giovedì 23 ottobre 2025

LA FAVOLA DEL MJALLBY, UN VILLAGGIO DI PESCATORI E' CAMPIONE DI SVEZIA

Con la vittoria conquistata in trasferta a Gamla Ullevi, sul campo dell’IFK Göteborg (2-0), lunedì scorso, il Mjällby, piccola cenerentola del campionato della massima serie svedese, ha vinto il primo campionato svedese della sua storia e lo ha fatto, a tre giornate dal termine, con sessantasei punti finora conquistati, dopo una stagione pressoché perfetta: venti vittorie e una sola sconfitta in ventisette gare, la miglior difesa (17 gol subiti) e il secondo miglior attacco (49 gol fatti) della Serie A svedese. 
È un successo che ha dell'incredibile, perché questa squadra, formata da giovanissimi e con un allenatore che di primo mestiere fa il preside in una scuola, ha partecipato al massimo campionato solo 14 volte in tutta la storia e non ha nemmeno uno stadio nella competizione così importante. Il club gioca infatti nella vicinissima Hällevik, comune di dimensioni altrettanto ridotte, e l'impianto ospita al massimo 6mila persone. Per questa ragione, il club dovrà necessariamente cercare una nuova casa: con la vittoria del campionato arriva ovviamente anche l'accesso alle qualificazioni di Champions League per la prossima stagione e ovviamente lo Strandvallen (il nome dello stadio) non è omologato per una per una competizione così importante. 
Una squadra giovanissima, età media 24 anni, i calciatori vivono insieme dalla colazione alla sera, gruppo estremamente coeso che pratica un calcio veloce sulle ali con passaggi rapidi e pressing intenso. 
Si tratta, come è chiaro, di una vera impresa se si considera che alla base c'è un budget ridotto: stiamo parlando appunto di villaggi di pescatori (sia Mjällby, sia Hällevik) e per la squadra sono stati investiti meno di 8 milioni di euro, circa un ottavo rispetto al Malmö, la squadra più importante di Svezia.
La favola del Mjällby è concettualmente simile a quella del Leicester di Ranieri, la cui vittoria della Premier League nel 2016 pagava cinquemila volte la cifra puntata. A inizio stagione, i bookmakers davano al Mjällby lo 0,7% di probabilità di vincere l’Allsvenskan e perciò pagavano centocinquanta volte la posta. 
Appena dieci anni fa, nel 2016, il Mjällby giocava in Ettan, cioè la Serie C del calcio svedese, e pare fosse sull’orlo della bancarotta. Si salvò dalla retrocessione solo grazie a una vittoria all’ultima giornata. Nel 2019, invece, lo stesso Mjällby veniva promosso in Allsvenskan, la Serie A, che ha vinto nel 2025. 
Dietro l’ascesa ci sono il presidente Magnus Emeus (imprenditore locale e medico, che ha rilevato la società una decina di anni fa), l’allenatore Anders Torstensson (ex militare, ora, come detto, preside di un liceo) e il direttore sportivo Hans Larsson (16 anni da giocatore, è tornato nel 2016 come dirigente, di mestiere fa l’agricoltore). 
E dopo aver stupito in Svezia, questi ragazzi sono pronti a farlo anche nella prossima Champions League 2026-27. Una prospettiva che sembrava fantascienza per un club che in 86 anni di storia non aveva mai vinto un trofeo.

THESEUS. “Mi innamorai del calcio come mi sarei poi innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente, senza pensare al dolore o allo sconvolgimento che avrebbe portato con sé.” 
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1 commento:

Simone ha detto...

Una bella favola, ma con una solida base societaria dietro.