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sabato 24 maggio 2014

REAL, ECCO LA DECIMA. MA E’ UN TRIONFO IMMERITATO

CHAMPIONS LEAGUE 2013-2014 - FINALE
REAL MADRID-ATLETICO MADRID 4-1 d.t.s.
36' Godin – 93’ Sergio Ramos – 110’ Bale – 118’ Marcelo – 120’ Ronaldo (Rig.)
REAL MADRID (4-3-3): Casillas; Carvajal, Ramos, Varane, Coentrao (dal 14' s.t. Marcelo); Modric, Khedira (dal 14' s.t. Isco), Di Maria; Bale, Benzema (dal 34' s.t. Morata), Ronaldo.
A disp: Lopez, Pepe, Illarramendi, Arbeloa.
All.: Ancelotti
ATLETICO MADRID (4-4-1-1): Courtois; Juanfran, Miranda, Godin, Filipe Luis (dal 38' s.t. Alderweireld); Raul Garcia (dal 26' s.t. Sosa), Tiago, Gabi, Koke; Villa; Diego Costa (dal 9' p.t. Adrian Lopez).
A disp.: Aranzubia, Cristian Rodriguez, Diego, Suarez.
All.: Simeone
Arbitro: Kuipers (Ola)

Quante emozioni può regalare una finale di Champions? Tante. Come la sfida di questa sera dove l’Atletico Madrid domina il campo per buona parte della gara ma viene beffardamente raggiunto in pieno recupero prima di crollare nei supplementari rimediando un passivo che più bugiardo non si può.
El Cholo Simeone recupera Diego Costa che viene rischiato dall’inizio. Ma la finale dell’attaccante spagnolo dura solo 8 minuti. E’ Adrian Lopez ad entrare al suo posto.
La prima conclusione arriva al 13esimo quando Raul Garcia prova dai trenta metri, con la palla che termina abbondantemente a lato. Poco dopo la mezzora clamorosa palla-goal per il Real. Tiago perde malamente una palla in mezzo al campo, ne approfitta Bale che però da dentro l’area conclude in maniera orribile.
E come nel più classico dei “gol sbagliato gol pigliato”, passano tre minuti e l’Atletico passa in vantaggio. Sugli sviluppi di un corner, Juanfran rimette in mezzo la sfera, Casillas esce a vuoto venendo anticipato dal colpo di testa di Godin che a porta vuota insacca.
All’intervallo l’Atletico è meritatamente in vantaggio.
Si aspetta la reazione del Real Madrid ad inizio ripresa, ma è l’Atletico a partire nuovamente forte e a dominare il campo.

Al 54esimo chance per Ronaldo su punizione, ma Courtois è bravissimo a rifugiarsi in corner. L’Atletico prova a colpire in contropiede con Adrian Lopez che calcia a botta sicura trovando l’opposizione decisiva di Khedira. Ancelotti si gioca le carte Marcelo e Isco rispettivamente per Coentrao e Khedira. I blancos provano a spingere, ma l’Atletico chiude tutti gli spazi neutralizzando gli attacchi avversari. Al minuto 77 Bale parte in velocità, entra in area ma nel momento della conclusione colpisce male, mandando la sfera a lato.
Nel finale è un assedio del Real che prova il tutto per tutto. Kuipers assegna cinque minuti di recupero e proprio al 93’ sugli sviluppi di un corner battuto da Modric, Sergio Ramos svetta più in alto di tutti battendo l’incolpevole Courtois. E’ una mazzata per l’Atletico che si sentiva ormai ad un passo dal titolo. E’ una grande botta di fortuna per il Real Madrid che si ritrova con altri 30 minuti da giocare e l’inerzia della partita dalla sua parte.
Nei supplementari è solo il Real a fare la partita, mentre l’Atletico probabilmente ancora scioccato per il pari subito a pochissimi istanti dalla fine, fa una fatica enorme. L’Atletico è bloccato per la stanchezza, mentre le merengues spingono forte e al 110’ trovano il gol. Splendida azione di Di Maria che calcia in mezzo dove Courtois respinge, ma sulla ribattuta si avventa come un falco Gareth Bale che di testa fa 2 a 1, facendo esplodere la panchina del Real.
L’Atletico è alle corde, ma Simeone incita i suoi a non mollare. Dopo un’occasione per l’Atletico (Casillas esce ancora una volta a vuoto, ma Tiago calcia alto), è Marcelo a chiudere i conti. Il brasiliano si invola e lascia partire un sinistro dal limite che trafigge ancora una volta Courtois chiudendo i conti. Ma la sfida non è ancora finita. E al 120esimo Cristiano Ronaldo si tuffa in area guadagnandosi un rigore che non mi pare che ci fosse. Dal dischetto il portoghese fa poker.
E per il Real Madrid può cominciare la festa. Le merengues portano a casa la tanta agognata Decima. E’ il trionfo di Ancelotti, alla sua terza Champions vinta da allenatore. Casillas raggiunge Deschamps e Beckenbauer alzando le coppe di Champions League, Europeo e Mondiale come capitano e continuando ad essere la bestia nera dell’Atletico (27 partite che non vince con Iker Casillas portiere).
Ma è un trionfo non del tutto meritato. L’Atletico ha sicuramente giocato meglio nei 90 minuti regolamentari, tenendo testa ai ben più quotati cugini e mettendoli in seria difficoltà. E quel gol preso in pieno recupero è snxa dubbio una beffa tremenda. Una beffa che fa tornare indietro di 40 anni, perché anche nel 1974 la squadra spagnola era sopra ad un minuto dalla fine, prima che Schwarzenbeck al 119’ portasse i tedeschi del Bayern Monaco alla ripetizione (all’epoca non erano previsti i rigori in caso di pareggio al 120’), che due giorni dopo vinsero 4-0. Per i colchoneros rimane la soddisfazione per l’ottima stagione disputata culminata col trionfo nella Liga e questa finale. Troppo poco per lenire la ferita della beffa subita.


3 commenti:

Theseus ha detto...

Credo sia doveroso fare alcune precisazioni.
- L'Atletico ha avuto il merito di gestire bene la partita ma è anche vero che ha trovato il gol grazie ad un colpo di fortuna.
- Ancelotti è stato molto bravo ad indovinare i cambi.
- Pesantissimo l'errore di Simeone che ha deciso di rischiare Diego Costa bruciandosi un cambio dopo appena otto minuti.
- Il Real ha avuto il merito di crederci fino alla fine senza mollare mai.
In conclusione, l'Atletico avrebbe meritato il titolo ma è sbagliato dire che il Real Madrid ha vinto immeritatamente.

Stefano ha detto...

Non so se il Real abbia meritato o meno il titolo. E' un'opinione personale che può variare da soggetto a soggetto. Però ciò che conta sono i fatti e i fatti dicono che il Real Madrid ieri sera ha vinto la Decima Champions League della sua storia. Fra 10 anni ricorderemo questo e se è stato un trionfo meritato o immeritato non lo ricorderà più nessuno.

Simone ha detto...

Credo che Stefano abbia ragione. Inoltre bisogna dare merito ad una squadra che al 93' riesce a raddrizzare una partita ormai persa.