Oggi pomeriggio sono andato a fare il tagliando alla macchina. Mentre ero in accettazione, con l'operatore che verificava tutti i dati, mi è cascato l'occhio sul braccio dell'operatore stesso. Sull’avambraccio sinistro faceva bella mostra un logo dell'Inter. Non era un logo di quelli più recenti, ma era quello a scudo con il serpentello e le due fasce nerazzurre. Per intenderci, era un logo anni ’80 (se la memoria non mi inganna, mi pare di ricordarlo come logo nerazzurro ai tempi in cui iniziai ad appassionarmi ai colori nerazzurri, quindi fine anni ‘80).
Probabilmente era il frutto di uno sfizio giovanile (l’operatore ad occhio non era giovanissimo). Sfizio arricchito però dalle due stelle che facevano bella mostra sopra lo scudo (se ti fai un tatuaggio del genere, non è certo una passione passeggera e le due stelle stanno lì a dimostrarlo).
Ovviamente non ho resistito e, mentre mi faceva firmare dei fogli, ho abbozzato un sorriso e indicando il tatuaggio ho chiesto “Tifoso nerazzurro?”, lui istintivamente si è guardato il braccio e ha risposto “Eh, già”. “Speriamo bene per sabato sera…” “Stai tranquillo, stavolta la portiamo a casa” (è bastato scoprirsi tifosi nerazzurri per passare in un attimo dal “lei” al “tu”).
Questo improvviso slancio di ottimismo mi ha messo di buonumore e stasera, dopo che sono andato a ritirare la macchina, mi è venuta voglia di comprare una bandiera dell’Inter per metterla esposta sul balcone (in realtà sono ancora indeciso se metterla esposta subito per indicare che “qui abita un tifoso nerazzurro che sta soffrendo aspettando sabato sera” o esporla solo in caso di trionfo nerazzurro).
Ho fatto un rapido giro della città e ho cercato indicazioni su Internet: non ci crederete, ma non si trova una bandiera di calcio su Siena neanche a pagarla oro. Se cerchi una bandiera del Palio te la tirano dietro ad ogni angolo di strada, ma è come se da queste parti il calcio non esistesse, fosse uno sport di nicchia, come il curling o l’hockey su prato.
La mia marcia di avvicinamento verso la finale di Champions League di sabato sera procede così, tra tatuaggi scoperti all'improvviso e bandiere che non si trovano neanche a pagarle a peso d’oro.
Tra 48 ore c’è questa finale di Champions League e come era facilmente prevedibile l'ansia e la tensione iniziano a crescere. Ora non è più un puntino nella mente, ma è già diventato un pensiero più pressante, più ricorrente.
Anche perché stavolta, rispetto a due anni fa, ci giochiamo molto. Nel 2023 arrivammo in finale grazie ad un percorso abbastanza semplice (Porto, Benfica, il derby in semifinale). Il nostro in fondo l’avevamo fatto, essere arrivati in finale era già di per sé un traguardo prestigioso. Di fronte avevamo una corazzata come il Manchester City, poteva starci perdere. Certo, nel calcio tutto può succedere, però, forse, potevamo permetterci il lusso di giocare quei 90 minuti come se non avessimo nulla da perdere.
Stavolta è diverso, decisamente diverso. Stavolta abbiamo molto da perdere. Siamo arrivati quarti nel girone unico, abbiamo eliminato Bayern Monaco e Barcellona, abbiamo perso una sola gara (peraltro al 90esimo), stavolta partiamo quanto meno con una situazione da 50 e 50. Se due anni fa perdere poteva starci, questa volta portarla a casa è quasi un obbligo. Per carità, nel calcio tutto può succedere e perdere una finale di Champions League può starci, ma allo stesso tempo non è un lusso che possiamo permetterci. Grazie a Simone Inzaghi abbiamo centrato due finali in tre anni, ma non è detto che a breve torneremo in finale (anche perché ci sono in Europa squadre più forti e più attrezzate, anche economicamente). Quindi l’occasione va sfruttata. Senza se e senza ma.
E ora scusatemi, ma devo andare a cercare una bandiera dell'Inter. FORZA INTER !!!
3 commenti:
Ma davvero no riesci a trovare una bandiera dell'Inter???? No, non ci posso credere.
Ma no, dai. Possibile che non c'è un cristo che venda una bandiera? Dai, quasi impossibile.
Bandiera cercasi disperatamente. Eheheh
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