La doppia sconfitta contro Udinese e Juventus ci aveva buttato giù, aveva minato le nostre certezze. Tutti, chi più ci meno, immaginavamo scenari non proprio idilliaci, lunghe agonie, sofferenze che si sarebbero protratte fino a maggio, mentre la stagione che avevamo difronte si prospettava avara di soddisfazioni.
C’era un solo modo per risollevarci, nel morale e in classifica: vincerle tutte fino alla sosta. Ed è proprio quello che abbiamo fatto.
Ok, mettiamo subito le cose in chiaro. Il filotto di cinque vittorie consecutive dice tutto e non dice nulla. Le avversarie affrontate (Ajax, Sassuolo, Cagliari, Slavia Praga, Cremonese) non erano certo irresistibili, ma quante volte il Sassuolo, per dirne una, è venuta a Milano a farci lo scherzetto? E vi siete già scordati che la Cremonese non più tardi di un mese e mezzo fa è venuta a San Siro a vincere contro il Milan? Le avversarie erano alla nostra portata, ma noi siamo stati bravissimi a non complicarci la vita e a portare a casa il risultato.
Che poi non abbiamo portato a casa solo il risultato. Abbiamo confermato le ottime prestazioni che avevamo già fatto contro Torino, Udinese e Juventus, abbiamo registrato i meccanismi difensivi, limitando i gol presi, abbiamo espresso un ottimo calcio (volendo essere presuntuosi, tra i migliori della Serie A). Forse continuiamo a sbagliare qualche gol di troppo, ma bisogna tener conto anche dei difensori e del portiere avversari.
In queste settimane l’Inter si è de-inzaghizzata e si è Chivuzzata. Nel senso che si inizia a vedere la mano del tecnico rumeno, nel gioco, nelle scelte di formazioni (sono stati chiamati in causa praticamente tutti e tranne Darmian, Diouf e il terzo portiere Di Gennaro, tutti almeno una volta solo partiti titolari), nell’affidarsi ai giovani (probabilmente è vero quello che scrivono in molti: gente come Pio Esposito e Bonny non avrebbero mai visto il campo con Inzaghi).
A questo aggiungiamo pure lo stato di forma di molti dei giocatori chiave. Lautaro Martinez leader assoluto, Thuram sempre più indispensabile, Dimarco sembra un altro rispetto alla scorsa stagione, Akanji è una piacevole scoperta, Barella ieri è stato eccezionale, Calhanoglu è tornato ai suoi livelli, e ancora Dumfries, Acerbi, Bastoni, De Vrij, e ancora Sommer e Josep Martinez, Susic e Mkhitaryan, Bonny e Pio Esposito, Zielinski e Frattesi. Tutti sono in forma strepitosa e stanno dando molto a questa squadra.
Quasi quasi è un vero peccato che si arrivata la sosta, perché spezza il ritmo di una squadra che in questo momento andava a mille all’ora e che stava esprimendo un ottimo calcio.
Di fatto questa sosta rappresenta uno stacco, una separazione. Alla ripresa infatti ci toccherà affrontare uno step superiore. Dalla sosta di ottobre a quella di novembre affronteremo in rapida successione: Roma e Napoli in trasferta con in mezzo anche la trasferta belga contro l’Union Saint Gilloise, poi Fiorentina in casa, Verona in trasferta, Kairat Almaty in casa e infine Lazio sempre in casa. Se le due sfide di Champions League sono comunque abbordabili (ma guai a sottovalutarle), in campionato siamo chiamati ad un tour de force che è praticamente un esame di maturità. In particolare Roma e Napoli serviranno a dirci chi siamo e dove possiamo arrivare. Uscire indenni da quelle due trasferte sarebbe una ulteriore, pesante, iniezione di fiducia.
Ma ci penseremo un po’ più in là. Ora godiamoci questa sosta e questo filotto di campionato che ci ha visto trionfante. E non era così scontato il 14 settembre dopo la trasferta torinese. FORZA INTER !!!
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
2 commenti:
Era importante rilanciarci dopo un inizio di stagione non semplice, ma, come scrivi anche tu, dopo la sosta vedremo il nostro effettivo valore.
Sì, sono daccordo. Lo dico e lo ripeto, Roma e Napoli sono i nostri esami di maturità. Dopo questa doppia trasferta capiremo che stagione aspettarsi.
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