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martedì 19 luglio 2016

NOI, GENERAZIONE HOLLY E BENJI (i primi 30 anni di un cartone animato che ha fatto epoca)

Trent’anni fa, il 19 luglio 1986 andava in onda in Italia (precisamente su Italia 1) la prima puntata di Holly e Benji, cartone animato che ha influenzato una intera generazione di ragazzi (alzi la mano chi in quegli anni non lo guardava) cresciuti a pane e calcio.
Crescendo e diventando adolescenti prima e adulti poi, ci siamo divertiti a smontare pezzo per pezzo un cartone animato che in effetti era pieno di inesattezze e paradossi. Ma a quell’età non badi a molte cose e tutto ti sembra possibile e vero. Come il fatto che i calciatori corressero in salita, che mentre correvano pensavano a tutta la loro vita, che una partita durasse un tempo infinito e che un’azione di gioco qualche volta durava una puntata intera.
E che dire dei singoli personaggi? Di Holly che stava sospeso in area un tempo indefinito per fare la rovesciata, di Mark Lenders il cui tiro era talmente potente da bucare le reti e sfondare i muri, della catapulta infernale dei gemelli Derrick, di Eddi Warner che per parare un tiro si lanciava sul palo opposto per darsi lo slancio con le gambe, di quel ciccione di Teo Sellers che copriva tutta la porta, di Julian Ross che giocava nonostante fosse malato di cuore, di Roberto Sedinho che a quanto pare si trombava la mamma di Holly (anche se questo è solo un pettegolezzo, non abbiamo mai avuto prove certe), di Jeff Turner, allenatore ubriacone della Muppet.

E poi quando mai si è vista una partita di ragazzini con gli spalti pieni e le telecronache? E sorvoliamo sul fatto che la squadra principale si chiamava “New Team”, ovvero “Nuova squadra”. Non proprio il massimo dell’originalità. Le squadre avversarie avevano nomi più accattivanti: Mambo (Julian Ross), Muppet (Mark Lenders, Denny Mellow e Eddy Warner), Hot Dog (gemelli Derrick), Flynet (Philip Callaghan), Otomo (Patrick Everett), Hirado (Clifford Yuma e Sandy Winters), Norfolk (Teo Sellers), Artic.
A rivederlo oggi direi che come cartone animato Holly e Benji lascia molto a desiderare. Eppure stiamo parlando di qualcosa che ha fatto epoca, che nonostante tutto continua ad appassionare e a piacere. Non so nemmeno se ancora lo passano in televisione, ma sono sicuro che chiunque di noi, ragazzini cresciuti negli anni 80, davanti ad un episodio di Holly e Benji rimarrebbe imbambolato e sognante a guardarlo fino alla fine.
Perché Holly e Benji siamo noi. Siamo noi che giocavamo a calcio con gli amici, siamo noi che provavamo a fare la rovesciata di Holly, siamo noi che cercavamo di parare tutto come Benji, siamo noi che tiravamo forte-ma-proprio-forte come Mark Lenders. Holly e Benji siamo noi perché c’era un personaggio che rappresentava ognuno di noi. Eri arrogante e presuntuoso? Somigliavi a Mark Lenders (piccola parentesi in un sequel del cartone animato Lenders finirà al Piemonte, che sarebbe poi una sorta di Juventus: uno come lui in quale squadra poteva andare?). Eri una schiappa? Allora eri Bruce Harper. Eri ciccione? Ecco Teo Sellers. Avevi problemi di salute? Julian Ross.
Holly e Benji eravamo noi perché a 10 anni sogni di diventare un grande calciatore e sei convinto che il Giappone possa anche vincere il Mondiale (all’epoca, se non erro, in Giappone non esisteva nemmeno una Lega Professionistica).
Poi cresci, capisci che il calcio non è quello di Holly e Benji, che le partite non durano un tempo infinito, che la rovesciata è un gesto atletico che non ha nulla a che vedere con quella di Holly, che un tiro raramente sfonda la rete, che per parare non serve darsi lo slancio sul palo opposto. Soprattutto capisci che il calcio non è per tutti. Che se sei una schiappa, un ciccione o hai problemi di cuore, al massimo puoi sederti in tribuna.
Ecco perché nonostante tutto Holly e Benji continua ad affascinarci e a piacerci. Perché ci ricorda come eravamo da ragazzi e a quanto piacere ci dava poter correre dietro un pallone in un campo di calcio. Emozioni e sensazioni che solo chi ha fatto parte della “Generazione Holly e Benji” potrà capire.

5 commenti:

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Mah...sarà che nel 1986 ero già grandicello ma a me quel cartone non piaceva proprio, anzi direi che per quelli della mia generazione non ha lasciato alcun segno, probabilmente è stato più un fenomeno per chi oggi è sulle 35 primavere, a mio parere semplicemente inguardabile proprio perchè assolutamente irreale...ciao!

Mattia ha detto...

Probabilmente dipende dall'età. Io lo ricordo con grande nostalgia sebbene riconosco che sia irreale e assurdo. Del resto tutti i cartoni animati della nostra epoca erano assurdi e irreali. Eppure li ricordiamo con nostalgia e affetto.

Unknown ha detto...

bei ricordi, classe 75

Entius ha detto...

Se può interessarti stanno facendo le repliche su Italia Due (canale 35 del digitale terrestre) la sera alle 19.30. L'altra sera l'ho beccato per puro caso.

Unknown ha detto...

Per me e' stato stupendo ha lasciato un segno indelebile e ho amato il calcio fin da piccola proprio per questo cartone e' bellissimo altro che questi di adesso meglio i cartoni anni 80