CLASSE A – Analisi e commenti sul Campionato Italiano
Il Torino (o, se preferite, il Toro) guarda tutti dall’alto in basso. Dopo cinque giornate la vetta della classifica di Serie A si è colorata di granata, solo di granata. Napoli, Juventus, Inter, Milan, Roma, Atalanta, Lazio: tutti dietro. A comandare, dopo quasi mezzo secolo, c’è il Toro guidato da Paolo Vanoli.
Correva la stagione 1976-77, il Torino di Gigi Radice e Orfeo Pianelli giocava con lo scudetto sulla maglia e se la batteva partita dopo partita con la Juventus, che dopo il trionfo granata del 16 maggio 1976, era corsa ai ripari ingaggiando in panchina Giovanni Trapattoni.
Quel campionato fu una corsa a due. Torino e Juventus si alternarono al comando per tutta la stagione, appaiate fino a 4 giornate dalla fine, poi i bianconeri vinsero 2-1 con il Napoli mentre i granata non andarono oltre lo 0-0 con la Lazio, e il Torino entrò nella storia come la prima e unica squadra a perdere lo scudetto con 50 punti conquistati. Su 60.
Nessuno all’epoca poteva immaginare che il gol di Zaccarelli al Foggia all’allora Comunale il 30 gennaio 1977, mentre la Juventus perdeva a Roma per 3-1, avrebbe significato l’ultima volta il Toro solitario in testa alla classifica, 24 punti contro i 23 della Juve inseguitrice.
Più di 47 anni fa.
Così, 14.679 giorni dopo, ha fatto un certo effetto ritrovare il colore granata al comando davanti a tutti. Per carità, il calcio d’agosto (e di settembre) è quello che è, le cinque giornate del Torino dovranno poi confrontarsi con le trentatré restanti e magari fra un paio di settimane la formazione torinista tornerà nelle retrovie. Ma vuoi mettere il piacere di ritrovarsi per sette giorni al comando del campionato senza nessuno intorno?
In pochi, forse solo quelli che lo hanno assemblato in estate, si aspettavano una partenza così. Quasi vittoria in casa del Milan, vittoria con Atalanta e Venezia, pareggio molle con il Lecce e vittoria con personalità a Verona.
Di sicuro non se l’aspettava una parte dei tifosi, che non aveva preso benissimo le cessioni estive di Alessandro Buongiorno e Raoul Bellanova e che però non si era accorta di chi il presidente e Vagnati stavano portando a Torino, a partire da un allenatore ambizioso e con idee.
Vanoli Paolo da Varese, classe 1972, ha assemblato i giocatori a disposizione e in poche partite ha dato identità a un gruppo, affidando la regia a un Ricci in grande crescita, prendendo il meglio da nuovi acquisti come Saul Coco, Borna Sosa o Che Adams, riscoprendo le parate di Milinkovic-Savic e investendo di grandi responsabilità (ampiamente ripagato dai risultati) Duvan Zapata. E il Toro ora fa gol, lo stesso Toro che lo scorso campionato per ben 17 partite andò in bianco.
Ora comincia il difficile: domenica c’è la Lazio all’ora di pranzo. Un’occasione per dare altri segnali di crescita. E magari mantenere per un’altra settimana quella vetta della classifica conquistata dopo 14.679 giorni..
Il Presidente della Repubblica era Leone, del Consiglio Moro.
— Corsivi Granata 🐦 (@CorriereG) September 22, 2024
In Friuli non c'era ancora stato il terremoto, stava per uscire Bohemian Rhapsody (costo: 4000 lire).
John Lennon era ancora vivo e i ghiacciai esistevano ancora.
L'ultima volta che il Toro era in testa al campionato.
MATTIA. Il Calcio è la metafora della vita. O forse è la vita ad essere la metafora del calcio. Sono più di 20 anni che sto cercando di capirlo.
4 commenti:
Inizio molto positivo. Vediamo cosa succederà domenica, è un bel banco di prova.
Un fuoco di paglia che si spegnerà molto presto.
Figuriamoci se fanno rimanere il Torino così in alto...
@BlackWhite. Attenti a non bruciarvi...
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