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lunedì 11 maggio 2015

CON AFFANNO MA ANCORA IN CORSA (crederci o non crederci...)

Se dopo appena 8 minuti Felipe Anderson va via sulla fascia e mette al centro un pallone che Candreva sfrutta come meglio non poteva portando in vantaggio la Lazio, è impossibile non iniziare ad avere tristi presagi. Presagi che aumentano di intensità qualche minuti dopo quando Ranocchia di testa salva su colpo di testa di Parolo.
La serata insomma non è iniziata nei migliori dei modi. Per fortuna al 25esimo arriva la svolta con Mauricio che atterra Palacio lanciato a rete guadagnandosi il rientro negli spogliatoi con largo anticipo. Da lì è tutta un’altra gara. Anche perché sulla seguente punizione Hernanes trafigge Marchetti con un sinistro fulminante (gol da annullare però, perché sul tiro del Profeta ci sono tre nerazzurri in evidente fuorigioco…).
Visto l’andamento della gara fino all’episodio cruciale dell’espulsione di Mauricio, viene spontaneo chiedersi come sarebbe finita in 11 contro 11. O forse anche in 11 contro 10 perché anche in inferiorità numerica la Lazio ha retto bene (o più probabilmente è stata l’Inter a non essere capace di sfruttare il vantaggio numerico).

Così come contro l’Udinese, anche ieri sera abbiamo visto un’Inter a due volti. Anche se rispetto ad Udine è stata sicuramente un’Inter più concreta e con meno fronzoli. I giocatori hanno macinato gioco e sono rimasti ben concentrati sulla gara fino al triplice fischio finale.
Sembra quasi un paradosso ma andare in superiorità numerica ci mette in difficoltà. Non riusciamo ad imporci, a prendere in mano la gara e a gestirla a nostro piacimento. Tanto l’Udinese due settimane fa, quanto la Lazio ieri sera, sono riusciti a rendersi pericolosi nonostante la doppia inferiorità numerica. E se è vero che contro l’Udinese avevamo preso più rischi, è anche vero che ieri sera siamo riusciti ad avere la meglio solo nel finale.
Questa Inter continua ad avere qualche lacuna di troppo. Dagli esterni difensivi incapaci di spingere sulla fascia come dovrebbero (ma poi, cosa c’entra Juan Jesus sulla fascia? Ok, ha già giocato in quel ruolo in passato, ma è un ripiego e si vede), alla mancanza di un centrocampo che sappia dettare i ritmi di gioco. Per intenderci, ci manca un Pirlo.
In compenso abbiamo trovato un Hernanes che sta attraversando un periodo di forma strepitoso e un Kovacic che, come già scritto ieri sera, mi è piaciuto molto. Continuo a ripeterlo fino allo sfinimento, col croato ci vuole pazienza e bisogna dargli fiducia ad oltranza. Sono del parere che può diventare un elemento prezioso per questa Inter.
Rimaniamo in corsa per l’Europa League, ma non è una corsa semplice per noi. Sia perché ora ci aspettano altre due sfide tutt’altro che abbordabili ovvero Juventus a San Siro e Genoa a Marassi, ma soprattutto perché siamo in quella scomoda posizione in cui vincere non basta ma devi anche sperare che chi ti precede debba fare qualche passo falso. E in questo momento Sampdoria e Fiorentina, calendario alla mano, sono in leggero vantaggio rispetto a noi. Neanche il più ottimista dei tifosi nerazzurri può immaginare che nelle restanti tre gare tra Juventus, Genoa ed Empoli l’Inter faccia più punti della Fiorentina che affronta Parma, Palermo e Chievo o della Sampdoria che ha la Lazio in casa e poi Empoli e Parma.
Però crediamoci. In fondo cosa ci costa? Nei peggiori dei casi rimarremo delusi. Ma in caso di qualificazione vuoi mettere la soddisfazione di dire “io c’ho creduto fino alla fine”?

2 commenti:

Brother ha detto...

Crederci sempre. Fino alla fine.
Anche se sarà tutt'altro che semplice...

Winnie ha detto...

Va bene crederci ma a tre giornate dalla fine siamo così sicuri che l'Inter abbia i mezzi per centrare la qualificazione, considerando anche il calendario più agevole di Fiorentina e Sampdoria?