ARTICOLI RECENTI

domenica 4 settembre 2016

FACCHETTI, UN RICORDO LUNGO DIECI ANNI

E poi ti accorgi che di colpo sono passati 10 anni. Dieci anni da quel lunedì’ pomeriggio quando mentre tornavo da lavoro mio fratello mi mandò un messaggio “E’ morto il Presidente. Giacinto non c’è più”.
Dieci anni, quanta acqua è passata sotto i ponti? Calciopoli era scoppiata pochi mesi prima. All’Inter era stato assegnato lo scudetto che molti definiscono “di cartone” e che invece rimane il simbolo che “giustizia era stata fatta” (almeno parzialmente perché la Juventus se la cavò con una pena minima e alcuni personaggi coinvolti ancora gravitano intorno al mondo del calcio). Quello era lo scudetto del Cipe, del “brindellone” che molti sbeffeggiavano. Sono poi arrivati altri scudetti, altre gioie, l’incredibile Triplete, allenatori bravi e meno bravi (Facchetti e Mourinho si sarebbero trovati bene insieme), e poi i giocatori, i tanti campioni che hanno reso grande la maglia nerazzurra. Non tutti le hanno reso onore come fece Giacinto (ogni riferimento a Balotelli non è puramente casuale), non tutti l’hanno amata come fece lui.

Persino la proprietà è cambiata in questi dieci anni. Chissà come avrebbe preso l’addio di Moratti e l’arrivo di Thohir prima e dei cinesi dopo.
Magari con la sua solita gentilezza ed educazione ci avrebbe spiegato che purtroppo è la globalizzazione e che l’arrivo dei cinesi era inevitabile e avrebbe portato benefici alle finanze nerazzurre. Ma nel suo cuore avrebbe sofferto. Sofferto nel vedere la sua Inter in mano ai cinesi e non ai Moratti. Lui che in qualche modo era l’anello di congiunzione tra la Grande Inter di Moratti padre e l’Inter di Moratti figlio.
Ci manca Giacinto. O forse no. Perché in fondo Giacinto è sempre con noi, nei nostri discorsi, nei nostri ricordi (soprattutto di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo di persona, fortuna che il sottoscritto non ha purtroppo avuto), nelle nostre parole. Qualche giorno fa leggevo su un gruppo di Facebook "Ci sono giorni in cui essere interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore". E’ una frase che disse il grande Cipe e che dimostra che non l’abbiamo mai scordato e mai lo scorderemo. Ciao Cipe.
”La morte non esiste. La gente muore solo quando viene dimenticata”. (Isabel Allende)

1 commento:

Brother ha detto...

Passano gli anni ma il ricordo è sempre vivo nei nostri cuori. Ciao Grande Cipe.