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martedì 11 agosto 2015

STORIE DI BIDONI - CLAUDIO DANIEL BORGHI

Acquistati con la fama di campioni in grado di fare la differenza e finiti presto nel dimenticatoio. Sono tanti i bidoni arrivati in Italia preceduti e/o seguiti da grandi titoli di giornali e grandi aspettative dei propri tifosi e andati via senza troppo rimpianti. Elencarli tutti è impossibile, proveremo a ricordarne qualcuno.

CLAUDIO DANIEL BORGHI
Luogo di Nascita: Buenos Aires (Argentina)
Data di Nascita: 28/09/1964
Ruolo: Centrocampista
Squadra: Milan, Como

Finale di Coppa Intercontinentale del 1985: la Juventus sconfigge ai calci di rigore l’Argentinos Juniors. Claudio Daniel Borghi, fantasista della squadra sudamericana, gioca una partita a dir poco spettacolare e Silvio Berlusconi, fresco Presidente del Milan, resta ammaliato dalle sue qualità di regista d’attacco di chiaro stampo sudamericano. Nel palmares dell’argentino figura anche un titolo Mondiale conquistato con la Nazionale biancoazzurra, ma a dire il vero il suo apporto si limita a due miseri scampoli di partita nelle fasi preliminari. La sorte gli offre una maglia rossonera, ma gli procura anche due concorrenti terribili: nel Milan giocano due olandesi, di nome Gullit e Van Basten ed a Claudio viene concesso di giocare solo il Mundialito Club, che il Milan vince senza affanni.
Arrigo Sacchi, all’inizio della stagione 1987/88, lo boccia senza appello: non c’è spazio in squadra per lui. Cosicché Berlusconi lo cede in prestito, malvolentieri, al Como di Aldo Agroppi. Per Borghi è una mazzata: insidiato anche dall’altro regista comasco, Egidio Notaristefano, gioca poco, e quasi sempre male. A fine campionato arriva la sentenza definitiva: Sacchi sceglie Rijkaard come terzo straniero. Borghi è costretto a prendere la via dell’esilio e se ne va in Svizzera, nel Neuchatel Xamax, ma dopo qualche mese fa ritorno in Argentina. Per qualche anno fa il girovago, giocando in Brasile e Messico, poi torna in Patria nel 1995 e tre anni più tardi decide di ritirarsi. Un grande talento che in Italia non è mai esploso. Insomma, l’ennesima vittima di Sacchi. Oggi fa il procuratore in società con Hugo Rubio in Cile, e ogni tanto non disdegna di mandare una bella “frecciatina” a Sacchi, dipingendolo come un vero aguzzino. Che in merito al talento di Borghi ha però saputo guardare più in là del proprio naso.
 Articolo tratto da: www.calciobidoni.it

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1 commento:

Michele ha detto...

Più che un bidone, diciamo che fu un giocatore che non riuscì ad ambientarsi. Bisogna fare delle distinzioni fra il bidone vero e proprio (Caraballo, Danuello, Calderon, Hugo Maradona) e il giocatore che fece cilecca in Italia (Borghi, Rush, Bergkamp).