Molto probabilmente un giorno, forse, smetterò di seguire il calcio. Sono più di 30 anni che sto appresso ad un pallone che rotola, sarebbe ora di dedicarsi ad altro. Magari un corso di cucina o di cucito creativo (per quanto, non mi ci vedo a fare cucito creativo), magari potrei iniziare già da adesso a leggere i libri che mi sono ripromesso di leggere quando un giorno andrò in pensione (che inguaribile ottimista: sono convinto che un giorno andrò in pensione!!!), magari scoprirò nuovi hobby che non sapevo di avere.
Sì, forse un giorno smetterò col calcio.
O forse no.
Smettere col calcio vorrebbe dire tante cose (vi evito il tedioso elenco), ma soprattutto vorrebbe dire perdermi serate belle, intense, emozionanti, come quelle di ieri sera.
Penso di averlo scritto in altre occasioni, ci sono serate per cui vale la pena seguire il calcio, perdere giornate a guardare partite, battibeccare con la moglie perché vorrebbe fare altro ma… “c’è l’Inter”. E senza il minimo dubbio ieri sera è stata una di quelle serate.
È stata una serata intensa, di grandi emozioni. Così tante che faccio ancora fatica a realizzare, a metterle tutte insieme.
Come spesso è capitato in queste occasioni, appena uscito dalla doccia sono stato assalito dall’ansia, dalla tensione. Una settimana fa per scaricare l’adrenalina mi ero messo a sistemare casa come una brava massaia, stavolta la tensione mi blocca, mi impedisce di fare o pensare altro.
La consorte pur di non vedermi vagare senza meta per tutta la casa, se la svigna “Arrivo un attimo da mia zia. Mezz’ora e sono a casa” (solo all’intervallo mi accorgerò che son passate due ore e la chiamerò per vedere se è tutto a posto). La prole nerazzurra, dorme beatamente sul divano. La cena è un anonimo pasto che consumo senza gustare (non perché faccia schifo, ma perché sono in modalità “partita” e tutto ciò che mi circonda e come se non esistesse).
La tensione è massima. C’è paura di perdere, ma anche consapevolezza di potercela fare. Siamo l’Inter, dai. E infatti Lautaro Martinez la sblocca e Calhanoglu raddoppia. All’andata avevamo segnato troppo presto, stavolta la prima frazione è già andata. Basterà non prendere gol nel primo quarto d’ora. E invece al 60esimo stiamo già 2-2. L’Inter rallenta il passo, si rintana nella sua metà campo, soffre tantissimo. Però resistiamo.
Fino al 87esimo, quando Raphinha firma il gol che ci condanna all’eliminazione. Sprofondato nel divano, immagino già gli sfottò e penso a come lenire la delusione a colpi di dolciumi. Mi verrebbe quasi da piangere e maledico il giorno in cui ho deciso di seguire il calcio e di cedere alla tentazione di un tifo così viscerale.
Poi Thuram raccoglie palla, dà a Dumfries che mette in mezzo per Acerbi. Neanche il tempo di chiedermi che cazzo ci fa Acerbi in piena area avversaria che San Francesco la mette dentro. GOOOOOLLLLL !!!
Esplode la gioia. Cerco di contenermi, ma la mia gioia finisce per svegliare la prole (con relativi borbottii della consorte che nel frattempo era rientrata). Si va ai supplementari, non è ancora finita, siamo ancora vivi. L'Inter c'è e non mollerà fino alla fine.
Dopo nove minuti dell’extratime, Taremi dà palla in piena area per Frattesi che la piazza nell’angolino. GOOOOOLLLLL !!!!
Esplode nuovamente la gioia nerazzurra. La consorte, seduta accanto a me sul divano con la prole in braccio che dorme, mi guarda con un espressione che è tutto un programma. Altri 20 minuti di sofferenza con Sommer che salva su Yamal con una parata che ricorda Julio Cesar su Messi in quel lontano 2010.
E poi, dopo una lunga serata di sofferenza, di gioia, di emozioni… SIAMO IN FINALE !!!
Si va a Monaco di Baviera!!!
È gioia. È gioia grande. Saltello, vago senza meta tra salotto e corridoio, bacio tutto quello che di nerazzurro mi capita a tiro. È una felicità incontenibile, inarrestabile, infinita come questa Inter che non molla mai.
Tutto questo turbinio di emozioni era rimasto dentro, citando un vecchio film degli anni ’90 “come avere un ovo sodo dentro che non va né su né giù”. Sono andato a dormire con questa sensazione e con questa sensazione mi sono svegliato stamattina. Poi appena mi sono messo in macchina, prima di mettere in moto per andare al lavoro, ho ascoltato alcuni frammenti della telecronaca di Francesco Repice su Radio Uno di ieri sera.
E all’improvviso mi sono messo a piangere. Erano lacrime di gioia, liberatorie. In quel momento ho scaricato tutto ciò che avevo dentro: la tensione, la gioia, l’adrenalina, le emozioni vissute, una serata tanto bella e intensa che difficilmente dimenticherò.
No, non credo proprio che un giorno smetterò di seguire il calcio. Almeno fino a quando saprà regalarmi queste gioie e queste emozioni.
FORZA INTER !!!
SIAMO IN FINALE !!!
TUTTI A MONACO DI BAVIERA !!!
ENTIUS. Giornalista mancato, tifoso nerazzurro, blogger per passione. Appassionato di calcio da quando i Mondiali di Italia ’90 gli cambiarono la vita. Ha deciso che scriverà un libro prima o poi.
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