La vittoria per 5-0 contro il Torino ci aveva dato la convinzione di essere tornati squadra, di avere un ottimo gruppo, di poter fronteggiare le avversarie, di potercela giocare alla pari con tutte.
La sconfitta di ieri sera ha cancellato tutto.
Il problema è che tra le due sfide quella più attendibile è proprio quella contro l’Udinese. Come ho scritto ieri sera a caldo in un tweet “il 5-0 contro il Torino ha fatto più danni che benefici.” In effetti una settimana fa eravamo tutti convinti che bastasse puntare sulla voglia di riscatto dei big per tornare ad essere fortissimi e che questa squadra non aveva bisogno di nessun innesto.
I fatti ci hanno dato torto. Va bene puntare sulla voglia di riscatto dei big, ma bisognava intervenire sul mercato e anche in modo massiccio. Che fine ha fatto il Lookman promesso? E le eventuali alternative? (Lookman è rimasto a Bergamo, Nkunku è andato al Milan e Openda alla Juventus) E Leoni? Perché non è arrivato? In difesa, notizie di queste ore, sta arrivando Akanji, ma andrà via Pavard: di fatto non cambia nulla. Serviva gente che saltasse l’uomo, gente fresca a centrocampo. Non era necessario una rivoluzione, sarebbe bastato qualche innesto. E forse anche qualche cessione, perché il Calhanoglu visto ieri sera non serve assolutamente a nulla.
Non vorrei essere nei panni di Chivu. Avrà l’ingrato compito di fare le nozze con i fichi secchi e sarà il primo a pagare l’eventuale carenza di risultati. Mi dispiace molto per il buon Cristian, non merita di essere capro espiatorio di una situazione venutasi a creare non per colpa sua.
Sebbene qualche piccolo appunto gli va fatto. Per esempio perché puntare su Mkhitaryan e non su Frattesi? Invece della soluzione “quattro punte” non poteva inventarsi qualcos’altro? Che ne so, un Frattesi trequartista, un Luis Enrique più offensivo, un… boh, qualcosa che desse migliori frutti rispetto a quel sterile attacco a quattro punte che non ha portato assolutamente a nulla, solo a tanta confusione.
Peccato perché l’Inter nella prima mezzora non mi era dispiaciuta affatto e probabilmente senza quel rigore la partita si sarebbe incanalata verso altri binari. Ci sarebbe da aprire una parentesi sul rigore. Il fallo di mano c’è, nessuno lo mette in dubbio, ma la dinamica dell’azione e la distanza ravvicinata potevano far propendere per una diversa interpretazione dell’episodio. Anche alla luce di altri casi simili che la scorsa stagione sono stati interpretati in modo diverso (ah, è vero, alcuni dei casi simili della scorsa stagione vedevano coinvolta la Juventus quindi erano soggetti a diversa interpretazione del regolamento). Senza considerare che rigore a parte, la direzione di gara non è stata impeccabile, con l’arbitro che tendeva a punire ogni tuffo dei giocatori friulani con un fallo ai nostri danni.
Vabbè, chiusa parentesi. L’arbitraggio non deve essere una giustificazione (anche se spesso può modificare il corso degli eventi), men che meno deve passare il messaggio che abbiamo perso per colpa dell’arbitro. Tanto più che abbiamo avuto 50 minuti più recupero per raddrizzare il risultato e se non ci siamo riusciti non possiamo certo accusare fattori esterni.
Avrei, avremmo, preferito andare alla sosta a punteggio pieno e guardare con più serenità al mese di settembre che ci aspetta (subito dopo la sosta c’è Juventus-Inter e poi riparte la Champions League). Invece il nostro percorso è in salita. Chissà, forse è meglio così. Meglio non alimentare false illusioni, meglio sbattere subito con la dura realtà che ci aspetta. Sarà una lunga stagione di sofferenza. Speriamo almeno di portarla a casa con un briciolo di dignità e centrando gli obiettivi minimi. FORZA INTER !!!
Come temevo il 5-0 contro il #Torino ha fatto più danni che benefici.
— CALCIOMANIA 90 (@EntiusDRC) August 31, 2025
Tutti convinti che eravamo fortissimi, che bastasse puntare sulla voglia di riscatto dei big, che non servisse nessun innesto.
E puntualmente stasera abbiamo preso la prima batosta stagionale.#InterUdinese
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
1 commento:
Una lunga stagione di sofferenza? Non credo, a Natale saremo già fuori da tutto. Vedrete.
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