Perché l’Inter? Me lo sono chiesto molte volte, convinto che ci debba sempre essere un
perché in ogni scelta e anche il fatto di tifare per l’Inter dovrebbe avere una motivazione. E invece non riesco a trovarla. Non ho avuto qualcuno che mi ha spinto a tifare Inter (papà è simpa
tizzante juventino e l’influenza degli zii è arrivata dopo), non c’è stato un episodio particolare, semplicemente sono tifoso dell’Inter. Probabilmente ha ragione mio fratello quando sostiene che l’Inter noi l’abbiamo nel Dna e che nelle nostre vene scorre sangue nerazzurro.
Ora l’Inter, la “mia” Inter, compie 100 anni. Un secolo. E gli ultimi 20 anni la storia dell’Inter ha camminato in parallelo con la mia vita recitandon
e un ruolo essenziale.
Nerazzurramente parlando non sono stati anni facili. Ho vissuto di striscio lo scudetto dei record prima che arrivassero gli anni bui del “non vincete mai”. Tre coppe Uefa e tante delusioni negli anni 90, poi l’arrivo di Mancini portò qualche piccolo trofeo (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) prima che Calciopoli avrebbe rimesso tutto a posto e i colori nerazzurri sarebbero ritornati a svettare in alto.
Per questioni anagrafiche, infatti, mi sono perso la Grande Inter. Non ho avuto il piacere di vedere l’imbattibile squadrone del mago Herrera che fece incetta di trofei dentro e fuori l’Italia. Tre scudetti, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe Intercontinentali. Una squadra da sogno che difficilmente troverà eguali.
Sempre per questioni anagrafiche, come detto, ho preso “di striscio” lo scudetto del 1989. Ho ricordi molto sfocati, quasi sbiaditi. Come un sogno molto vago, direi qu
asi confuso.
Purtroppo invece ricordo bene gli anni 90. I pomeriggi passati con l’orecchio attaccato alla radio ascoltando le partite, io e mio fratello in religioso silenzio aspettando che la voce del radiocronista annunciasse il gol dell’Inter. Era l’epoca in cui in edicola usciva un settimanale chiamato “Inter Squadra Mia” dove c’erano le notizie dei nostri beniamini e, soprattutto, c’erano in regalo tanti gadget nerazzurri: bandane, portachiavi, porta fotografie. Con mio fratello mettevamo da parte i soldi per poterlo comprare ogni settimana. Alcuni di quegli oggetti li ho ancora. Ormai sono d
iventati preziosi cimeli.
L’Inter era quella di Trapattoni e del trio tedesco, poi quella di Bagnoli e di Ruben Sosa e successivamente quella olandese con Bergkamp e Jonk. Erano gli anni delle Coppa Uefa vinte come piccolo premio di consolazione, mera soddisfazione per chi non vinceva mai. Poi arrivò l’epoca di Tele+, di Stream e infine di Sky. Le partite da poter seguire la domenica pomeriggio, le prime riunioni di massa con amici e parenti, la stagione 97-98 seguita al grido di “via nerazzurri via”, le urla, gli abbracci, il solito nucleo storico io, mio fratello, mio zio e mio cugino.
La stagion
e 97-98 fu una stagione straordinaria. Ronaldo era strepitoso e da solo bastava a reggere in piedi un’Inter operaia messa su con grande intelligenza da Gigi Simoni. Ma l’ombra della Cupola bianconera vegliava su quel campionato e ci toccò mandare giù l’ennesimo boccone amaro. Nella stagione 2001-2002 la storia si ripeté. L’Inter perse lo scudetto all’ultima giornata in quel 5 maggio diventato ormai un’orribile incubo. La cupola moggiana
fece il suo dovere, ma l’Inter ci mise molto del suo andando a perdere all’ultima giornata a Roma contro la Lazio una partita scellerata che aveva già praticamente in tasca. Era un’Inter molto “corazon e convincimento” come il suo condottiero, quel Hector Cuper che rimane tra i miei allenatori preferiti. Era l’Inter di Ronaldo e di Bobo Vieri. Il Fenomeno a fine stagione ci tradì approdando a Madrid. Quella stagione, nonostante il brutto finale, fu memorabile. Personalmente è sicuramente la stagione più bella per emozioni, sens
azioni e gioie.
L’urlo rimase in gola e ci toccò aspettare Calciopoli per riassaporare l’ebbrezza della vittoria in campionato, anche se avevamo già messo in bacheca due coppa Italia e due Supercoppe Italiane. Il resto è storia attuale con un’Inter che domina il campionato da due stagioni
Dici Inter e rischio di annegare nei ricordi, nei mille aneddoti più o meno belli, come quando Baggio mise ko il Real Madrid, come quando Adriano ci fece vincere il derby al ’90, co
me quando recuperammo 3 gol alla Sampdoria in 4 minuti, come quando perdemmo 2-0 con l’Aston Villa in Coppa Uefa e poi ribaltammo il risultato con Klismann, Berti e Bianchi, come quando vincemmo la Coppa Uefa a Parigi battendo la Lazio.
Dici Inter e pensi ai tanti campioni che hai visto il trio tedesco Matthaus-Klinsmann-Brehme, Zenga, Berti, Zio Bergomi, Ferri, Bergkamp, Sosa, Bianchi, Ronaldo, Vieri, Branca, Ganz, Cholo Simeone, Zamorano, Capitan Zanetti, Materazzi, Pagliuca, Toldo,
Blanc, Roberto Baggio, Ibrahimovic, Cruz, Crespo, Adriano, Cambiasso, West, Cordoba, Serena, Djorkaeff, Chino Recoba, Diaz.
Dici Inter e pensi ai campioni del passato che hai conosciuto solo attraverso le immagini e i racconti. Mazzola, Facchetti, Corso, Boninsegna, Altobelli, Meazza, Angelillo, Rummenigge, Suarez, Oriali, Bordon, Sarti, Domenghini, Jair,
Beppe Baresi, Beccalossi, Lorenzi, Skoglund, Passarella.
Dici Inter e pensi a cosa sarebbe stata la tua vita senza di lei, ai mille aneddoti che avresti da raccontare. Dici Inter e ti accorgi che un post non basterebbe a dire tutto ciò che vorresti dire.
E allora semplicemente, quasi banalmente dal profondo del mio cuore (ovviamente nerazzurro) auguro un caloroso


Ora l’Inter, la “mia” Inter, compie 100 anni. Un secolo. E gli ultimi 20 anni la storia dell’Inter ha camminato in parallelo con la mia vita recitandon

Nerazzurramente parlando non sono stati anni facili. Ho vissuto di striscio lo scudetto dei record prima che arrivassero gli anni bui del “non vincete mai”. Tre coppe Uefa e tante delusioni negli anni 90, poi l’arrivo di Mancini portò qualche piccolo trofeo (Coppa Italia e Supercoppa Italiana) prima che Calciopoli avrebbe rimesso tutto a posto e i colori nerazzurri sarebbero ritornati a svettare in alto.

Per questioni anagrafiche, infatti, mi sono perso la Grande Inter. Non ho avuto il piacere di vedere l’imbattibile squadrone del mago Herrera che fece incetta di trofei dentro e fuori l’Italia. Tre scudetti, 2 Coppe Campioni, 2 Coppe Intercontinentali. Una squadra da sogno che difficilmente troverà eguali.
Sempre per questioni anagrafiche, come detto, ho preso “di striscio” lo scudetto del 1989. Ho ricordi molto sfocati, quasi sbiaditi. Come un sogno molto vago, direi qu

Purtroppo invece ricordo bene gli anni 90. I pomeriggi passati con l’orecchio attaccato alla radio ascoltando le partite, io e mio fratello in religioso silenzio aspettando che la voce del radiocronista annunciasse il gol dell’Inter. Era l’epoca in cui in edicola usciva un settimanale chiamato “Inter Squadra Mia” dove c’erano le notizie dei nostri beniamini e, soprattutto, c’erano in regalo tanti gadget nerazzurri: bandane, portachiavi, porta fotografie. Con mio fratello mettevamo da parte i soldi per poterlo comprare ogni settimana. Alcuni di quegli oggetti li ho ancora. Ormai sono d

L’Inter era quella di Trapattoni e del trio tedesco, poi quella di Bagnoli e di Ruben Sosa e successivamente quella olandese con Bergkamp e Jonk. Erano gli anni delle Coppa Uefa vinte come piccolo premio di consolazione, mera soddisfazione per chi non vinceva mai. Poi arrivò l’epoca di Tele+, di Stream e infine di Sky. Le partite da poter seguire la domenica pomeriggio, le prime riunioni di massa con amici e parenti, la stagione 97-98 seguita al grido di “via nerazzurri via”, le urla, gli abbracci, il solito nucleo storico io, mio fratello, mio zio e mio cugino.
La stagion



L’urlo rimase in gola e ci toccò aspettare Calciopoli per riassaporare l’ebbrezza della vittoria in campionato, anche se avevamo già messo in bacheca due coppa Italia e due Supercoppe Italiane. Il resto è storia attuale con un’Inter che domina il campionato da due stagioni
Dici Inter e rischio di annegare nei ricordi, nei mille aneddoti più o meno belli, come quando Baggio mise ko il Real Madrid, come quando Adriano ci fece vincere il derby al ’90, co

Dici Inter e pensi ai tanti campioni che hai visto il trio tedesco Matthaus-Klinsmann-Brehme, Zenga, Berti, Zio Bergomi, Ferri, Bergkamp, Sosa, Bianchi, Ronaldo, Vieri, Branca, Ganz, Cholo Simeone, Zamorano, Capitan Zanetti, Materazzi, Pagliuca, Toldo,

Dici Inter e pensi ai campioni del passato che hai conosciuto solo attraverso le immagini e i racconti. Mazzola, Facchetti, Corso, Boninsegna, Altobelli, Meazza, Angelillo, Rummenigge, Suarez, Oriali, Bordon, Sarti, Domenghini, Jair,

Dici Inter e pensi a cosa sarebbe stata la tua vita senza di lei, ai mille aneddoti che avresti da raccontare. Dici Inter e ti accorgi che un post non basterebbe a dire tutto ciò che vorresti dire.
E allora semplicemente, quasi banalmente dal profondo del mio cuore (ovviamente nerazzurro) auguro un caloroso

BUON COMPLEANNO INTER
Leggi anche il post su Corner
4 commenti:
Bello il tuo racconto della tua vita nerazzurro.
Forse un pò troppo sintetico ma del resto è normale.
BUON COMPLEANNO INTER
FORZA INTER
buon compeanno inter anche se solo da poco si può festeggiare concretamente qualcosa..ciao
Ciao entius! Sono il webmaster del blog di Super Juventus e vorrei farti questa domanda:
Come hai fatto a inserire "due colonne di Layout" sul tuo blog?
PER RISPONDERMI INVIAMI UNA E-MAIL A QUESTO INDIRIZZO:
webmaster@superjuventus.zzn.com
GRAZIE MILLE!
P.S.
Auguri per i vostri cento anni!
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