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giovedì 19 novembre 2020

“IL COLLETTIVO È LA VERA FORZA DELL’INTER. IL TORINO DOVRÀ GIOCARE LA PARTITA PERFETTA”. Intervista Esclusiva con Elena Rossin

Domenica si riparte col campionato e l’Inter è attesa dalla sfida contro il Torino. Per parlare di Inter-Torino (ma non solo…) ho deciso di intervistare Elena Rossin, giornalista di Torino Granata e Tuttomercatoweb. È uscita fuori una piacevole chiacchierata dove si è parlato di Torino, di Inter, ma anche della pandemia e del ruolo delle donne nel mondo del calcio. 
Come arriva il Torino alla sfida con l’Inter? 
Non è facile dirlo oggi perché alcuni giocatori sono ancora in giro con le Nazionali, quindi bisogna vedere in che condizioni si ripresenteranno a Torino. Sicuramente ci sarà la novità che non ci sarà Giampaolo in panchina, perché purtroppo è risultato positivo al Covid e pertanto non potrà essere presente. Anche se con il suo vice Conti sono in grande sintonia e quindi dal punto di vista tecnico non ci dovrebbero essere particolari scossoni. Sebbene, si sa, una minima differenza tra avere in panchina l’allenatore titolare o il suo vice c’è sempre. Per il resto bisogna un po’ capire chi giocherà, soprattutto se, come sembra, verrà riproposta la coppia di centrali composta da Bremer e Lyanco, chi affiancherà Belotti in attacco, quindi se sarà ancora Verdi oppure se Giampaolo punterà su Bonazzoli o magari Zaza, anche se è più difficile perché è stato fuori per Covid e deve avere comunque il tempo materiale per recuperare la condizione migliore. Ci sono molti aspetti che rendono difficile dire in che stato arriverà il Torino. Sicuramente deve arrivare diverso da quello che abbiamo visto contro il Crotone. Su questo non ci sono dubbi, perché se giocherà come ha fatto contro il Crotone, è difficile che esca dal Meazza con qualche punto in tasca. 
Il Torino ha avuto un inizio di stagione al di sotto delle attese. Considerando anche la rosa a diposizione di Giampaolo ci si aspettava qualcosina in più. Cosa è mancato finora? 
È mancato l’arrivo di due giocatori fondamentali per il gioco di Giampaolo che sono un regista davanti la difesa e un vero trequartista. Poi si è passato da una difesa che per anni ha giocato a tre ad una difesa a quattro, quindi sono cambiati i movimenti. È cambiato il modo di interagire non solo tra i difensori, ma anche tra i difensori e gli altri compagni. Poi non è stata risolta del tutto la questione di alcuni giocatori, sto pensando ad Izzo che era un punto cardine e saldo della difesa del Torino e invece ora non lo è più. E anche questo ha influito sugli equilibri all’interno dello spogliatoio. E poi c’è questo Covid che incombe su tutto e su tutti. Ma questo non vale solo per il Torino, ma per tutti. E ciò comporta che ci si alleni in modo discontinuo e comporta l’assenza di alcuni giocatori e di conseguenza bisogna andare a sopperire a queste assenze. Tutte queste circostanze messe insieme hanno portato a questo inizio di stagione difficoltoso per il Torino. 
Forse è mancata anche una seconda punta al fianco di Belotti. Verdi, Bonazzoli, Zaza, non hanno reso per come ci aspettavamo. 
Verdi purtroppo è da quando è arrivato al Torino, quindi dallo scorso anno, che fatica ad ingranare. Ha faticato in precedenza con Mazzarri e Longo e sta faticando ora con Giampaolo. Bonazzoli è arrivato alla fine del mercato, quindi non ha avuto il tempo di fare la preparazione con il resto della squadra e si è trovato ad agire in un contesto in cui i compagni erano in difficoltà e pertanto in questi casi è più difficoltoso entrare nei meccanismi del gioco. Forse bisogna cercare di trovare delle soluzioni diverse per Belotti. In Nazionale, ad esempio, Belotti gioca con due esterni d’attacco e nell’anno in cui nel Torino faceva più gol stava insieme a Iago Falque e Ljajic, due giocatori che non sono delle seconde punte o delle altre prime punte. Verdi può giocare da trequartista, da seconda punta, esterno d’attacco non ha un ruolo specifico, Zaza è una punta come Belotti. Bonazzoli, anche lui può essere una seconda punta, però bisogna vedere quanto riesce ad interagire con Belotti e quanto viene supportato anche lui dalla squadra. Perché uno come Belotti che svaria sul tutto il fronte d’attacco, che va a recuperarsi i palloni a metà campo, che fa un lavoro di grandissimo sacrificio, ha bisogno di un supporto di un certo tipo, Bonazzoli magari ha bisogno di un altro tipo di supporto da parte del resto della squadra. E poi, come detto, deve trovare l’intesa con Belotti. Se consideriamo che Bonazzoli è arrivato l’ultimo giorno di mercato, che Belotti è andato via già due volte per la Nazionale, non è che l’ex giocatore della Sampdoria abbia avuto tutto questo tempo per interagire con il Gallo e trovare un’intesa. 
Il bilancio delle ultime sfide parla di 3 vittorie nerazzurre negli ultimi 9 precedenti. Il Torino potrebbe uscire indenne da San Siro domenica pomeriggio o la vedi una sfida abbastanza “squilibrata” tra le due squadre? 
Tutto dipende da come sarà l’Inter, secondo me. Perché l’Inter, nonostante sia molto più avanti del Torino in classifica, ha avuto anche lei un avvio difficile. Tutti si aspettavano un’Inter antagonista della Juventus e invece non è stato così. E quindi tutto dipenderà da cosa riuscirà ad ottenere Conte dai suoi giocatori domenica pomeriggio. Anche lui ha tantissimi giocatori che rientrano da più parti del mondo, ci sono poi alcuni giocatori che sono risultati positivi al Covid, ci sono giocatori che Conte vede di più e altri che vede di meno. Il Torino o riesce a fare la partita con la P maiuscola, quindi non sbagliare assolutamente niente e a sfruttare tutte le difficoltà che può avere l’Inter durante la gara oppure c’è il rischio che esca da San Siro senza niente in tasca. 
Chi temi di più dell’Inter? 
Nessuno in particolare, sinceramente. È una squadra che se è in giornata, e la maggioranza dei giocatori gira bene, può essere difficile da affrontare per chiunque non solo per il Torino. Per dire, al Milan togliamo Ibrahimovic e abbiamo tolto tutto, la Juventus gli togliamo Cristiano Ronaldo e gli abbiamo tolto quasi tutto, ovviamente con le dovute proporzioni, perché non è che gli altri giocatori del Milan o della Juventus siano scarsi. Nell’Inter invece non mi sembra, almeno in questo inizio di campionato, di vedere IL giocatore, quello che comunque ti fa sempre la differenza. Ci sono tanti buoni giocatori però non c’è appunto quello che sembra l’uomo chiave. Dipende tutto dal collettivo dell’Inter, questo a prescindere se deve giocare col Torino o quando deve affrontare un’altra squadra, magari anche in ambito europeo. 
Quindi il collettivo è la forza di questa squadra, secondo te. 
Sia la forza che la debolezza. Se non gira bene l’intera squadra allora può avere dei problemi, se invece girano tutti bene allora è una bella corazzata. 
Diciamo che in questo inizio di stagione è stata più la debolezza che la forza. 
Sì, però tutto dipende da quali erano gli effettivi obiettivi che si chiedevano alla squadra e a Conte. Vuoi per la proprietà cinese, vuoi per la dirigenza italiana che fa da tramite, ma sembra che non sempre sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda. E forse anche lì derivano i problemi sul mercato e di conseguenza sulla squadra. Conte sappiamo tutti che è un allenatore “sanguigno”, che ha bisogno di avere i giocatori che vuole. E negli ultimi anni all’Inter è mancato proprio questo, il non dare all’allenatore tutti i giocatori richiesti. 
Quali sono le ambizioni del Torino in questa stagione? Una salvezza tranquilla o può puntare a qualcosa in più? 
Tenuto conto di come è andato lo scorso anno quando la salvezza è arrivata a due giornate dalla fine e tenuto conto dell’avvio di quest’anno, non si può pretendere dal Torino qualcosa di più di una salvezza tranquilla. E per salvezza tranquilla intendo che non devi arrivare a cinque giornate dalla fine a quattro punti dal terz’ultimo posto, significa essere a metà classifica, non correre nessun rischio di retrocedere. Questo è quello che bisogna chiedere al Torino. Se poi dovesse andare tutto bene, Giampaolo riuscisse a trovare la quadra perfetta, se a gennaio la società decidesse di prendere dei rinforzi che in effetti servono, seguendo le indicazioni di Giampaolo, se qualche altra squadra girasse meno bene, e allora magari il Torino potrebbe aspirare a qualcosina in più del centroclassifica e avvicinarsi alla zona Europa. Ma allo stato attuale la vedo molto dura anche arrivare ai preliminari di Europa League. 
Quanto può influire la pandemia sul regolare svolgimento del campionato? 
Io direi che influisce totalmente. Perché non esiste una squadra che si stia allenando regolarmente. Abbiamo già avuto un campionato, quello scorso, che è finito molto più avanti, una pausa estiva molto più breve, le preparazioni che vengono fatte in estate completamente stravolte. L’unica cosa positiva che in estate non ci sono state le tournée internazionali che possono impedire alle squadre di allenarsi per bene. Ma per il resto, chi più chi meno, tutti hanno avuto giocatori che non si sono potuti allenare. Perché nel momento in cui sei positivo, non è come quando sei in vacanza che vai a casa e fai un mantenimento di un certo tipo. Fai molto molto meno, quasi nulla. Quindi perdi la forma, perché ti alleni poco o non ti alleni abbastanza, poi devi fare il tampone, stare attento a questo e a quello. In più giochi con l’angoscia di contrarre il virus. È una situazione allucinante, che stiamo vivendo un po’ tutti, in qualsiasi parte del mondo. Siamo in un situazione in cui secondo me il campionato verrà deciso più che dalle capacità dei giocatori e dalla bravura delle società nell’assemblare le squadre, da cosa farà o non farà il Coronavirus. Basta vedere cosa è successo alla Juventus. È vero che ha cambiato allenatore, ma gli hai tolto Ronaldo perché era positivo al Covid ed è andata in difficoltà. E lo stesso potrebbe succedere per squadre non di alta classifica, se ad una squadra di medio-bassa classifica gli togli dei giocatori cambia tutto. Vedi cosa è successo al Genoa che ad un certo punto ne aveva fuori tipo 18-19, non ricordo bene il numero. Cosa fai quando hai tutta la squadra ferma? Niente, non puoi fare assolutamente niente. Questo mi sembra fondamentale per dire che il campionato è falsato. Per carità, non è colpa di nessuno. Se ci si infetta tutti insieme in una volta sola, si ferma il campionato per due settimane, si ristabiliscono tutti e poi riprendi tutti insieme. Invece colpisce una volta qui, una volta lì, una volta colpisce questa squadra, una volta quella, poi colpisce il giocatore chiave, la volta dopo 3-4 gregari. Insomma una situazione che sicuramente falsa il campionato. 
L’ideale a quel punto sarebbe fermare tutto. Ma in questo modo sai quanto ti fermi, ma non sai quanto ricominci. 
È un po’ come il lockdown in Italia, lo fai quando diventa necessario, ma poi hai danni economici, e anche nel calcio ci sono danni economici gravi, talmente pesanti, per cui ti chiedi se fermare tutto non diventa quasi peggio della mancanza a random di alcuni giocatori. 
Un’ultima domanda. Quando è difficile per una donna lavorare in un ambiente prettamente maschile? C’è ancora il concetto per cui la donna non capisce nulla di calcio o questa cosa è stata un po’ superata? 
Diciamo che non solo nel calcio, anche in altri ambienti lavorativi, le donne hanno sempre un ruolo più marginale rispetto agli uomini. Il calcio è un ambito prettamente maschile e il fatto che le donne non abbiano mai giocato, nemmeno a livello amatoriale, si crede che non capiscano abbastanza. Invece al giorno d’oggi col fatto che possiamo vedere migliaia di partite, in televisione o dal vivo, puoi non avere avuto l’esperienza del gioco in campo, però hai l’esperienza che ti sei fatto negli anni vedendo partite. Poi diciamocela tutta, non tutti i giornalisti sono ex calciatori, hanno giocato o giocano a calcio, anche semplicemente a livello amatoriale. Diciamo che nel terzo millennio questo retaggio bisognerebbe superarlo, sebbene qualche pregiudizio purtroppo rimane sempre. E questo non vale solo nel calcio, ma in tutti gli ambiti lavorativi. Per carità io non sono femminista, ma credo che se uno è competente è competente, a prescindere se sia uomo o donna. 
Parere mio personale. Per quanto riguarda l’ambito calcistico-giornalistico in televisione influisce soprattutto il fatto che alcuni puntino più sul mostrare l’immagine che non la competenza. 
Certo. Siamo in un mondo di immagine. L’aspetto fisico non dovrebbe centrare a meno che uno non faccia la modella. Invece conta, ma conta, seppur in percentuale minore, anche negli uomini. 
La piacevole chiacchierata (chiamarla semplicemente intervista mi sembra riduttivo) si conclude qui. Sebbene Elena Rossin abbia dimostrato grande disponibilità, non mi sembrava il caso di abusare eccessivamente della sua gentile cortesia. 
Inter-Torino è una sfida con molte incognite ed è aperta ad ogni risultato. Molto dipenderà da come verrà affrontata la sfida dai due allenatori e dai giocatori che scenderanno in campo. Come si dice in questi casi... vinca il migliore!!!

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11 commenti:

Lady Marianne ha detto...

Complimenti. Bella chiacchierata. Avete toccato parecchi punti e sono daccordo con quello che dice lei: se uno è competente è competente, a prescindere se sia uomo o donna.

Mattia ha detto...

Bella intervista. Soprattutto non banale. Sei, anzi siete, riusciti a toccare più argomenti, con spunti davvero interessanti. E riguardo l'influenza del Covid sul nostro campionato, sono ahimè più che d'accordo.

Entius ha detto...

@Mattia. Pienamente daccordo. E' uscita fuori una bella chiacchierata. Merito soprattutto di Elena Rossin, persona estremamente gentile e cortese.
Ne abbiamo parlato in più di un'occasione di come sia difficile riuscire ad ottenere delle interviste, di come tendenzialmente molti non siano disponibili a rilasciare interviste.
Lei invece è stata fin da subito disponibile e molto cortese. E anche durante l'intervista non è stata "sbrigativa", anzi tutt'altro. Ero più io preoccupato di farle perdere tempo... :-)

Brother ha detto...

Permettimi di obiettare sul fatto che l'Inter sia un collettivo. In questo inizio di stagione siamo stati molto Lukaku-dipendente.
Per il resto, considerazioni abbastanza condivisibili.

Matrix ha detto...

Lukaku-dipendenza a parte, vorrei sottolineare un'interessante riflessione che fa: "sembra che non sempre sono tutti sulla stessa lunghezza d’onda."
E' una sensazione che qualche volta ho avuto anche io. Non sempre dirigenza, proprietà e allenatore sembrano in sintonia.

Nerazzurro ha detto...

Intervista interessante, ma trovo molto più interessante l'intervistata... eheheheh
Battute a parte, molti spunti interessanti, su alcune cose sono daccordo, su altre un pò meno, ma si vede che non è la solita banale intervista con quelle due-tre cose trite e ritrite.

Winnie ha detto...

Direi che ha sviscerato molto bene le varie tematiche, centrando bene alcuni punti. Come il fatto che l'Inter ha un grande collettivo o che a volte non c'è sintonia fra società e allenatore.

Collettivo Contro i Ladri di Scudetti ha detto...

Campionato falsato dalla pandemia?
Sarebbe la prima volta.
Gli altri anni è stato falsato dagli arbitri.

Brother ha detto...

@Collettivo. Tu pensi che quest'anno sarà falsato SOLO dalla pandemia? Basta vedere queste prime giornate e contare gli episodi "sfortunati" ai danni dell'Inter.

Anonimo Romanista ha detto...

In tutta sincerità, l'avevamo già capito che questa pandemia sta condizionando se non falsando la stagione. Era da mettere in preventivo, purtroppo.

Simone ha detto...

Speriamo almeno che il campionato venga falsato in bene, magari con una lotta scudetto più incerta e qualche sorpresa sparsa qua e là.