venerdì 7 novembre 2008

IL CALCIO SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI

Che facce tristi quei giocatori perennemente sull'orlo di una crisi di nervi. Campioni o gregari, il contagio si allarga. Negli stadi si moltiplicano le scene d'isteria, normali scontri si trasformano in sfide con feroci scambi d'insulti. Davvero tutto si può ricondurre alla fisiologica tensione agonistica? Tutto si può liquidare con il luogo comune che la partita non è un minuetto, che le scariche di adrenalina trasfigurano, ma alla fine tutto si ricompone?
È cresciuta in modo esponenziale l'enfasi, la veemenza degli scontri, l'aggressione anche laddove la minaccia è marginale per non dire nulla. Si vedono compiere falli a centrocampo da far rizzare i capelli, scivolate che mirano alle gambe a rischio frattura. Entrate con la bava alla bocca, al solo scopo di intimidire. Una violenza esplicita con una robusta aggiunta di maleducazione. Insulti e minacce verbali accompagnate da sguardi luciferini, che partono dal viso contro viso e da labiali oggi tutti decodificati dai primi piani.
Nell'opera di mala educaciòn un posto d'onore lo occupano da qualche tempo con rara intensità i grandi campioni, quelli che qualche minuto prima o dopo la partita vediamo sorridere negli spot in tv. Anzi, a loro è concessa una piccola impunità, lo ius ingiuriandi, la licenza d'offendere concessa al divo. Persino le gioie smodate di fronte alle sfortune altrui sono diventate la regola: si balla e danza come indemoniati anche quando l'avversario getta la palla nella propria rete per mero accidente.
Il problema riguarda l'intero mondo del calcio e la linea di difesa è "così fan tutti". Il codice di condotta sportiva viene così distorto da una consorteria che si sente protetta da una sostanziale immunità. Ci si indigna per un'azione che prosegue di fronte a infortuni fasulli (la regola che vuole sia l'arbitro a decidere non viene mai applicata) e si ritengono irridenti e lesivi dell'onore un tunnel o una giocata sopraffina, che al contrario sono l'essenza del gioco.
Nella passione sugli spalti, nei bar e tra le mura di casa è presente una componente diabolica che può spingere a esultare delle disgrazie sportive altrui. Ma se anche i primi attori non si pongono limiti, si finisce per guastare lo spettacolo.
Importante é vincere, ma anche come si vince. Invece il bel gioco pare essere diventato una variabile secondaria della funzione calcio e la platea mediatica si adegua. Gli allenatori che vincono giocando male, non parlano mai di fortuna. Solo mezze parole per concludere: il gioco verrà, ci è stato restituito quanto la sorte ci ha tolto in altri incontri.Così gli interpreti della commedia si adattano alla parte e si specializzano in sceneggiate e continui lamenti. Pure gli arbitri si acconciano al melodramma e non estraggono mai un cartellino giallo di fronte a un assatanato che chiede a pollice e indice uniti e con gli occhi fuori dalle orbite l'ammonizione dell'avversario.
È rimasto il buon vecchio Sacchi a predicare nel vuoto e a invocare il bel gioco. Sacchi? Chi è costui? Ah, già, quel signore che allenava il Milan. Bravino, ma ha vinto poco. [..]


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante questo articolo. E' vero il calcio è sull'orlo di una crisi di nervi...

Entius ha detto...

Se non era interessante mica lo postavo... eh eh eh

Anonimo ha detto...

Entius, sei in crisi d'ispirazione?
Invece di postare articoli di altri dovresti semplicemente prenderti una pausa. Non credi?

Anonimo ha detto...

Penso proprio che questo articolo rispecchi pienamente quello che sta succedendo negli ultimi anni. Qualche persona, molte persone, si stanno dimenticando il significato della G in FIGC. Il calcio è un Gioco. Non si può creare un'attenzione mediatica così grande su una partita, non si può scontrarsi anche per una partita di Lega Pro o Serie D, non si può finire per vedere dei morti dopo degli scontri per un gioco.
E' come se si morisse per tifare a palla prigioniera, a nascondino... Assurdo.

P.S. Ti ho linkato anch'io. Passa a trovarmi anche per capire la purezza e la lealtà che si respirano nel calcio scozzese.

Entius ha detto...

X Anonimo
Non è crisi d'ispirazione. Mi piace riportare degli articoli interessanti che stimolino una discussione