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martedì 4 settembre 2012

SE NO CHE GENTE SAREMMO SENZA IL SUO RICORDO

Ho sempre pensato che alcune persone non muoiono mai veramente. Persone che dopo la morte continuano a vivere nei ricordi di chi li ha incontrati, di chi li ha conosciuti, di chi ha avuto modo di apprezzarne pregi e difetti.
E se dopo sei anni siamo ancora qui a raccontare e parlare di Giacinto Facchetti vuol dire che il Cipe è ancora vivo perché continua a vivere nei nostri cuori.
Per questioni anagrafiche mi sono perso il Facchetti giocatore ma ho avuto modo di apprezzare il Facchetti dirigente (ricordo ancora il clamore che fece una sua espulsione a Firenze, lui che spiccava per signorilità e sportività). Un grande uomo prima che un grande sportivo. La sua signorilità era quasi fuori luogo in un ambiente marcio come quello del calcio. E il solo pensiero di metterlo sullo stesso piano di Moggi o di Galliani mi fa rizzare i pochi capelli che mi sono rimasti in testa.
Un pomeriggio di inizio settembre di sei anni fa se ne è andato. In punta di piedi, con la calma e la signorilità che lo ha sempre contraddistinto. 
Se ne è andato sul più bello, perdendosi i cinque scudetti consecutivi, la serata del 22 maggio 2010, il Triplete. Se ne è andato prima che arrivassero procuratori federali e prostitute intellettuali ad infangare il suo nome e la sua memoria.
E’ andato via ma continua a vivere. Nei nostri cuori, nei ricordi di chi lo ha conosciuto e amato, nelle parole, nei gesti, nei filmati d’epoca, nei racconti che i nonni e i papà fanno ai figli.
Perché il ricordo dei grandi uomini deve servire come guida per ricordarci sempre chi eravamo, chi siamo, chi dovremo essere. Perché senza il suo ricordo, citando il bellissimo libro che ha scritto suo figlio Gianfelice, che gente saremmo.
Sai, Giacinto cosa ci hai lasciato? La consapevolezza di poter giocare o lavorare o tifare per l'Inter seguendo la sua linea di continuità. Poter essere leali, coraggiosi, forti e semplici. Avresti detto nerazzurri. Per sempre con noi”(Inter.it)

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3 commenti:

Nerazzurro ha detto...

Grande calciatore, grande dirigente, grande uomo. come abbiamo più volte ripetuto, avercene di personaggi così nel mondo del calcio.

Anonimo ha detto...

rispondo al titolo???
GENTE MIGLIORE!
pagliacci chiamatelo con la telecom vi risponderà al numero 4 4 4!!

Peter ha detto...

Pagliacci siete voi che non avete nemmeno rispetto per i morti e continuate a gettare fango su chi non può difendersi. Comodo prendersela con i morti vero? Non c'è nessuno che vi contraddica e vi sputtani.
Tenetevi stretti i Moggi e i AndreaAgnelli, voi meritate questi dirigenti di merda.