Contro il Sudtirol è arrivata anche la matematica: game over e Cosenza retrocesso in Serie C. I rossoblu salutano da ultimi la cadetteria dopo sette stagioni tribolate e avarissime di soddisfazioni per i suoi tifosi, passate quasi sempre nei bassifondi della classifica. Annate senza alcuna programmazione e zero progettazione, organici allestiti alla meno peggio e negli ultimi giorni di mercato, direttori sportivi costretti a barcamenarsi con budget risicati tra prestiti e acquisti di giovanotti di belle speranze dalla C.
I rossoblù tornano nell’inferno della terza divisione italiana al termine di uno dei peggiori campionati di serie B della sua storia che si chiuderà all’ultimo posto, iniziato con l’allestimento nell’estate scorsa di una squadra con evidenti limiti tecnici e non rinforzata nel mercato di riparazione, un DS alla sua prima vera esperienza e che si è dimostrato non all’altezza, fino all’addio del DG Ursino che in estate aveva parlato addirittura di sogni ambiziosi.
La squadra, affidata a Massimiliano Alvini, dopo un mezzo girone di andata dignitoso ha iniziato la sua corsa a ritroso fino a precipitare nel baratro, con la ciliegina della penalizzazione di 4 punti.
Il presidente Guarascio, già indigesto a buona parte della tifoseria, è finito nell’occhio del ciclone. Gradinate deserte, squadra seguita in massa solo in trasferta e pesantissime contestazioni.
Un mese fa è arrivato l’ex direttore generale del Brescia Luigi Micheli come nuovo consulente. La crisi del Cosenza, infatti, non si è manifestata solo sul campo ma anche a livello societario: decreti ingiuntivi, gravi difficoltà nella gestione del settore giovanile e un debito difficile da quantificare. Occorre mettere a posto i conti o il Cosenza rischia di non iscriversi nemmeno alla Serie C.
Più di tutti, come sempre, sono i numeri a mettere nero su bianco il percorso del Cosenza in questi sette anni serie B. Dopo aver vinto i play-off con una strepitosa cavalcata, conclusa con il successo contro il Siena nella finale di Pescara, il Cosenza era tornato in Serie B dopo 15 anni dall’ultima apparizione.
Ma sono state stagioni avare di soddisfazioni, quasi tutte sofferte e con alcuni miracoli dopo aver stazionato perennemente nelle zone bassissime della classifica.
A parte il primo anno di Serie B, iniziato comunque nel peggiore dei modi, con il patatrac della gara non disputata contro il Verona per il terreno di gioco, concluso al 10 posto solo dopo un ottimo girone di ritorno e gli innesti nel mercato di riparazione, sono arrivate due salvezze miracolose grazie ai successi in altrettante finali play-out (contro Vicenza e Brescia), due permanenze in B risicate di cui una (quella con Occhiuzzi in panchina) arrivata all’ultima giornata dopo la clamorosa rimonta nel post lockdown e una riammissione dopo la retrocessione sul campo grazie solo all’esclusione del Chievo Verona.
Emblematico quanto accaduto la scorsa stagione, con Viali “richiamato” in panchina dopo il suo addio e la scelta di allenare l’Ascoli al termine dei play-out contro il Brescia, a risollevare le sorti di un Cosenza partito con ambizioni di play-off e poi finito nuovamente in zona play-out. Stagione che ha visto un Tutino capocannoniere e recordman di reti in serie B con la maglia del Cosenza.
In estate ci si aspettava un nuovo slancio e invece, uno dopo l’altro, sono arrivati gli addii di Gemmi e di Viali, dello stesso Tutino (affare gestito malissimo) e di molti giocatori che formavano l’ossatura della squadra.
Quello che è accaduto è storia recente ed è sotto gli occhi di tutti: un buon inizio cancellato dalla penalizzazione di 4 punti, una squadra che ha mostrato tutti i suoi limiti tecnici, una società assente e con un atteggiamento di chiusura totale.
L’avvicendamento di Alvini con il duo Tortelli-Belmonte e il dietrofront, fino all’inutile tentativo di rincorsa ad una giustizia sportiva e ordinaria che ha confermato la penalizzazione.
Il 1 maggio contro il Bari un successo effimero in uno stadio vuoto. Contro il Sudtirol il campo ha decretato la retrocessione del Cosenza ma anche della sua società. Adesso il Presidente Guarascio metta a posto i conti, risani i debiti e si faccia da parte come da tempo gli è stato chiesto: le offerte ci sono, il Cosenza è amato e i suoi tifosi meritano ben altre soddisfazioni che vivacchiare in Serie B sperando in qualche colpo di fortuna o in una salvezza conquistata all’ultimo centimetro.
DENISBERGAMINI. Cresciuto con i gol di Marulla. Sogna il Cosenza in Serie A ed è convinto che tutti i sogni prima o poi diventano realtà.
Vuoi rimanere sempre aggiornato sui nuovi contenuti? Clicca qui
Nessun commento:
Posta un commento
Info sulla Privacy