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sabato 26 marzo 2022

L’ENNESIMO FALLIMENTO DEL CALCIO ITALIANO E LA NECESSITÀ DI PASSARE AI FATTI

No, per quanto mi riguarda, la mancata qualificazione al Mondiale non l’avevo considerata. Non dopo aver vinto l’Europeo, non dopo aver infilato il record di vittorie consecutive, non dopo aver visto una Nazionale che stava tornando a vincere, convincere, entusiasmare. E invece per la seconda volta consecutiva ci toccherà guardare il Mondiale dal divano di casa. 
Un fallimento pesante, secondo alcuni addirittura peggiore di quello di quattro anni fa. La realtà, ahimé, è ben più ampia. Perché le due mancate qualificazioni ai Mondiali sono state precedute da due uscite consecutive ai gironi. Dalla vittoria del 2006 in poi l’Italia è crollata sempre più, rimediando figuracce e fallimenti.
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La vittoria agli Europei? Direi che è stata descritta perfettamente da qualcuno che ha scritto “Se vinci l’Europeo e non ti qualifichi per il Mondiale per due edizioni consecutive non sei l’Italia, ma la Grecia“. Il trionfo europeo poteva essere un punto di partenza e invece probabilmente ha peggiorato la situazione. Perché ci ha convinti che eravamo forti, che avevamo una squadra competitiva, che potevamo giocarcela alla pari con tutte. E invece da settembre ad oggi abbiamo avuto difficoltà con Bulgaria, Irlanda del Nord, Macedonia del Nord. Certo, se Jorginho avesse segnato il rigore contro la Svizzera magari saremmo qui a raccontare ben altre situazioni. Ma l’errore grave post-Europeo è stato quello di potercela giocare con tutti. Giocarcela con tutte? Sarebbe stato interessante vedere questa Nazionale presa a pallate da Brasile, Argentina, Spagna, Inghilterra, anche se allo stato attuale anche il Portogallo martedì prossimo ci avrebbe messo in seria difficoltà. 
Facile e comodo prendersela con Mancini (così come quattro anni fa tutte le colpe furono scaricate su Ventura), ma il movimento calcistico italiano è in crisi, in grave crisi. Lo dimostra anche le figuracce che le squadre di club rimediano in giro per l’Europa (mi viene in mente la Juventus che puntualmente ogni anno viene eliminata da squadre mediocri, ma anche l’Inter che lo scorso anno arrivò ultima nel suo girone o le varie eliminazioni subite da anonime squadre). 
Il problema è che non “fabbrichiamo” più campioni. I giocatori giovani non vengono valorizzati. Si preferisce mandarli altrove a farsi le ossa o farli marcire in panchina o in tribuna. L’Under 21 azzurra tra il 1992 e il 2004 si è laureata Campione d’Europa cinque volte, poi il nulla. Come faceva notare Nicolato, attuale commissario tecnico dell’Under 21, quasi nessuno dei titolari dell’Under 21 è titolare nella propria squadra di club. E alla fine il problema si ripercuote anche sulla Nazionale maggiore, dove si è passati dal “blocco Juve” al “blocco Sassuolo”, dove si preferisce puntare sugli scarti brasiliani e non su qualche giovane italiano, dove ci affidiamo ancora al 40enne Chiellini. 
Il problema non è confermare o non confermare Mancini (se le alternative sono Pirlo, Ranieri, o l’accoppiata Lippi-Cannavaro tanto vale tenersi il ct attuale), il problema è radere al suolo tutto e ripartire da zero. Va rifondato tutto il sistema calcio italiano. A partire dalla concezione anche abbiamo della Nazionale, spesso vista come un’inutile e fastidioso contrattempo. Vanno rifondati i gironi di tutte le categorie, dalla Serie A ai Dilettanti, va dato spazio ai giovani, valorizzare le Primavere, puntare sugli italiani e non su presunti oriundi (ci sono almeno 5-10 attaccanti che avrebbero potuto essere convocati al posto di Joao Pedro). 
I discorsi che si fanno oggi sono stati fatti anche quattro anni fa dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, e anche otto anni fa dopo la fallimentare spedizione in Brasile, e pure 12 anni fa nella altrettanto fallimentare spedizione sudafricana. Facciamo chiacchiere da più di due lustri e di concreto cosa abbiamo fatto. “Una beata minchia”, avrebbe risposto Cetto Laqualunque. E cosa faremo da oggi in poi? Esatto, ancora una beata minchia…
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3 commenti:

Pakos ha detto...

Il discorso è alquanto complesso e riguarda tutti i settori. Come scrivevi tu, sono da riformare tutti i campionati, tanto per cominciare.

DenisBergamini ha detto...

@Pakos. Assolutamente d'accordo. 20 squadre in Serie A sono troppe (e forse anche in Serie B), così come 3 gironi da 20 in Serie C. Bisogna tagliare, tagliare, tagliare.

Salvatore ha detto...

Personalmente mi sarei aspettato le dimissioni immediate di Mancini e Gravina. Anche solo come atto dovuto. Dopo una colossale figuraccia come quella di tre giorni fa sarebbe stato il minimo.