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martedì 28 novembre 2017

BYE BYE MONTELLA (dallo scudetto d’agosto all’esonero di novembre il passo è breve…)

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Doveva riportare il Milan in alto, lottare per lo scudetto con Juventus e Napoli e invece l’avventura di Vincenzo Montella sulla panchina rossonera finisce qui. Appena 20 punti in 14 giornate, 18 meno della capolista Napoli, 16 di distacco dai cugini nerazzurri, sei sconfitte, un gioco che non ha mai effettivamente entusiasmato, qualche difficoltà di troppo nell’assembleare i tanti troppi acquisti estivi (e in questo Fassone e Mirabelli hanno la loro buona dose di colpe…). Alla fine la scelta è diventata inevitabile: Esonero.
Il tecnico rossonero paga il fatto di non aver dato un gioco alla squadra, vittima e schiavo dei continui esperimenti che da luglio a oggi non ha portato a un'identità di squadra o a un undici titolare. Contro il Torino in uno 0-0 deludente nonostante le grandi parate di Sirigu, Montella ha schierato la ventitreesima formazione diversa in altrettante gare, ma senza mai aver trovato la quadra a dispetto delle parole ottimistiche in conferenza stampa prima e dopo le partite.
La scelta societaria è ricaduta sull'esonero con la squadra affidata a Gennaro Gattuso, attuale tecnico della Primavera. Una scelta importante, con la grande chance alla leggenda rossonera, ma con la consapevolezza di ricoprire un ruolo da traghettatore in vista, probabilmente, del grande nome da accogliere per la prossima stagione. Che sia Conte o qualcun'altro è ancora presto per dirlo.
Il tecnico campano lascia il Diavolo con una Supercoppa Italiana in bacheca, quella vinta nel 2016 ai rigori sulla Juve, che ha riportato un trofeo in casa rossonera cinque anni dopo l'ultima volta: il trionfo di Doha, primo titolo da allenatore per Montella, è stato anche il punto più alto della sua storia al Milan, cominciata nell'estate del 2016 e finita oggi. Dopo aver centrato la Supercoppa e riportato i rossoneri in Europa (a tre anni e mezzo dall'ultima volta) grazie al 6° posto nello scorso campionato, Vincenzo è caduto sul più bello, proprio quando si è ritrovato al volante di una fuoriserie costruita per gareggiare con i migliori.
Il Milan 2017-18, forte degli oltre 200 milioni di euro spesi in campagna acquisti, parte bene, ma il primo k.o. stagionale con la Lazio spazza via tutte le certezze dell'Aeroplanino: si passa dal 4-3-3 alla difesa a 3 ma la squadra non gira. Bonucci è irriconoscibile, Biglia fatica e Suso non trova la collocazione giusta nel nuovo assetto. La squadra perde tutti gli scontri diretti contro chi le sta davanti in classifica e San Siro diventa un tabù: dal 20 settembre scorso, giorno del 2-0 alla Spal, Bonucci e compagni non segnano e non vincono più. Il passo in Europa League è un altro (rossoneri ai sedicesimi da primi del girone con un turno di anticipo), ma anche le avversarie lo sono.
Il finale era già scritto. Si aspettava solo il “The End” (anzi il “Game Over”) e alla fine è arrivato.

4 commenti:

Nerazzurro ha detto...

Che peccato... I tifosi rossoneri avevano già comprato bandiere e sciarpe per festeggiare lo scudetto... Ahahahahahahah
Battute a parte, credo che la panacea di tutti i mali non sia Montella. Gli hanno affidato una rosa stravolta e completamente nuova. Lui ha fatto del suo meglio, non credo che Gattuso riesca a migliorare la situazione.

Pippo ha detto...

Il Milan ha completato il suo percorso 6......interizzazione

Winnie ha detto...

Visti i frutti che sta dando speriamo continui a "interizzarsi". Gattuso potrà fare bene, ma dubito che i rossoneri riescano a centrare la qualificazione alla prossima Champions League.

Michele ha detto...

È anche vero che i nuovi acquisti non hanno reso come ci aspettavamo. Bonucci, Biglia, Kessie, Calhanoglu. Hanno tutti giocato al si sotto delle loro potenzialità. Conti si è infortunato, Kalinic ha segnato poco, così come André Silva.
Montella si è ritrovato con una Ferrari che spinge come una 500. Cosa poteva di più?