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mercoledì 19 maggio 2021

IL TRICOLORE BLUCERCHIATO, TRENT'ANNI DOPO

Con una vittoria contro il Lecce allo stadio Ferraris di Genova, il 19 maggio 1991 la Sampdoria vinse il suo primo e ancora unico Scudetto in 75 anni di storia. Fu l’ultimo campionato non vinto da una squadra di Torino, Milano o Roma, e l’ultimo di una cosiddetta “provinciale” (anche se di altissimo livello e proveniente dalla città da cui si diffuse il calcio in Italia). Dopo i nove Scudetti del Genoa nei primi del Novecento, quello della Sampdoria rimane l’ultimo vinto a Genova, al culmine di una stagione che vede l'armata blucerchiata avere la meglio sul grande Milan di Sacchi, sul Napoli di Maradona, l'Inter di Trapattoni, la Juve di Baggio e Schillaci, ma anche sul Genoa di Osvaldo Bagnoli che alla fine di quella stagione si qualificherà per la Coppa Uefa. 
Insomma una cavalcata trionfale giunta esattamente un anno dopo la consacrazione europea con la vittoria della Coppa delle Coppe. La Sampdoria del 1991, squadra nata anni prima e finita qualche stagione dopo, lasciò una lunga impronta nel calcio italiano come neanche alcune delle cosiddette “grandi” seppero fare con le loro vittorie. 
Da quella squadra vennero fuori due dei migliori attaccanti italiani degli anni Novanta, i “gemelli del gol” Gianluca Vialli e Roberto Mancini, che poi contribuirono alle vittorie di due delle squadre italiane più vincenti di quel periodo, la Juventus e la Lazio. La Sampdoria campione d’Italia fu anche la squadra di Gianluca Pagliuca, che poi divenne il portiere dell’Inter, dei difensori Pietro Vierchowod e Moreno Mannini, del capitano Luca Pellegrini, del brasiliano Toninho Cerezo e dell’esterno Attilio Lombardo, tutti messi insieme in un gruppo creato da due figure istrioniche e all’avanguardia come l’allenatore slavo Vujadin Boskov e il proprietario, il petroliere Paolo Mantovani. 
Mantovani, nato a Roma e cresciuto fra Cremona e Genova, dove si stabilì nel dopoguerra, comprò la Sampdoria nel 1979 dopo averci lavorato come dirigente nei primi anni di quel decennio. Prese la Sampdoria in Serie B e in tre anni la portò in Serie A. 
Boskov arrivò nel 1986 dopo due stagioni all’Ascoli, portato lì dalla Juventus, di cui sarebbe dovuto diventare allenatore, per dargli il tempo di conoscere meglio il calcio italiano dopo aver allenato a lungo in Spagna, e il Real Madrid nei quattro anni precedenti. Ma per una serie di coincidenze, dopo Giovanni Trapattoni alla Juventus finì Rino Marchesi, e Boskov andò alla Sampdoria. 
Dopo aver vinto tutto quello che aveva potuto, la Sampdoria iniziò la stagione 90-91 sperando che potesse essere quella giusta. Diventata ormai una squadra matura, formata da un gruppo molto unito, anche le condizioni delle altre squadre si dimostrarono favorevoli. 
Con il maggior numero di vittorie stagionali (20), il minor numero di partite perse (3), la seconda miglior difesa del campionato, il miglior attacco, sostenuto dai 19 gol del capocannoniere Vialli e dai 12 di Mancini, il 19 maggio, alla penultima giornata di campionato, la Sampdoria raggiunse i 50 punti in classifica e vinse matematicamente lo Scudetto davanti a Milan, Inter e ai rivali del Genoa, che spinti anche dai successi della Sampdoria disputarono la loro miglior stagione in Serie A in decenni. 
La storia di quella Sampdoria terminò di fatto un anno dopo a Wembley con la dolorosa sconfitta contro il Barcellona di Johan Cruijff nella finale di Coppa dei Campioni, e con un sesto posto in campionato. A fine stagione lasciarono Boskov e gran parte dei giocatori che formavano l’ossatura della squadra. Cerezo tornò in Brasile e Vialli andò alla Juventus.   
Finì così la bellissima storia di una squadra e di una società che riuscì a dare filo da torcere alle big e che dopo 30 anni rimane ancora l'ultima ad aver spezzato l'egemonia Milano-Torino-Roma.

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2 commenti:

Simone ha detto...

Un bellissimo e meritatissimo trionfo di una formazione che ebbe il merito di crescere anno dopo anno, potendo contare su una base solida come il Presidente Mantovani, l'allenatore Boskov e una serie di giocatori fantastici come Mancini, Vialli, Pagliuca, Cerezo, Mannini, Vierchwood, Lombardo e via discorrendo.

Mattia ha detto...

Negli anni 90 ci provarono Parma e Fiorentina a spezzare l'egemonia. Ma con scarsi risultati purtroppo.