“Notti magiche, inseguendo un gol”. Basta un incipit e subito partono i ricordi di quella fantastica estate, l’estate dei Mondiali di Italia ’90. I gol di Schillaci, le parate di Zenga, le giocate di Baggio, e ancora Giannini, Berti, Serena, capitan Bergomi, Maldini, De Napoli, Donadoni.
Perché oggi mi sono messo a scrivere proprio di Italia ’90? Perché stamattina a Brescia è morto Azeglio Vicini, ex commissario tecnico della Nazionale e condottiero di quella Italia che ci fece sognare in quella estate di 28 anni fa. Avrebbe compiuto 85 anni a marzo. È stato il tecnico degli azzurri dal 1986 fino al 1991, prima di lasciare il posto ad Arrigo Sacchi. Guidò gli azzurri ai Mondiali di Italia '90. In quelle Notti Magiche del Mondiale di casa guidò la Nazionale al terzo posto: dopo la delusione in semifinale con l'Argentina ai rigori gli azzurri vinsero la finalina contro l'Inghilterra.
Azeglio Vicini, l'ex ct azzurro delle 'notti magiche' e del terzo posto ai mondiali di Italia '90, era nato a San Vittore di Cesena il 20 marzo del 1933, ma da oltre 50 anni viveva a Brescia. "Ho raggiunto un bel traguardo - disse, in occasione della festa per i suoi 80 anni - sono soddisfatto della mia vita, ho avuto momenti felici e altri meno, ho ricoperto incarichi importanti, comunque sia mi sono proprio divertito".
Ebbe un solo grande rammarico, quel mondiale giocato in Italia nel 1990, perso in semifinale con l'Argentina ai rigori, dopo aver giocato bene per tutta la manifestazione: "Avremmo meritato di vincerlo, siamo stati sfortunati. Noi non perdemmo mai sul campo, sei vittorie e un pari, e arrivammo terzi, l'Argentina fu sconfitta due volte e andò in finale con la vincitrice Germania. Però in quelle notti conquistammo gli italiani, il loro affetto fu travolgente. Infatti quell'Italia-Argentina resta una delle partite più viste in tv di tutti i tempi".
Da ct azzurro Vicini ha conquistato due terzi posti prestigiosi: nell'Europeo '88 e nel Mondiale '90. Il tecnico cesenate è stato sulla panchina della Nazionale per cinque anni e cinque giorni, dall'8 ottobre 1986 (esordio a Bologna: Italia-Grecia 2-0) con il bilancio di 54 partite, 32 vittorie, 15 pareggi e 7 sconfitte (76 gol fatti e 24 subiti). La carriera in azzurro finì il 15 ottobre 1991, con l'esonero dall'incarico tre giorni dopo Urss-Italia finita 0-0 e che costò alla nazionale italiana l'eliminazione dalle qualificazioni per l'Europeo 1992.
Dopo avere militato nel Vicenza (1953-1956) e nella Sampdoria (1956-1963) arrivò al Brescia nel 1963 (tre stagioni in Lombardia) per poi intraprendere la carriera di allenatore. Rimase sulla panchina delle Rondinelle fino al 1968.
A parte un periodo iniziale sulla panchina del Brescia, Vicini ha percorso tutta la sua carriera di allenatore nell'ambito azzurro, dove era entrato nel 1969 come responsabile della Under 23 e poi della Under 21. Alla guida degli azzurrini (debutto il 16.4.'69 a Udine: 1-0 sulla Romania) ha sfiorato il titolo Europeo nell'86 (sconfitto ai rigori dalla Spagna) e in 85 partite ha ottenuto 46 vittorie, 19 pareggi e 20 sconfitte.
2 commenti:
Grande commissario tecnico. Forse uno dei pochi a unire tutta la nazione attorno ai colori azzurri.
Me lo ricordo vagamente, ma ricordo mio fratello che stravedeva per lui e ne parlava sempre con toni entusiastici. Un grande uomo prima che un grande ct.
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