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lunedì 26 ottobre 2020

RUBEN SOSA “IN ITALIA SETTE ANNI MERAVIGLIOSI. LA SERIE A? DEVE TORNARE AD ESSERE COMPETITIVA”

SuperNews ha intervistato Ruben Sosa, ex attaccante di Lazio e Inter. "El principito", come spesso viene chiamato in Uruguay, fece conoscere il suo talento in Serie A con la maglia della Lazio, che lo acquistò dal Real Saragozza nel 1988, e poi con quella dell'Inter, che nel 1994 gli regalò anche la gioia della Coppa Uefa. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.
Sono arrivato alla Lazio quando i biancocelesti erano appena approdati in Serie A. Mi ha cercato in Spagna, sono stato acquistato dal Real Saragozza, e la squadra ha creduto subito in me. Ho trascorso quattro anni con la maglia biancoceleste, con compagni come Riedle e un tifo incredibile. Per quanto riguarda i gol più significativi, credo che quelli realizzati nel derby siano i migliori, soprattutto per i tifosi, per cui un gol in un derby ha la stessa valenza della vittoria di uno scudetto. In quelle partite bisogna dare il massimo. Ho vissuto quattro anni bellissimi.
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La Lazio è stata la squadra che mi ha aperto le porte della Serie A, l'Inter è stata la mia seconda squadra italiana, per me la più forte. Nell'Inter hanno giocato grandissimi calciatori, molti dei quali stranieri, è una squadra che ha vinto tanto. Sono stato fortunato ad essere stato un attaccante di questo club. Con i nerazzurri ho realizzato tanti gol, abbiamo vinto una Coppa Uefa nel 1994, abbiamo quasi conquistato lo scudetto l'anno prima. Ho conosciuto campioni come Bergomi, Zenga, Ferri, Berti, Totò Schillaci, Jonk, ho avuto la fortuna di giocare al Meazza, a San Siro, una sensazione incredibile. Sono stati tre anni stupendi. 

(il soprannome "El Principito") E' stata un'invenzione di un giornalista uruguaiano. Quando ho esordito nella nazionale del mio paese, all'età di 18 anni, il capitano Enzo Francescoli era "El principe". Così, per non creare conflitto, inventò per me il soprannome di "El principito", sempre un re, ma un po' più piccolo. 

Ho trascorso in Italia sette anni meravigliosi. Erano i tempi di Maradona e Careca al Napoli, tempi in cui nel calcio italiano i giocatori stranieri erano al massimo tre. Prima era più difficile trovare spazio, ma per questo anche più gratificante. Credo che, in un certo senso, io abbia aperto le porte ad altri calciatori uruguaiani, sono stato una sorta di ambasciatore con il compito di portare nel calcio italiano altri campioni del mio paese. Sono molto felice di questo. 

Seguo spesso l'Inter e la Lazio, le mie due ex squadre. Sono molto legato a questi club, vorrei vincessero qualsiasi titolo. I nerazzurri sono quelli più vicini ai vertici della classifica, alla conquista dello scudetto. L'Inter è una squadra nata per competere, ci si aspetta sempre che vinca qualcosa, che sia lo scudetto, la Champions League o la Coppa Italia. Credo che la squadra nerazzurra sia ricca di grandi campioni. L'Inter, con la sua rosa, la sua storia, i suoi tifosi, non può giocare bene una o due partite e poi giocare male le successive. Deve mantenere un equilibrio. 

Credo che la Lazio sia una buona squadra, che abbia le giuste motivazioni e un mister che conosce bene la realtà biancoceleste. Deve continuare a dare il proprio massimo, perché ha una rosa che può permetterle di aspirare alle prime posizioni in classifica. L'anno scorso era tra i club in vetta, deve cercare di restare lì. 

Oggi il calcio è molto cambiato, basti pensare alla situazione del Barcellona o al Real Madrid, che in Liga perde con l'ultima in classifica. In Italia, ormai, è quasi sparita la competitività. La Juventus vince indisturbata lo scudetto da anni, spesso con tanti punti di distacco dalla seconda in classifica. Bisogna ritrovare un campionato competitivo, con squadre che possano tutte aspirare alla vittoria. Quando giocavo io, c'erano il Milan, l'Inter, il Napoli, la Roma, la Juventus. Oggi c'è solo la Juventus.


 
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6 commenti:

Brother ha detto...

Il grande Ruben Sosa. Lo ricordo con grande affetto. Era un attaccante eccezionale. Una seconda punta molto forte che segnava parecchio.

Nicola ha detto...

Nella stagione 1992-93 ci trascinò letteralmente fino al secondo posto a suo di gol. Uno che in Italia ha lasciato decisamente il segno.

Matrix ha detto...

@Brother. Onesto attaccante che la buttava dentro all'occorrenza. Una sorta di Cruz che giocava titolare. Non era sto attaccante fortissimo che ricordi tu...

Brother ha detto...

@Matrix. A quei tempi era un signor attaccante. 44 gol in tre stagioni nerazzurre sono un discreto bottino.

Mattia ha detto...

Mi pare di ricordare una sua tripletta in un Inter-Parma 3-2 con due punizioni magistrali.

Winnie ha detto...

Ricordi perfettamente Mattia.