“E ora sotto a chi tocca. Non so a voi, ma a me questi tour de force, giocati a ritmi serrati, con partite portate a casa in modo positivo, mi esaltano alla grande.”
Così concludevo l’articolo ieri sera, in piena adrenalina post-partita ed esaltato per l’ennesima partita portata a casa (dalla sconfitta contro la Juventus di inizio febbraio abbiamo raccolto 9 vittorie e tre pareggi: buttali via…). In effetti queste situazioni a me gasano parecchie, mi esaltano, mi caricano a pallettoni.
Abbiamo vissuto qualcosa di simile 15 anni fa, nell’anno dello storico Triplete, e in parte anche due stagioni orsono, quando arrivammo fino alla finale di Champions League e portammo a casa la Coppa Italia (per lo scudetto cedemmo il passo già tra autunno e inverno), ma non sono cose che succedono ogni anno e comunque, nel nostro caso, non così spesso.
Io non so come finirà questa stagione. Magari porteremo a casa un altro Triplete (sognare non costa nulla…), magari andremo incontro ad un “Neverkusen”, mi auguro che alla fine qualcosina si riesca a portare a casa (dovendo scegliere, sapete perfettamente cosa preferirei portare a casa perché quasi tutti voi scegliereste la stessa cosa). Il bello è esserci, lottare ogni tre giorni, giocarcela su più fronti, non mollare nulla.
Un anno fa portavamo a casa uno scudetto conquistato in scioltezza. Bello, per carità, assolutamente bello. Poi era lo scudetto della seconda stella e soprattutto lo conquistammo in faccia ai cugini rossoneri. Bellissimo ed esaltante.
Ma, mi perdonerete, a me diverte più una situazione come quella attuale. È più rischiosa, certo, ma più divertente, più esaltante, più eccitante. Anche perché da un lato vedi il popolo nerazzurro esaltarsi, gasarsi, sognare in grande, e dall’altro lato ci sono i gufi a cui si stanno contorcendo le budella, che soffrono in silenzio, che si stanno facendo il sangue amaro, che vanno avanti a Maalox. Più vinciamo e più loro soffrono. E ditemi, non vi esalta questa cosa? Vi lascia del tutto indifferenti? A me no, a me fa godere il doppio, se non il triplo.
Sotto a chi tocca, dicevamo all’inizio. E ora da qui fino a fine mese ci aspetta un Everest da scalare niente male. Bayern Monaco mercoledì a San Siro per il ritorno dei quarti di finale di Champions League, poi si va a Bologna il giorno di Pasqua, il mercoledì successivo c’è il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro il Milan, quindi Inter-Roma e, se dovessimo superare il turno di Champions League avremmo l’andata della semifinale di Champions League (quasi sicuramente contro il Barcellona che all’andata ha vinto 4-0 contro il Borussia Dortmund). Direi due settimane niente male. Due settimane in cui, inutile negarlo e superfluo ribadirlo, ci giochiamo molto, moltissimo della nostra stagione. A voler essere pessimisti al massimo, ci potremmo ritrovare il primo maggio fuori dalla Champions League, fuori dalla Coppa Italia e in affannoso ritardo in campionato. Ma potremmo anche essere in finale di Coppa Italia, in semifinale di Champions League e ancora primi in campionato.
Insomma può succedere tutto e il contrario di tutto in questo finale di stagione straordinario in cui ci stiamo giocando tutto. Lo dico e lo ripeto, a me questa situazione piace tantissimo, mi esalta, mi gasa, mi dà un’adrenalina che a parole non si può spiegare. È tutto così… Vabbè, ci siamo capiti. Allora? Chi è il prossimo? Sotto a chi tocca!!! FORZA INTER !!!
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
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1 commento:
Sono daccordo, sono situazioni queste che gasano ed esaltano. Per le gioie che ci regalano i nostri ragazzi e per i rosicamenti dei gufi biancorossoneri.
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