorossi potrebbero con merito esibire sulla propria maglia una scintillante stella d’argento! Tre argenti arrivarono negli anni Ottanta dietro alla Juventus e altri tre negli ultimi anni dietro all’Inter. Una comprimaria d’eccezione, sicuramente cara ai milanisti. Come non ricordare, poi, il Perugia di Ilario Castagner, il Vicenza sorpresa del bomber Paolo Rossi, il secondo posto del Torino 1977, il Milan della “fatal Verona” del 1973 o il Parma che nel 1997 arrivò a due lunghezze dalla Juve del triumvirato Giraudo, Moggi e Bettega?
L’albo d’argento è uno strumento di precisione e di piacere e anche una freccia in più per la frenetica attività dei giornalisti, a caccia di scoop e motivazioni. Se l’Inter quest’anno dovesse vincere lo scudetto raggiungerebbe i cugini rossoneri a quota diciassette. Il Milan però ha dodici medaglie d’argento rispetto alle tredici dei nerazzurri. Quindi se il Milan non dovesse arrivare secondo avremmo il sorpasso. In caso contrario ci sarebbe una perfetta parità a meno di non considerare le medaglie di bronzo: il Milan ne ha venti, e l’Inter solo quindici. E, a proposito di bronzo, il Torino ha collezionato dieci terzi posti e potrebbe esibire una gustosa stellina.
Quando in un bar mancano le belle donne e il buon vino, ci si può comunque affettare qualcosa. Il quadrante della storia è sempre molto ampio.
(LA SETTIMANA SPORTIVA)


TABELLA RIASSUNTIVA DEI PIAZZAMENTI D'ONORE
Squadre Secondi posti (medaglie d’argento) Anni

Juventus 19 1903, 1904, 1906, 1938, 1946, 1947, 1953, 1954, 1963, 1974, 1976, 1980, 1983, 1987, 1992, 1994, 1996, 2000, 2001

INTER 13 1933, 1934, 1935, 1941, 1949, 1951, 1962, 1964, 1967, 1970, 1993, 1998, 2003
Milan 12 1902, 1948, 1950, 1952, 1956, 1961, 1965, 1971, 1972, 1973, 1990, 1991 (nel 2005 revocato e assegnato all’Udinese)
Roma 11 1931, 1936, 1955, 1981, 1984, 1986, 2002, 2004, 2006, 2007, 2008
Lazio 6 1913, 1914, 1923, 1937, 1995, 1999
Torino 6
1907, 1929, 1939, 1942, 1977, 1985

Fiorentina 5 1957, 1958, 1959, 1960, 1982
Genoa 4 1901, 1905, 1928, 1930
Bologna 4 1927, 1932, 1940, 1966
Napoli 4 1968, 1975, 1988, 1989
Livorno 2 1920 e 1943
Vicenza 2 1911 e 1978
Alba Roma 2 1925 e 1926
Us Milanese 2 1908 e 1909
Internazionale Torino 2 1898 e 1899
Cagliari 1
1969

Pisa 1 1921
Perugia 1
1979

Parma 1 1997
Udinese 1 2005 (nel 1955 revocato e assegnato alla Roma)
Pro Vercelli 1 1910
Savoia 1
1924

Sampierdarenese 1 1922 (F.I.G.C.)
Fortitudo Roma 1 1922 (C.C.I.)
F.C. Torinese 1
1900

Venezia 1 1912

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' vero, non ci si ricorda mai dei secondi, di chi arriva subito dopo il vincitore, di chi non trionfa per un soffio.

Ma il 2005 l'Udinese è arrivato secondo? Allora dobbiamo considerare l'Inter prima? Questa cosa non mi è chiara.

AeSse77 ha detto...

Caro Entius, articolo 'gustosissimo' ed originale, davvero una lettura interessante, direi da approfondire e tenere in evidenza! Ricordo con particolare piacere, il milan della 'fatal Verona'! Un saluto, complimenti Entius!
Sergio
C'èSolol'Inter!!!

Entius ha detto...

Grazie dei complimenti Sergio ma, come avrai notato, a fine articolo c'è un link a "La Settimana Sportiva".
Io ho solo il merito di averlo pescato e di aver fatto un semplice copia-incolla.
Anche io l'ho trovato interessante ed originale. E' una visione diversa, da un'altro punto di vista. Un modo per ricordare che dietro ogni trionfo c'è sempre qualcuno che non ce l'ha fatta per un pelo.