ARTICOLI RECENTI

sabato 28 febbraio 2015

INTER, UN POKER PER SUPERARE L'ESAME

Gli esami non finiscono mai, diceva qualcuno. E per l’ennesima volta l’Inter si ritrova davanti ad un importante esame. Dopo aver infilato la terza vittoria consecutiva in campionato e portato a casa la qualificazione agli ottavi di Europa League, la squadra di Mancini è chiamata ad un primo esame di maturità per verificare il proprio grado di preparazione. Sarà la Fiorentina a fare da esaminante e a giudicare la bontà dell’operato del tecnico jesino finora. I viola sono reduci dalla bella prestazione contro il Tottenham e gasati per la qualificazione ottenuta contro un grande avversario arrivano a San Siro con ottime prospettive.
Mancini ritrova Handanovic in porta (meno male Carrizo metteva ansia). Davanti a lui Campagnaro e Santon (oppure D’Ambrosio) esterni con Ranocchia e Juan Jesus che dovrebbero piazzarsi al centro (in alternativa Andreolli potrebbe sostituire uno dei due). Confermatissimi a centrocampo Medel, il rientrante Brozovic e Guarin (che sta attraversando un periodo fantastico, se continua così fino a dicembre il Pallone d’Oro non glielo toglie nessuno), con Shaqiri dietro Icardi e Palacio (o in alternativa Podolski).

Palla al Centro. ROMA, ULTIMA CHIAMATA PER LO SCUDETTO

 PALLA AL CENTRO – Discussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
Tutte le attenzioni sono rivolte verso il Monday Night che offre la supersfida Roma-Juventus decisivo per lo scudetto (vincendo la Roma riaprirebbe in parte il discorso, se vincono i bianconeri hanno trequarti di tricolore in tasca).
Come sempre non mancano le sfide interessanti anche negli altri campionati. In Inghilterra c’è Liverpool-Manchester City, Siviglia-Atletico Madrid e Real Madrid-Villareal sono le sfide più interessanti in Spagna, mentre in Francia c’è la sfida tra Monaco e Paris Saint Germain.

 Vuoi seguire TUTTI I RISULTATI 
 in TEMPO REALE
 *** CLICCA QUI *** 

 SERIE A (Italia) – 25^ Giornata 
Sabato 28 Febbraio ore 20.45
CHIEVO-MILAN
Sono 12 le gare in archivio al Bentegodi tra Chievo e Milan: il bilancio vede i rossoneri nettamente in vantaggio con 8 vittorie a 2 (l'ultima nella stagione 2005-2006, 2-1, reti di Pellissier, Tiribocchi e Kaladze). Due infine anche i pareggi. 

Domenica 1 Marzo ore 12.30
CAGLIARI-VERONA
Nei 12 precedenti al Sant’Elia contro il Verona, il Cagliari ha ottenuto 8 successi (l’ultima vittoria dei padroni di casa risale al 1996-1997, 3-2 con gol di Minotti, Muzzi, Tovalieri, Berretta e De Vitis), 2 pareggi (non si verifica dalla stagione 1973-1974, 1-1 Marchesi e Zaccarelli e 2 sconfitte.

venerdì 27 febbraio 2015

E’ UN’URNA DA INCUBO: TORINO-ZENIT, WOLFSBURG-INTER E DERBY

E’ stato un giovedì europeo che il calcio italiano non scorderà facilmente quello che abbiamo vissuto ieri sera con 5 squadre su 5 che hanno superato il turno. E se il Napoli aveva la strada spianata dopo il 4-0 in terra turca e l’Inter ha strappato il pass con pochi affanni (nonostante il fiato sospeso), le altre tre hanno dovuto faticare parecchio per approdare agli ottavi. Memorabile l’impresa del Torino che espugna il San Mames di Bilbao battendo 3-2 i padroni di casa dopo il 2-2 casalingo, la Fiorentina ha avuto la meglio sul Tottenham (che sulla carta era più forte) per 2-0 (1-1 l’andata) e la Roma è riuscita a battere il Feyenoord a domicilio per 2-1 “vendicando” il vandalismo dei tifosi olandesi (che per non smentirsi ieri sera hanno costretto l’arbitro a sospendere la gara per 20 minuti per intemperanze).
Cinque su cinque agli ottavi. E’ sicuramente un record storico (era dalla stagione 1990-91 che l’Italia non aveva così tante rappresentanti in una competizione europea).

giovedì 26 febbraio 2015

COL FIATO SOSPESO PER 88 MINUTI, POI CI PENSA IL GUARO

Europa League 2014-2015 – Ritorno dei Sedicesimi di Finale
INTER - CELTIC 1 - 0
88’ GUARIN

INTER (4-3-1-2): Carrizo; D'Ambrosio (dal 35' s.t. Campagnaro), Ranocchia, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Hernanes (dal 35' s.t. Kovacic); Shaqiri; Icardi, Palacio (dal 44' s.t. Puscas).
A Disposizione: Handanovic, Vidic, Kuzmanovic, Obi.
All. Mancini.
CELTIC (4-2-3-1): Gordon; Matthews, Denayer, Van Dijk, Izaguirre; Brown, Bitton; Mackay-Steven (dal 40' p.t. Ambrose), Johansen, Armstrong (dal 33' s.t. Commons); Guidetti (dal 14' s.t. Forrest).
A Disposizione: Zaluska, Stokes, Wakaso, Henderson.
All. Deila.
ARBITRO: Keuzliak (Slovacchia)

Ci vogliono 88 minuti di sofferenza prima che Guarin riesca finalmente a buttarla dentro, spezzando le speranze scozzesi di beffarci in coda come successo all’andata.
Mancini ritrova D’Ambrosio sull’esterno, a centrocampo si rivede Hernanes mentre in avanti Shaqiri agisce dietro le due punte Palacio e Icardi.
L’Inter parte subito forte e la prima occasione capita sui piedi di Icardi dopo 20 secondi. Ma il tiro è debole. Gli scozzesi si rendono pericolosi al sesto. D'Ambrosio lascia scoperta la fascia sinistra, sulla quale si invola Mackay-Steven che però si fa ipnotizzare da un super Carrizo in uscita, bravo a dire di no con i piedi.

E’ però l’Inter a fare la partita e a creare le migliori occasioni. Palacio scalda i guantoni di Gordon con un rasoterra dal limite dell'area, Guarin prova a farlo con una conclusione dai 25 metri che non inquadra per poco la porta.

mercoledì 25 febbraio 2015

PARMA, IL FALLIMENTO PILOTATO E’ LA SOLUZIONE?

Il destino del Parma è appeso a un filo. Il club gialloblù è allo sbando. Ultimo in classifica, non ha alle spalle una società in grado di evitare il baratro. Si è arrivati al punto che il Tardini non è stato ritenuto agibile per la gara interna in calendario con l’Udinese, rinviata sine die.
Una situazione paradigmatica dello stato comatoso in cui versa il calcio italiano. Per la prima volta addetti ai lavori e tifosi si trovano a che fare con il possibile ritiro di una squadra di serie A in corso di campionato.
La strada che molti consigliano di battere, a partire ovviamente dai fedelissimi sostenitori del club emiliano, è quella di percorrere l’iter del fallimento pilotato.
Una linea abbracciata anche dal presidente della Figc, Carlo Tavecchio, che ha dichiarato: “Bisognerebbe portare i libri in tribunale al più presto. Credo che la sentenza sia stata fissata troppo tardi rispetto ai tempi necessari”.
Una soluzione che consentirebbe di gestire al meglio le scarse risorse disponibili tramite una curatela ad hoc e di salvare il titolo sportivo ripartendo dalla categoria immediatamente sottostante. A condizione, però, che tutte le operazioni correlate vengano completate entro la corrente stagione sportiva.

martedì 24 febbraio 2015

LA TERZA GIOIA CONSECUTIVA RILANCIA I COLORI NERAZZURRI

Dopo 52 mesi l’Inter ritorna ad infilare tre vittorie consecutive. Niente di stratosferico, di eccezionale. Per una squadra che punta al vertice infilare tre vittorie consecutive dovrebbe essere una consuetudine. Eppure dopo quell’exploit stramaccioniano (ne vincemmo 7 di fila se non ricordo male) non c’è più capitato di fare un tris di vittorie. Non c’è riuscito Stramaccioni nella disastrosa seconda parte di quella stagione, non c’è riuscito Mazzarri nei suoi 18 mesi di panchina nerazzurra. Abbiamo dovuto aspettare il ritorno del Mancio per mettere in fila tre partite consecutive in cui abbiamo portato a casa l’intero bottino.

Aldilà del fatto di aver sfatato quello che ormai era diventato un pericoloso tabù, direi che anche ieri sera abbiamo visto delle buone cose. Non siamo ancora diventati una grande squadra, pecchiamo di solidità (soprattutto difensiva) e abbiamo molte lacune da dover ancora colmare. Però si ha finalmente la sensazione di essere sulla buona strada e la speranza è di continuare a fare sempre meglio. Vincere aiuta a vincere, si dice. E fare delle buone prestazioni aiuta a fare delle buone prestazioni.

Il dilemma della monoposto e il RB Lipsia

 
Il dilemma calcistico che arrovella il rigoroso ordine di pensiero germanico, divenuta una circostanza non più opinabile, ha origine nel recente passato; la collocazione temporale in questione, più precisamente si può far coincidere con l’ascesa globale di un noto brand commerciale.
Colleghiamo qualche filo di connessione logica e il perfetto thriller è servito.
Ha più fascino una vecchia locomotiva giallo-blu indubbiamente retrò e di bellezza neorealista, ricolma di speranze verso un degno futuro, ma strettamente legata all’immobilismo conservatore o la sensualità accattivante di una rossa e sfrecciante monoposto, diretta al successo senza inutili compromessi, e sprezzante del pericolo come un feroce toro dinnanzi alla sua preda ?
Tale dilemma imperversa nella realtà germanica da circa un decennio.Passatemi il paragone motoristico, ma ben rappresenta le ultime vicissitudini dell’ex Germania Est.
Siamo in Sassonia. Lipsia. Baluardo di sperimentazione, epicentro di cambiamenti, fondamentale ubicazione economico-politica, e non ultima per importanza, fattore predominante nelle origini del calcio tedesco. Le squadre storiche e maggiormente blasonate della città sono il Chemie Lipsia e il Lokomotive Lipsia. A voler proprio essere antologici, troviamo anche il VFB Lipsia, fondato nel 1896, il quale vinse non a caso il primo titolo tedesco della storia, battendo in finale nettamente il DFB Prag, che era la squadra della comunità tedesca trasferitasi a Praga. In realtà le vittorie in campionato della compagine di Lipsia divennero poi anche altre in quegli anni pioneristici per i teutonici, con le susseguenti affermazioni in campionato nel 1906 e nel 1913. Tuttavia, dopo la divisione della Germania, il Lipsia si trovò in pianta stabile nella Oberliga ed a partire dal 1965 assunse il nome di Lokomotive Lipsia, che in qualche modo avrebbe fatto sognare i tifosi della città. La Lokomotive nacque in pratica dall’unione del VFB Lipsia e della Rotation Lipsia ed era per il regime la squadra di punta della città, anche ai danni del Chemie. Infatti, i migliori talenti dello stesso Chemie venivano trasferiti alla Lokomotive nell’intento di allestire una squadra vincente ed in grado di primeggiare.

lunedì 23 febbraio 2015

INTER, FINALMENTE ARRIVA IL TRIS !!!

Serie A 2014-2015 – 24^ Giornata
CAGLIARI - INTER 1 - 2
47’ KOVACIC – 68’ ICARDI – 74’ Carrizo (aut.)

CAGLIARI (4-3-3): Brkic; Dessena, Rossettini, Capuano, Avelar; Donsah, Conti, Crisetig (dal 27’ s.t. Ceppitelli); M’Poku, Cossu (dal 22’ s.t. Joao Pedro); Cop (dall’11’ s.t. Longo).
A Disposizione: Colombi, Cragno, Gonzalez, Murru, Pisano, Farias, Barella, Husbauer, Diakité.
All. Zola.
INTER (4-3-1-2): Carrizo; Campagnaro, Vidic, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Brozovic (dal 38’ s.t. Hernanes); Kovacic (dal 47’ s.t. Kuzmanovic); Icardi, Podolski (dal 36’ s.t. Dodò).
A Disposizione: Berni, Andreolli, Obi, Ranocchia, Puscas, D’Ambrosio, Shaqiri, Dimarco.
All. Mancini.
ARBITRO: Mazzoleni.

E tre!!! Finalmente l’Inter riesce a infilare la terza vittoria consecutiva (non ci riusciva da ottobre-novembre 2012) e a portare a casa altri tre punti importanti. Non è ancora un’Inter convincente, ma finalmente c’è un po’ di continuità a livello di risultati.
Mancini dà un turno di riposo a Ranocchia, Shaqiri e Palacio e schiera Vidic in mezzo alla difesa, Kovacic a fare da trequartista e Podolski come seconda punta accanto ad Icardi.
E’ subito l’Inter a prendere le redini del gioco e a piazzare le tende stabilmente nella metà campo sarda. La prima occasione capita sui piedi di Podolski che però non la sfrutta come dovrebbe. Il tedesco non inquadra la porta nemmeno pochi minuti dopo su cross di Santon.

Alla mezzora miracolo di Brkic che salva su una conclusione ravvicinata di Brozovic e poi, in collaborazione con Capuano, sventa anche la successiva conclusione di Icardi.

domenica 22 febbraio 2015

ALLA RICERCA DEL TRE PER TRE (tre punti per tre vittorie)

Probabilmente se dovessimo individuare il punto più basso di questa tribolata stagione dell’Inter nonché della non facile gestione Mazzarri, lo collocheremmo senza ombra di dubbio nella partita dell’andata contro il Cagliari. Quel 4-1 subito in casa un girone fa, è sicuramente una delle peggiori prestazioni della squadra nerazzurra e quel risultato pesa più di quanto si possa immaginare.
Domani sera abbiamo l’occasione di “vendicare” quel poker rimediato a settembre e portare a casa tre punti che ci permetterebbero di dare continuità al nostro cammino. Dopo le abbastanza convincenti vittorie contro Palermo e Atalanta siamo chiamati ad un’ulteriore segnale di continuità. E riuscire a infilare la terza vittoria consecutiva (cosa che, giusto per ricordarlo, non ci riesce da ottobre-novembre 2012, ovvero un secolo fa) sarebbe un ottimo modo per dimostrare di aver imboccato la retta via (sempre che si riesca poi a seguirla questa retta via).

sabato 21 febbraio 2015

Palla al Centro. ACCENDETE LA LANTERNA: C’E’ IL DERBY !!!

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
E’ sul derby della Lanterna a Genova che si concentrano i riflettori di questo weekend, ma non mancano le sfide di interesse da Southampton-Liverpool a Saint-Etienne-Marsiglia, passando per Panathinaikos-Olimpiakos, Young Boys-Basilea e, per gli amanti della Serie B, Livorno-Avellino. Rinviata invece Parma-Udinese a causa delle gravissime difficoltà economiche della formazione ducale.

 Vuoi seguire TUTTI I RISULTATI in TEMPO REALE?
 *** CLICCA QUI *** 

SERIE A (Italia) – 24^ Giornata 
Venerdì 20 Febbraio ore 20:45
JUVENTUS-ATALANTA 2-1

Sabato 21 Febbraio Ore 20.45
SAMPDORIA-GENOA
Sono 38 i precedenti in Serie A tra Sampdoria e Genoa, con i blucerchiati in vantaggio di due sole vittorie. Sono 14, infatti, i successi dei padroni di casa; che però non vincono davanti il proprio pubblico dal 3-1 di stagione 2012/2013 (reti di Poli, autogol Bovo e Icardi; Immobile per gli ospiti). A quota 12 vittorie il Genoa, vittorioso in stagione con un tondo 3-0, frutto delle marcature di Antonini, Calaiò e Lodi. Dodici anche il conto totale dei pareggi, che non si verificano dalla stagione 2007/2008, quanto la partita terminò a reti bianche (0-0).


venerdì 20 febbraio 2015

SICUREZZA, MA DOVE? (I fatti di Roma, il giorno dopo)

Dopo i fatti avvenuti giovedì a Roma, credo sia doveroso porsi delle domande.
E' possibile dare un'immagine così povera e indifesa della nostra amata Italia?
E' credibile perseguire penalmente, fino all'esagerazione, gli ultras rei di portare colore negli stadi, di creare un'atmosfera gioviale e di sano tifo per poi permettere a degli incivili di rovinare la capitale, danneggiando monumenti storici di valore, senza riuscire a fermarli?
Le parole di un olandese "In Italia tutto è lecito, tutto è possibile" ci devono far pensare. Dove sono i nostri politici in queste situazioni? Parlano tanto di sicurezza, ma come facciamo a sentirci realmente al sicuro quando non sono neanche in grado di difenderci da una tifoseria straniera?
Cosa succederà quando si dovranno contrastare forze ben più organizzate e temibili di un centinaio di ultras scalmanati?

Ecco nell’analizzare i fatti (gravissimi) successi a Roma tra mercoledì e giovedì vorrei partire proprio da queste domande che si pone Francesco e che probabilmente si sono posti in molti.

Perché, senza voler scaricare colpe a destra e manca, credo che su un punto siamo tutti d’accordo. I fatti di Roma non sono arrivati inaspettati.

giovedì 19 febbraio 2015

INTER A DUE FACCE, IL CELTIC LA BEFFA

Europa League 2014-2015 – Andata dei Sedicesimi di Finale
CELTIC - INTER 3 - 3
4' SHAQIRI - 13' PALACIO - 24' Armstrong - 26' Campagnaro (aut.) 45’ PALACIO - 93' Guidetti

CELTIC (4-2-3-1): Gordon; Matthews (36' st Ambrose), Denayer, Van Dijk, Izaguirre; Brown, Biton; Mackay-Steven, Johansen, Armstrong (30' st Henderson); Griffiths (30' st Guidetti).
A disp.: Zaluska, McGregor, Wakaso, Scepovic.
All.: Deila
INTER (4-3-1-2): Carrizo; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus, Santon; Guarin, Medel, Kuzmanovic (34' st Dodò); Shaqiri;, Palacio, Icardi (30' st Kovacic).
A disp.: Handanovic, Vidic, Dodò, Obi, Hernanes, Puscas.
All.: Mancini
Arbitro: Vad (Ungheria)

Pazza, pazza, pazza Inter. A Glasgow nei sedicesimi di finale di Europa League l’Inter mette in scena una folle partita, va in doppio vantaggio, si fa rimontare in due minuti, trova il nuovo vantaggio ma si fa beffare in pieno recupero (aridaje...).
Roberto Mancini sceglie Carrizo tra i pali. Difesa a quattro composta da Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Santon. A centrocampo vista l’assenza di Brozovic (non è nella lista Uefa) gioca Kuzmanovic con Medel e Guarin. In avanti Palacio viene preferito a Kovacic accanto a Shaqiri, Icardi (che oggi compie gli anni) punta centrale.

Pronti, via e la partita si mette subito bene per l’Inter dopo pochi minuti. Kuzmanovic vede il taglio di Shaqiri e lo serve con un pallone in profondità: lo svizzero calcia di sinistro al volo e trova la parata di Gordon, ma sulla respinta lo svizzero non perdona ed insacca con un preciso sinistro rasoterra.

mercoledì 18 febbraio 2015

MORATTI-INTER, QUEL MATRIMONIO CELEBRATO 20 ANNI FA

Era il 18 febbraio 1995. Una data come tante. Un sabato pomeriggio come tanti. Per molti, ma non per tutti. Per i tifosi dell’Inter quella data rappresenta un momento cruciale nella storia recente del club nerazzurro. Quel sabato di metà febbraio infatti Massimo Moratti divenne ufficialmente il Presidente dell’Inter subentrando ad Ernesto Pellegrini.
I primi anni sono complicati, tanti allenatori e poche soddisfazioni; nell'estate del 1997, tuttavia, sbarca a Milano il più grande giocatore del pianeta, Luis Nazario da Lima Ronaldo. La leggenda racconta che sua moglie Milly commentò: “Tutti questi soldi… piuttosto aiutiamo chi soffre…”. E Moratti le rispose “E chi soffre più di noi interisti?”.
La stagione è decisamente da protagonisti, con una Coppa Uefa vinta a Parigi per 3-0 ai danni della Lazio (è il primo trofeo della nuova era Moratti) e un campionato vissuto punto a punto con la Juventus e culminato nel surreale pomeriggio del Delle Alpi, con protagonisti Ronaldo, Iuliano e l'arbitro Ceccarini.

La stagione seguente è la peggiore sotto la presidenza di Moratti: quattro allenatori e solo l'ottavo posto in campionato.

Altrove, c'è, l'altrove. Empoli, Cesena e Parma

Il sentimento, l’emozione e la paura. Gli sprazzi della bellezza. Ed infine il miserabile squallore. Talvolta si deve correre il rischio di essere sinceri.
Allora se la normalità è una specie di sogno indecifrabile, qui siamo difronte alla follia.
Questa volta, voglio correre il brivido della verità.
Juve e Roma, rappresentano due donne. Misteriose e affascinanti. Donne, dalle quali siamo molto attratti, ma talvolta, impauriti scappiamo.
Ed allora, come la follia del primo amore, siamo infatuati, dalle incredibile scoperte che si manifestano sotto i nostri occhi inconsapevolmente,
Al di sopra del chiacchiericcio del potere, altrove,c’è l’altrove.
Altrove è sinonimo di provincia.

martedì 17 febbraio 2015

TRA BERETTA E CARPI, LOTITO SI CANDIDA A NUOVO MOGGI

C'è una telefonata che da giorni agita il calcio italiano. Risale al 28 gennaio e venerdì scorso è stata resa pubblica da “La Repubblica”. A un capo del filo, Claudio Lotito. All'altro, Pino Iodice, direttore generale dell'Ischia Isolaverde, che registra la telefonata per tutelarsi dalle pressioni che il patron laziale sta facendo su di lui. Lotito, infatti, parla da vero padrone del calcio italiano, minacciando Iodice e l'Ischia ma, soprattutto, offrendo uno spaccato inquietante di cosa è oggi a livello politico il movimento nel suo insieme.

In particolare Lotito si presenta come deus ex machina del sistema calcio. Lo fa parlando della Lega di Serie A: "Ti faccio un discorso: secondo te in Lega di A decide Maurizio Beretta? Sai cosa decide? Zero". E ancora: "Io in Lega di A ho 17-18 voti, perché la Fiorentina una volta si astiene, una volta vota a favore mio: ma li ho sui programmi, sui contenuti. Adesso mi sta chiamando Pozzo, che ho messo in consiglio federale. Qui il sistema salta, l’avete capito? Sta saltando il Parma, già è saltato...".

VIAREGGIO NERAZZURRA, L'INTER TRIONFA NELLA COPPA CARNEVALE

Come direbbe Caressa, il cielo sopra Viareggio è nerazzurro. Proprio cosi, perché la squadra di Vecchi, batte 2 a 1 l’Hellas Verona e conquista per la settima volta il Viareggio Cup World Football Tournament Coppa Carnevale. Dopo i successi del 1962, 1971, 1986, 2002, 2008 e 2011, oggi l’Inter è stato trascinato dai goal di Federico Bonazzoli, capocannoniere del torneo con 5 reti (a pari merito con Bentivegna del Palermo), e dal guizzo a due minuti dei supplementari di Gyamfi (secondo centro stagionale).

Un titolo che arriva al termine di una camminata trionfale, come mai prima era successo a Viareggio. L'Inter infatti ha vinto tutte le gare disputate nel torneo e arriva alla vittoria dopo aver superato 2-0 la Rappresentativa di Serie D agli ottavi, il Pescara per 3-1 nei quarti e la Roma per 4-0 in semifinale, e il Verona in finale. Vero trascinatore dei nerazzurri è Federico Bonazzoli, dominatore della manifestazione che oltre al successo di squadra festeggia il premio come miglior giocatore e, come già detto, di capocannoniere del toreo a pari merito col palermitano Bentivegna.

lunedì 16 febbraio 2015

QUALCOSA CHE SOMIGLIA ALLA CONTINUITA'

Erano sette anni (per intenderci dall’ultima Inter targata Mancini) che l’Inter non vinceva a Bergamo, era da ottobre che non riuscivamo a vincere due partite consecutive (in quell’occasione arrivarono due striminzite vittorie contro Cesena e Sampdoria entrambe per 1-0 con gol su rigore di Icardi) ed era addirittura quasi un anno che non infilavamo due vittorie con risultati ampi, più precisamente da aprile 2014 quando vincemmo 2-0 a Parma e 4-0 a Genova con la Sampdoria.
Ecco perché il 4-1 rifilato ieri pomeriggio all’Atalanta è una gran botta di salute per questa Inter in convalescenza. Una vittoria che arriva dopo quella ottenuta una settimana fa contro il Palermo e che dà un pizzico di continuità all’Inter.
Finalmente qualcosina si inizia a vedere. Nel complesso ieri abbiamo visto una buona Inter e soprattutto un centrocampo di grande livello. Merito di un Guarin a dir poco strepitoso. Gol da cineteca a parte, il colombiano ieri ha giocato sicuramente la miglior partita della sua avventura in nerazzurra e ha dato peso e spessore al reparto nevralgico del campo. Le potenzialità del Guaro non sono mai state messe in discussione.

mercoledì 11 febbraio 2015

MISTER SARRI E IL MIRACOLO DEL SUO EMPOLI

Una delle più grandi rivelazioni di questa serie A è indubbiamente l'Empoli di Sarri. Una squadra che incarna al meglio la personalità del suo allenatore, pragmatico e attento ai più piccoli dettagli.
Empoli è da sempre una delle più importanti realtà del settore giovanile italiano. Il Direttore Sportivo Carli è stato uno dei principali artefici della scalata del burbero allenatore. La loro intesa, unita alla sconfinata passione del patron Corsi, ha portato la società a trovarsi, in pianta stabile, nelle due categorie più importanti del calcio italiano.
Non avendo la stessa disponibilità economica dei grandi club, l'Empoli ha sempre preferito attingere dal settore giovanile lanciando e valorizzando alcuni giovani, per poi rivenderli alle big sul mercato e ricostruire la squadra con quei ricavi.
Verdi, Saponara, Mario Rui e Rugani sono solo alcune delle più recenti scoperte. Quest'ultimo, classe '94, è stato acquistato dalla Juventus e farà parte della rosa bianconera dalla prossima stagione. Un difensore dalla grande personalità e con un ottimo senso della posizione. Già entrato nel giro della nazionale maggiore, si prevede per lui un grande futuro.

martedì 10 febbraio 2015

Gli elefanti, in punta di piedi, sul tetto d'Africa


La nazionale di calcio della Costa d’Avorio ha vinto domenica 8 febbraio la Coppa d’Africa 2015 ai rigori contro il Ghana, nella finale giocata a Bata, in Guinea Equatoriale ; la finale è finita 0-0 dopo i tempi regolamentari e supplementari ed è stata decisa dopo 22 rigori dall’errore del portiere del Ghana.
Costa d'Avorio-Ghana è sicuramente un classico del Continente Nero. A testimoniarlo sono anche i trentanove precedenti esistenti tra le due formazioni: tredici incroci nel massimo torneo africano per nazioni (fase finale e qualificazioni), due confronti nelle qualificazioni iridate riservate all'area CAF, dieci sfide in rassegne minori a carattere locale e ben quattordici gare con in palio soltanto l'onore. In totale equilibrio il computo complessivo della sfide: quattordici successi degli Elefanti, altrettante affermazioni delle Black Stars, undici invece i pareggi.

lunedì 9 febbraio 2015

FINALMENTE UN RAGGIO DI SOLE (bella giornata o sole passeggero?)

A pensarci col senno di poi sembra quasi sciocco. Figuriamoci se il Palermo mai vincete a San Siro veniva a strapparci i tre punti in casa… Col senno di poi. Perché fino alle 20.44 eravamo tutti tesi come corde di violino, in ansia e con un po’ di malcelata preoccupazione. Reduci da prestazioni irritanti (tanto possesso palla ma zero incisività in attacco) e da risultati da incubo, abbiamo temuto che anche il Palermo potesse tirarci un brutto scherzetto.
 
E, se proprio vogliamo dirla tutta, c’è anche andata vicino. Quell’azione in apertura di secondo tempo col palo di Vasquez e Dybala che spara alto da un metro è il classico sliding doors che avrebbe potuto cambiare la partita. Per fortuna stavolta la buona sorte (che in altre occasioni ci ha voltato le spalle) ha voluto sorriderci. Ci ha pensato poi Icardi a chiudere il discorso e a mettere in cassaforte i tre punti nerazzurri.
 
Rispetto ad una settimana fa qualcosa è cambiato. Mancini finalmente si è deciso ad abbandonare il 4-2-3-1 che non era nelle corde di questa squadra e ad affidarsi al 4-3-1-2 che fece le sue fortune nella precedente esperienza sulla panchina nerazzurra. Con questo modulo riesce a dare più protezione alla difesa e, paradossalmente, anche la fase d’attacco sembra più incisiva.

domenica 8 febbraio 2015

GUARIN-ICARDI, L'INTER INVERTE LA ROTTA (o almeno speriamo...)

Serie A 2014-2015 – 22^ Giornata
INTER - PALERMO 3 - 0
16' GUARIN - 65' ICARDI – 88’ ICARDI

INTER (4-3-1-2) Handanovic; Santon, Ranocchia, Juan Jesus, Nagatomo (dal 36' Dodò); Guarin, Medel, Brozovic; Shaqiri (dal 39' s.t. Kovacic; Icardi, Palacio (dal 37' s.t. Campagnaro).
A Disposizione: Carrizo, Berni, Podolski, Kuzmanovic, Obi, Puscas, Hernanes, Bonazzoli.
All.: Mancini.
PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Terzi, Gonzalez, Daprelà; Morganella (dal 30' s.t. Rispoli), Rigoni, Jajalo (dal 21' s.t. Belotti), Barreto, Lazaar (dal 32' s.t. Emerson); Vazquez, Dybala.
A Disposizione: Ujkani, Fulignati, Milanovic, Joao Silva, Della Rocca, Bolzoni, Chochev, Quaison, Ortiz.
All.: Iachini.
ARBITRO Guida di Torre Annunziata.

Un’Inter vincente e abbastanza convincente. Finalmente. Contro il Palermo i nerazzurri portano a casa i tre punti che interrompono la striscia negativa (tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia) e ridanno morale all’ambiente.
Mancini vara il 4-3-1-2 con Santon preferito a Dodò, Medel, Brozovic e Guarin in mezzo al campo e Shaqiri trequartista dietro la coppia Icardi-Palacio
Nerazzurri subito aggressivi e decisi. E dopo un quarto d’ora di equilibrio arriva il vantaggio. Brozovic si guadagna un corner che Shaqiri pennella per Guarin, bravo a prendere il tempo a Daprelà e battere Sorrentino con un bel colpo di testa. L'Inter prova ad approfittare del vantaggio e a chiudere la gara ma il Palermo va vicina al pareggio con Rigoni e Dybala.

Shaqiri invoca un rigore per mani dello stesso Daprelà mentre Brozovic pennella per la testa di Palacio che però non trova la porta. Nel mezzo un fallo di Morganella, già ammonito, che andrebbe punito col giallo. Poco dopo la mezz'ora Nagatomo si fa male alla coscia destra. Mancini è costretto a giocarsi la prima sostituzione con Dodò. Fino all’intervallo succede poco altro.

CON PREOCCUPAZIONE VERSO INTER-PALERMO

Sono preoccupato. Inizio ad entrare in quella strana fase in cui mi avvicino alle partite dell’Inter con ansia e preoccupazione. Del resto dopo che nelle ultime quattro partite hai nell’ordine: pareggiato ad Empoli, perso in casa col Torino con un gol al 94, perso a Sassuolo e perso nei quarti di finale di Coppa Italia con un gol al 93esimo, è anche abbastanza normale approcciarsi alla partita con preoccupazione. Anzi, quasi sarebbe strano se fosse il contrario.

Eppure la sfida casalinga contro il Palermo dovrebbe invitare all’ottimismo. Almeno guardando i precedenti. In 26 incontri abbiamo portato a casa l’intera posta in palio in 18 occasioni e nelle restanti 8 abbiamo pareggiato. Insomma, statistiche in mano la sfida di questa sera dovrebbe invitare all’ottimismo. Dovrebbe. Vi ricordo che il Torino non vinceva a San Siro da 26 anni, che il bilancio contro il Sassuolo era di 15-0 in tre gare e che in Coppa Italia con Mancini allenatore eravamo sempre arrivati fino in fondo. Dunque nelle ultime gare le statistiche sono state utili come un ombrello in una giornata di sole.

sabato 7 febbraio 2015

Palla al Centro. ITALIA, SPAGNA, FRANCIA: CHE GRANDI SFIDE !!!

 PALLA AL CENTRODiscussioni e commenti aspettando il fischio d’inizio 
E’ un weekend ricco di sfide al vertice e grandi match. A partire da Juventus-Milan in Italia, passando per il derby di Madrid in Spagna per concludere con la sfida d’Oltralpe tra Lione e Paris Saint Germain. Da non dimenticare infine la finale di Coppa d’Africa tra Ghana e Costa d’Avorio.

 Vuoi seguire TUTTI I RISULTATI in TEMPO REALE?
 *** CLICCA QUI *** 
 SERIE A (Italia) – 22^ Giornata 
Sabato 7 Febbraio ore 18.00
VERONA-TORINO
Sono 25 i precedenti totali tra Hellas Verona e Torino. Finora ad avere la meglio tra le due compagini è il Torino che ha vinto ben 10 volte. Nove i pareggi, che non si registrano dalla stagione 1988/1989. Solo 6 i successi dei padroni di casa, che non vincono dalla stagione 1986/1987.

Sabato 7 Febbraio ore 20.45
JUVENTUS-MILAN
Ben 79 i precedenti a Torino tra i bianconeri e i rossoneri in archivio, con un bilancio favorevole alla Juve: 37 vittorie per i padroni di casa, 21 per il Milan e 21 pareggi.

venerdì 6 febbraio 2015

TAVECCHIO, CALCIOPOLI E LA GRAN CONFUSIONE SUGLI SCUDETTI BIANCONERI

Ennesima puntata dell’infinita vicenda Calciopoli. Stavolta a dire la sua è il Presidente Federale Carlo Tavecchio che, al pari del suo predecessore, dimostra di avere le idee ben confuse. “La Juventus sul campo era nettamente la più forte, di scudetti ne ha vinti 32: la squadra non ha rubato nulla e non avrebbe avuto bisogno di certi magheggi. Lo dico da vecchio interista, anche se più tiepido. Però la sentenza Calciopoli, che ha sanzionato i comportamenti del club fuori dal campo, è legge e siamo qui per farla rispettare".
Dunque, tanto per provare a capirci, gli scudetti sono 32 e quindi le sentenze non servono una beata mazza o le sentenze hanno valore e quindi gli scudetti sono 30? Avrò sicuramente difficoltà a comprendere ciò che leggo perché questo passaggio non è assolutamente chiaro e la mia sensazione (che, lo ripeto, è quella di uno che ha difficoltà a comprendere ciò che legge) è che il caro buon Tavecchio abbia voluto dare il classico “un colpo al cerchio e uno alla botte”.
In ogni caso il massimo esponente federale è sicuro che “Il 23 marzo la Cassazione scriverà la parola fine su Calciopoli: la causa della Juve è temeraria e, vedrete, sarà la Figc a chiedere i danni ".

giovedì 5 febbraio 2015

PARMA CHE CAOS: IL FALLIMENTO E' AD UN PASSO !!!

Caos totale in Emilia. Quello che sta vivendo il Parma è il momento probabilmente più delicato della sua storia. A preoccupare non sono tanto i risultati ed una classifica che parla di un ultimo posto e della zona salvezza lontana ben 10 punti, quanto la situazione che si sta vivendo a livello societario.
Dubbi amplificati dalla complicata situazione debitoria in cui si è trovata la cordata russo cipriota rappresentata dalla Dastraso Holdings Limited, realtà a cui Tommaso Ghirardi ha venduto la società emiliana a inizio dicembre. Nota rilevante: la Dastraso è stata creata a inizio novembre 2014 con un capitale sociale pari a 1000 euro. Tra dieci giorni (15 febbraio) scadrà l’ultimatum per il pagamento degli stipendi arretrati (si tratta della seconda tranche dopo che la prima, quella di novembre, non è stata rispettata), dei fornitori, di Iva e Irpef. Da quel momento tutto sarà più chiaro.

Di certo, come ha ricordato Repubblica, quella ereditata dalla nuova proprietà è una società che nel corso degli anni è stata amministrata in maniera quanto mai bizzarra. Ad inizio della scorsa stagione infatti, risultavano essere ben 230 i giocatori legati contrattualmente al Parma, la stragrande maggioranza dei quali mandati ovviamente in prestito all'estero o nei campionati minori.

La Coppa Carnevale 2015, vetrina per giovani talenti

Di solito il torneo di Viareggio è un talismano ben augurante per calciatori ed allenatori in rampa di lancio e che poi riescono nel salto del calcio che conta. E' successo a centinaia di talenti che poi hanno militato in Serie A e in Nazionale. A volte - è raro, ma capita - il grande salto lo fanno gli allenatori. Come è successo in questi incredibili dodici mesi a Pippo Inzaghi che un anno fa alzava sorridente la Viareggio Cup 2014 dopo la trionfale cavalcata col Milan baby e ora si ritrova a guidare il Milan. Quello vero.
Si è svolto da poco il sorteggio degli otto gironi della 67ª edizione della manifestazione internazionale che si giocherà dal 2 al 16 febbraio 2015.
Il Torneo Mondiale di Calcio "Coppa Carnevale" nacque nel 1949 come Torneo Giovanile Internazionale di calcio "Coppa Carnevale", per iniziativa e merito del Centro Giovani Calciatori, che sempre ne ha curato l'organizzazione.
Prologo alla "Coppa Carnevale" fu un torneo cittadino a dieci squadre, che coinvolse quattro società, la Libertas, l'Assi, il G.S. Fervet, il Cro-Marco Polo e sei bar, il Lencioni, che lo vinse, il Fattore, l'Iskra, il Piemonte, il Mori e il Roma di Torre dei Laghi.
Fin dalla prima edizione il torneo si caratterizzò come "Under 21". Le squadre invitate furono sette italiane e tre europee. Dalla Francia arrivarono l'Olympique di Nizza e il Rapid di Mentone; dalla Svizzera, il Bellinzona. Le italiane furono equamente ripartite al Nord (Milan), al Centro (Sampdoria), al Sud (Lazio); quattro le squadre toscane, Fiorentina, Livorno e Lucchese, più il Cgc-Viareggio.

mercoledì 4 febbraio 2015

SFORTUNA NERAZZURRA, ALTRA BEFFA AL 93ESIMO

COPPA ITALIA 2014-2015 – Ottavi di Finale
NAPOLI - INTER 1 - 0
93’ Higuain

NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Koulibaly, Albiol, Britos, Strinic; Gargano, David Lopez; Callejon (dal 28' s.t. Mertens), Hamsik (dal 30' s.t. Gabbiadini), De Guzman (dal 39' s.t. Ghoulam); Higuain.
A Disposizione: Rafael, Colombo, Uvini, Maggio, Jorginho, Inler, Zapata.
All. Benitez.
INTER (4-3-3): Carrizo; Santon (dal 41' s.t. Dodò), Ranocchia, Juan Jesus, Nagatomo; Brozovic, Medel, Hernanes (dal 29' s.t. Guarin); Shaqiri, Puscas; Icardi.
A Disposizione: Handanovic, Berni, Palacio, Kovacic, Podolski, Vidic, Kuzmanovic, Obi, Donkor, Bonazzoli.
All. Mancini
ARBITRO: Massa di Imperia

E’ una stagione sfortunata. Su questo non ci sono dubbi. Contro il Napoli l’Inter viene beffata a 30 secondi dalla fine (come contro il Torino) da un gol di Higuain che segna con la colpevole collaborazione di tutta la difesa e di Ranocchia in particolare. I nerazzurri salutano così la coppa nazionale e la concreta possibilità di arrivare in Europa League attraverso la vittoria del trofeo.
Mancini ascolta i miei consigli (vabbè, si fa per dire…) e cambia modulo passando al 4-3-1-2. Qualche sorpresa nella formazione con Santon, Brozovic e Puscas lanciati dal primo minuto. Si rivede Nagatomo a sinistra (con Santon a destra) mentre Ranocchia e Juan JEsus sono i centrali di difesa. A centrocampo il neo-acquisto croato viene affiancato da Medel e Hernanes mentre in vanti Shaqiri agisce da trequartista dietro a Icardi e, appunto, Puscas.
Match subito intenso, col Napoli che sfonda due volte a destra e sulla seconda sfiora il vantaggio con Higuain, che di testa manda appena sopra la traversa un cross di Hamsik. L’Inter prova a rispondere con un destro a lato di Brozovic.

lunedì 2 febbraio 2015

UN TUNNEL SENZA USCITA DA CUI DOBBIAMO USCIRE

Inutile negarlo, due mesi e mezzo fa avevamo immaginato un ritorno di Mancini ben differente. Non c’eravamo illusi di tornare subito competitivi ma speravamo tutti di rivedere una squadra che ci rendesse orgogliosa dei colori nerazzurri, che se la giocasse alla pari con tutti, che facesse ben sperare per il futuro.
Dopo 10 partite in cui abbiamo raccolto solo due vittorie, quattro pareggi e altrettante sconfitte, non possiamo che prendere atto che le nostre aspettative sono state disilluse. Non tanto per i risultati in sé, in fondo ci può anche stare che perdi una partita, quello che fa rabbia è come arriva la sconfitta. Dal ko casalingo di metà dicembre contro l’Udinese, alla beffa di otto giorni fa contro il Torino, fino alla pesante sconfitta di ieri pomeriggio che ci ha fatto andare di traverso il pranzo domenicale, tutte sconfitte maturate in malo modo, figlie di prestazioni molto negative che cancellano le poche cose buone viste in questo periodo (il buon secondo tempo contro la Lazio, la reazione contro la Juventus, l’ottima prestazione contro il Genoa).

domenica 1 febbraio 2015

INTER SEMPRE PIU' GIU': ALTRO KO !!!

Serie A 2014-2015 – 21^ Giornata
SASSUOLO - INTER 3 - 1
17' Zaza - 30' Sansone - 83’ ICARDI – 93’ Berardi (rig)

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Vrsaljko, Terranova (37' s.t. Brighi), Cannavaro, Longhi (16' s.t. Gazzola); Biondini, Magnanelli, Missiroli (30' s.t. Antei) ; Berardi, Zaza, Sansone.
A Disposizione: Polito, Lodesani, Floccari, Sereni, Pomini, Chibsah, Bianco.
All. Di Francesco.
INTER (4-2-3-1): Handanovic; Donkor, Ranocchia, Vidic (25' s.t. Brozovic), Dodò; Guarin, Medel; Shaqiri, Kovacic, Podolski (11' s.t. Icardi); Palacio (33' s.t. Puscas).
A Disposizione: Dimarco, Kuzmanovic, Carrizo, Sciacca, Hernanes, Berni, Bonazzoli, Obi.
All. Mancini.
ARBITRO: Valeri di Roma.

Giù, giù, sempre più giù. Dopo il pareggio di Empoli e la beffa casalinga contro il Torino arriva anche la sconfitta contro il Sassuolo al termine di una gara pessima dove abbiamo preso gol che neanche all’oratorio si subiscono e offrendo una prestazione agghiacciande (per dirla alla Conte).
Mancini ha emergenza in difesa perciò schiera Donkor sulla destra, con Dodò dal lato opposto e Vidic-Ranocchia coppia centrale. In avanti Icardi finisce in panchina mentre dietro la prima punta Palacio agiscono Kovacic, Podolski e Shaqiri. Medel e Guarin sono i due centrali di centrocampo.

La partenza nerazzurra è positiva. L’Inter fa la partita costringendo i padroni di casa a difendersi. Ma dopo un quarto d’ora Missiroli imbecca Zaza che complice una distratta marcatura di Vidic infila di gran potenza il gol dell’1-0.