O forse è colpa di tutto questo insieme. Indipendentemente dalla spiegazione che si vuole dare, la realtà dei fatti è una sola: si va allo stadio sempre meno. Dal 1992 ad oggi il numero totale degli abbonamenti delle squadre di Serie A è in costante calo. Il popolo italiano preferisce tifare la propria squadra comodamente seduto sul divano di casa. E’ anche un fattore economico. Le televisioni a pagamento offrono a prezzi convenienti la possibilità di gustarsi l’intero campionato in poltrona (meglio non dirvi che offerta ho accettato io). E siccome gli italiani vanno matti per le moviole e le polemiche ecco che il piatto e servito con il pre-partita, i commenti dell’intervallo e le pseudo-analisi a fine gara (anche se spesso il commentatore di turno lascia molto a desiderare e apre bocca solo per dire cazzate).
Pesa, e non poco, infine anche l’arretratezza degli stadi italiani rispetto al resto d’Europa. Vecchi, scomodi, insicuri e con una visuale che il più delle volte lascia a desiderare. Altrove vediamo impianti moderni, a misura di famiglia, confortevoli. E non stiamo parlando solo di nazioni come Inghilterra o Germania. Pochi mesi fa in Polonia e Ucraina abbiamo ammirato stadi decisamente migliori dei nostri, di gran lunga.
Alla fine il tifoso non è invogliato e stimolato ad andare a vedere la partita allo stadio. Non è un caso per esempio che una delle poche società ad aver avuto finora un incremento nel numero di abbonamenti venduti sia stata la Juventus. Entusiasmo da scudetto, certo. Ma anche merito dello stadio di proprietà. Già lo scorso anno c’era stata un’impennata nell’affluenza di pubblico. Quest’anno la situazione è addirittura migliorata.
Altrove è l’entusiasmo a giocare un ruolo favorevole nell’incremento degli abbonamenti. Come a Roma dove è scoppiata la Zeman-mania o ad Udine dove, complice il preliminare di Champions League, si sono registrati numeri positivi per quanto riguarda gli abbonamenti.
Viceversa a Milano, sia sponda nerazzurra che sponda rossonera, il mercato al di sotto delle attese non ha incoraggiati i tifosi ad acquistare l’abbonamento (anzi, come abbiamo visto, alcuni tifosi milanisti pretenderebbero anche il rimborso…).
Numeri che dovrebbero un tantino far riflettere Presidenti e dirigenti vari. E magari tra un bomber sudamericano e uno stopper asiatico spendere due soldi anche per stimolare i propri tifosi ad abbonarsi. E’ chiedere troppo?
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2 commenti:
Mi viene quasi da pensare che le società facciano di tutto per scoraggiare i propri tifosi ad abbonarsi.
In altri paesi la situazione é completamente diversa...
www.pianetasamp.blogspot.com
Hai dimenticato forse il motivo principale che fa passare la voglia: le tante, troppe restrizioni!
Tra tessera del tifoso, biglietto nominale e altre mille diavolerie ormai andare allo stadio in santa pace è diventata un'utopia...ciao!
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