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mercoledì 31 agosto 2011

ZAMPARINI FA UN'ALTRA VITTIMA: ESONERATO PIOLI

Il campionato deve ancora cominciare ma siamo già a quota due esoneri. Dopo che Cellino aveva dato il benservito a Donadoni poco prima di Ferragosto sostituendolo con Ficcadenti, è toccato a Stefano Pioli, ennesima vittima del mangia-allenatori Zamparini.
L’ex tecnico del Chievo era stato acclamato al suo arrivo dal presidente rosanero che ne aveva decantato le lodi. Peccato che il buon Zampa faccia così con tutti.
L’eliminazione del Palermo nei preliminari di Europa League aveva inclinato i rapporti e dopo l’amichevole persa a Napoli domenica scorsa, si vociferava già dell’esonero di Pioli. Esonero che è arrivato solo stasera dopo che il presidente siciliano ha provato a contattare alcuni probabili sostituti, tra cui anche Delio Rossi, esonerato e poi richiamato nella scorsa stagione, che naturalmente ha declinato l’invito (accettare sarebbe stato da coglioni…) .
La squadra è stata momentaneamente affidata al tecnico della Primavera Mangia in attesa di conoscere la prossima vittima di Zamparini.
L’inizio di stagione del Palermo non è stato dei migliori ma bisogna anche ammettere che la squadra è stata smantellata e sono partiti alcuni big (Cassani, Sirigu, Bovo, Pastore) e anche alcuni importanti rincalzi (Liverani, Goian, Carrozzieri). Quando si cambia così tanto, bisogna avere pazienza.
Ma evidentemente non è dello stesso parere Zamparini che in quanto ad esoneri è un fuoriclasse (conti alla mano dovrebbero essere ben 36). Per la gioia dei tifosi palermitani che in pochi mesi sono passati dalla gioia di una finale di Coppa Italia alla rabbia per una squadra smantellata e che in questo momento è anche senza condottiero. Succede anche questo nel calcio. Soprattutto fino a quando ci saranno in giro certi presidenti.


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E DAL CILINDRO NERAZZURRO ESCE ZARATE

Alla fine dal cilindro del mago Branca esce Mauro Zarate. Dopo l’ennesima offerta per Palacio (l’abbiamo cercato per tre mesi, manco fosse Messi o Cristiano Ronaldo) e l’ennesimo rifiuto del Genoa, l’Inter ha chiuso per l’attaccante argentino della Lazio che arriva con un prestito pagato 2,7 milioni, e un riscatto già fissato a 15 milioni.
E’ dunque lui il rinforzo dell’attacco nerazzurro, il campione che, insieme a Forlan, dovrebbe far dimenticare Eto’o.
Purtroppo i cordoni della borsa sono stretti e dobbiamo accontentarci di quello che passa il convento. Un Tevez avrebbe fatto contenti tutti (tranne mio zio che non nutre simpatia per l’argentino del City) ma in questo momento non possiamo permettercelo.
L’acquisto di Zarate non mi dispiace. Sinceramente a me Palacio non piaceva e non convinceva. E poi più facciamo affari con Preziosi e più ho la sensazione che voglia prenderci per i fondelli spillandoci più del dovuto.
Anche l’arrivo di Zarate mi dà qualche perplessità. E’ forte, potenzialmente può migliorare molto ma stiamo parlando di un Balotelli argentino, innamorato del pallone e abbastanza testa di c…o. Spetta a Gasperini farlo fruttare al meglio. Compito non certo semplice per il nostro allenatore che, come era prevedibile, non è stato messo nelle condizioni migliori per lavorare. Visto che manca almeno un elemento di centrocampo. Nel reparto centrale infatti si va avanti con i soliti noti, con l’aggiunta di Poli che sostituisce Mariga e un affollamento sulla trequarti (Sneijder, Alvarez, Coutinho) abbastanza inutile se il tecnico nerazzurro non deciderà di cambiare modulo.
I giochi sono fatti. Ora ci aspettiamo, anzi ci auguriamo, che tutti diano il contributo alla buona riuscita della stagione. Ci auguriamo che Moratti appoggi e difendi l’operato di Gasperini, ci auguriamo che il tecnico nerazzurro adatti il modulo ai giocatori che ha a disposizione, ci auguriamo che Forlan e Zarate non facciano rimpiangere Eto’o almeno dal punto di vista realizzativo, ci auguriamo che i senatori reggano nove mesi e che gli infortuni stiano alla larga di Appiano Gentile.
Ci auguriamo. Ma se il buongiorno si vede dal mattino...


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martedì 30 agosto 2011

SPRINT FINALE, ANCORA 24 PER (NON) COMPLETARE LA ROSA

Ultime ventiquattro ore (anzi anche meno) di calciomercato. Siamo alla stretta finale. Alla fine siamo riusciti a piazzare tutti gli esuberi. Mariga è stato ceduto al Real Sociedad, Santon si è accasato al Newcastle, Muntari si sta accordando con il Galatasaray, a Rivas verrà trovata una sistemazione mentre Obinna e Suazo se ne erano andati già da tempo. Abbiamo anche dato Pandev in prestito (scelta che mi lascia non poche perplessità benché io non sia un estimatore del macedone) ma soprattutto ci siamo dolorosamente liberati di un big. Eto’o se ne è andato in Russia per la gioia del portafoglio del camerunese e di quello di Moratti.
E la campagna di rafforzamento? Tre giovani di grande prospettiva (Alvarez, Castaignos e Poli), un terzino (Jonathan) che serve a poco visto che Maicon è rimasto in nerazzurro (non era meglio tenere Santon?), un centrocampista (Kucka) che però arriverà l’anno prossimo e un grande attaccante (Forlan) che però va ad affollare un ruolo in cui eravamo coperti.
Quello che potrà succedere in queste ore finali è tutto da vedere. Gasperini probabilmente verrà accontentato con Palacio mentre il tanto sospirato top player non arriverà. E soprattutto dubito che, a conti fatti, usciremo rinforzati da questa sessione di mercato.
Ho la sensazione che siamo un po’ come quelli che arrivano alla fine di una giornata di mercato ortofrutticolo e cercano di arrabattare quello che c’è ancora disponibile. Ci avviamo verso un’ultima giornata di mercato frenetico dove compreremo senza un’apparente logica.
Io sono sempre del parere che il mercato last-minute non serve assolutamente a nulla. All’ultimo momento può prendere la ciliegina sulla torta ma non completare la rosa. Anche perché tu sei in una situazione di dover per forza comprare e chi sta vendendo è in una posizione di vantaggio e, potendo, ti spilla qualche milioncino più del dovuto.
Dopo due mesi (anche più) in cui abbiamo fatto quasi gli spettatori quante possibilità ci sono che in poche ore acquistiamo un attaccante esterno e un centrocampista di esperienza?
Aspettiamo di vedere cosa riuscirà a togliere dal cilindro il “mago” Branca ma io sono abbastanza scettico. Non fatevi illusioni, da quel cilindro non uscirà nulla.


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lunedì 29 agosto 2011

IL CALCIO ITALIANO IN CADUTA LIBERA (e il fondo non si vede ancora...)

Da almeno 3-4 anni stiamo avanti con la stessa litania. Il calcio italiano è allo sfascio, le squadre italiane in Europa fanno figure pessime e via discorrendo. Proviamo un paragone con gli altri campionati europei ma è come paragonare una Fiat Tipo con un Bmw.
Siamo al collasso e di anno in anno va sempre peggio. In Eur
opa, dopo anni di trionfi e dittatura, abbiamo cominciato col farci eliminare in semifinale, poi farci eliminare da altre big europee, successivamente da una qualsiasi squadra europea che incontrassimo negli ottavi e ora siamo arrivati al punto che non superiamo nemmeno i turni preliminari.
Evitiamo di guardare ai vari Metalist e Lech Poznan (anche se per la verità anche essere eliminati da Tottenham o Schalke04 non è il massimo) e limitiamoci a quello visto in questo mese d’agosto, con Palermo e Roma fuori dall’Europa League e l’Udinese sconfitta nei preliminari di Champions League.
Passi per i friulani. Avevano il miglior Arsenal che potesse capitargli (nel senso che era battibilissimo) e non hanno sfruttato l’occasione. Ma sono stati pur sempre eliminati da una squadra inglese che negli ultimi anni si è sempre ben comportata in Champions League. Ma che dire della Roma eliminata dallo Slovan Bratislava? E prima ancora del Palermo buttato fuori dal Thun?
A fine agosto ci ritroviamo già con due squadre fuori dall’Europa. Che prospettive possiamo intravvedere per il ranking Uefa? La prospettiva ipotizzata da Giovanni Capuano nel suo blog è talmente catastrofica da essere realistica.
Del resto, esclusa la vittoria dell’Inter in Champions League, le nostre squadre stanno inanellando una serie impressionante di risultati negativi e figure pessime. Nelle ultime tre stagioni solo l’Inter in due occasioni è riuscita a superare lo scoglio degli ottavi di Champions League (in Europa League è diventato arduo arrivare anche ai sedicesimi).
Si ha quasi l’impressione che le nostre squadre si rifiutino di giocare in Europa e non vedano l’ora di essere eliminate. Per esempio, l’Udinese ha ceduto alcuni dei suoi pezzi pregiati non provando nemmeno a trattenerli per onorare al meglio una storica qualificazione. Per non parlare dei commenti ottimistici degli stessi presidenti che hanno accettato l’eliminazione come una cosa inevitabile. Come se fosse difficile battere il Thun o lo Slovan Bratislava.
Andrebbe fatta tabula rasa. A partire da certi dirigenti e da certi presidenti bravi a lagnarsi ma incapaci di trovare soluzione concrete ad un crollo vertiginoso.
Non dettiamo più legge in Europa (bei tempi gli anni ’90), non siamo assolutamente il campionato più bello del mondo, i fuoriclasse ci snobbano, i campioni non vogliono venire da noi e quei pochissimi che ci sono alla prima occasione fuggono via, non vinciamo contro le avversarie europee nemmeno in amichevole (basta guardare qualche risultato delle amichevoli giocate questa estate).
Siamo in caduta libera e temo che bisognerà toccare il fondo prima di riuscire a risalire. Ma il problema è che questo fondo non si vede ancora…




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domenica 28 agosto 2011

FESTIVAL DI GOL IN EUROPA. E IN ITALIA...



TOTTENHAM-MANCHESTER CITY 1-5
34', 41' e 55' Dzeko (M), 60' Aguero (M), 68' Kaboul (T), 91' Dzeko (M)

MANCHESTER UNITED-ARSENAL 8-2
22' Welbeck (M), 28' Young (M), 41' Rooney (M), 45' Walcott (A), 64' Rooney (M), 67' Nani (M), 70' Park (M), 74' Van Persie (A), 82' rig. Rooney (M), 91' Young (M)

SARAGOZZA-REAL MADRID 0-6
24' C.Ronaldo, 29' Marcelo, 64' Xabi Alonso, 71' C.Ronaldo, 82' Kakà, 86' C.Ronaldo

Con la Serie A ancora in vacanza (non so voi ma io oggi non ho sentito per niente la mancanza) occhi puntati negli altri campionati europei e in particolare su tre partite finite in goleada.
In Inghilterra Dzeko trascina con un poker il City (notizia per il popolo nerazzurro, Tevez è rimasto in panchina) mentre il Manchester fa festa contro la difesa dell’Arsenal infilando per ben 8 volte la palla in rete (e aumentano i rimpianti dell’Udinese per non essere riusciti a conquistare la qualificazione al tabellone principale della champions contro i Gunners).
In Spagna invece Mourinho lancia un messaggio al Barcellona. Sei rete (tripletta di Cristiano Ronaldo) per lanciare la sfida ai blaugrana. La prossima Liga si preannuncia come un appassionante duello.
Con tanti ringraziamenti ai calciatori di Serie A che con il loro sciopero ci hanno permesso di gustarci in fondo queste partite.
Anche se dopo aver guardato queste partite pensare al nostro campionato mette parecchia tristezza. Eravamo il campionato più bello del mondo. Ora siamo sulla buona strada per diventare il più mediocre. Sotto tutti i punti di vista.


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VIA PANDEV, ECCO POLI. MA IL MERCATO NERAZZURRO LANGUE

Il calciomercato è ormai in dirittura d’arrivo. Mancano 74 ore, spiccioli ormai per chi ha avuto almeno due mesi per costruire la propria squadra, vendere giocatori, rinforzare la rosa, sfoltire gli esuberi, accontentare l’allenatore.
Eppure in questi spiccioli di mercato vedremo (o più probabilmente non vedremo) costruire la nostra Inter. Il tempo passa e i tanto agognati rinforzi non si vedono. Venerdì sera con un blitz abbiamo concluso il prestito oneroso con diritto di riscatto di Andrea Poli, promettente centrocampista 21enne della Sampdoria. Giocatore che due stagioni fa aveva fatto vedere ottime cose ma che è reduce da un campionato con tante incertezze, anche sul piano fisico. Sinceramente è un acquisto che mi piace. Se dovesse esplodere, ci ritroveremo un ottimo giocatore, giovane e italiano, prelevato a basso costo. Ha ottime potenzialità ma nel calcio la linea che delimita un campione da un flop è sempre sottile (faccio un nome a caso, Davide Santon). In ogni caso Poli ha bisogno di tempo e in questo momento non mi pare lui il centrocampista d’esperienza che possa panchinare i nostri senatori. Serve dunque un centrocampista centrale di qualità ed esperienza ma, è bene ricordarlo, che non costi troppo.
Discorso attacco. Ceduto Eto’o ai russi, è andato via anche Goran Pandev, ceduto in prestito al Napoli. L’acquisto di Diego Forlan è ormai ad un passo. C’è l’accordo con il giocatore e il club, l’unico ostacolo è la buonuscita che l’Atletico Madrid deve d
are all’attaccante uruguaiano. La trattativa si sbloccherà comunque a breve (anche perché di tempo non ce n’è rimasto poi tanto). Anche per Forlan vale lo stesso discorso fatto per Poli. Stagione straordinaria due campionati fa, reduce da una stagione non proprio convincente. Sicuramente un acquisto di spessore ma, visto i 32 anni d’età, tutto da verificare. Anche lui è un buon rinforzo ma non è il top player che ci servirebbe.
Dunque serve anche un’attaccante esterno. A molti piacerebbe che fosse Tevez ma temo che alla fine ci dovremo accontentare di Zarate.
La mia sensazione è che alla fine Gasperini non sarà accontentato con i rinforzi che ha richiesto e di cui abbiamo disperatamente bisogno. E se verrà accontentato non prenderanno giocatori veramente utili ma semplici riempi-rosa.
A tre giorni dalla chiusura del mercato con un budget economico molto ristretto si fa fatica a pensare che si possa completare la rosa in modo adeguato.
Un altro mercato estivo gettato alle ortiche? La sensazione è quella. Speriamo di essere smentiti…



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sabato 27 agosto 2011

I BIMBI VIZIATI FANNO I CAPRICCI. IL CAMPIONATO NON PARTE.

Niente campionato. L’inizio della nuova stagione, che doveva essere oggi, è slittato dopo che non si trovato un accordo sul contratto collettivo dei giocatori.
Questo weekend non si giocherà e non è detto che fra due settimane finalmente verrà dato il calcio d’inizio a questa nuova stagione visto che tutti i protagonisti sono ben saldati sulle
loro posizioni e trovare un accordo non sembra così semplice.
Perché scioperano i calciatori? Non vogliono gli allenamenti separati (quando un giocatore è fuori rosa; il rischio è che la preparazione e l’immagine, quindi il ricollocamento eventuale in altro club, venga pregiudicato) e non vogliono pagare la tassa di solidarietà per i super-redditi, pretendono il netto e che quindi sia pagata dai club.
Stiamo parlando di ragazzi viziati, poco più che ventenni, che “lavorano” giocando allo stesso gioco che facevamo noi tutti in cortile da bambini (e su campi da calcetto da grandi), e lucrando stipendi che di norma un qualunque impiegato di banca, quindi non il più disperato dei lavoratori, non vedrà in tutta la sua vita. Questa tassa di solidarietà loro non ne vogliono sapere. Sacrificio enorme! E non voglio nemmeno pensare allo stress di riguadagnarsi il posto. Sono calciatori, sono dei, mica impiegati o operai qualunque.
Sarò schietto. A me di contratto collettivo, fuori rosa, contributo di solidarietà e roba del genere non me ne frega niente. Io voglio, anzi volevo visto che ormai la frittata è fatta, che oggi iniziasse il campionato di calcio.
Volevo vedere di nuovo i nostri ragazzi scendere in campo, volevo ricominciare a tifare per la nostra squadra. Rivolevo l’ebbrezza del campionato. E pazienza se subito dopo c’è la sosta per le nazionali o se domani sera non avrei potuto vedere la partita perché devo lavorare.
Sinceramente ci siamo rotti i coglioni. Sì, parlo a nome di tutti perché sono straconvinto che la pensiamo tutti allo stesso modo. Ci siamo rotti i coglioni di questi bimbi viziatelli, convinti di vivere in un mondo dorato tutto per loro. Ma ogni tanto l’accendono la televisione? Qualche volta lo leggono un giornale? Capita di sentire qualche discorso della gente comune? Sanno che aria tira qua fuori? Sanno quali sono le difficoltà di un padre di famiglia? Hanno sentito parlare della crisi in cui siamo impelagati fino al collo? E allora non rompessero le palle e andassero a giocare perché sono dei privilegiati e dovrebbero cercare meno il pelo nell’uovo. I diritti dei lavoratori sono ben altri e riguardano gente che guadagna una miseria non milioni di euro all’anno.
Sono ridicoli e anche agli occhi del mondo stanno facendo una figura di merda colossale. Anche in Spagna si sono fermati alla prima di campionato ma l’hanno fatto perché molti di loro non percepivano stipendi da mesi. Se non altro era per una giusta causa.
Vogliono scioperare? Che scioperino pure. Noi oggi e domani troveremo di meglio da fare. E se verremo colti da crisi d’astinenza da calcio ci ritroveremo tra amici e il campionato ce lo giocheremo da soli, tra di noi, in qualche cortile, come ai vecchi tempi.


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venerdì 26 agosto 2011

PORTO SPETTACOLARE MA A VINCERE E' SEMPRE IL BARCELLONA

SUPERCOPPA EUROPEA - FINALE

BARCELLONA-PORTO 2-0 39’ Messi – 87’ Fabregas
Il calcio è quel gioco in cui si va in campo undici contro undici e alla fine vince sempre la Germania”. Diceva Lineker. E lo stesso discorso potrebbe essere applicato al Barcellona che quasi sempre vince con merito ma che qualche volta, come stasera, deve ricorrere ad una buona dose di fortuna.
Nella finale di Supercoppa Europea è infatti il Porto a dominare la partita, a giocare meglio e a rendersi pericoloso mentre il Barcellona si limita al solito possesso palla che però stavolta non porta a niente. Serve allora un errore grossolano di Guarin al 39esimo per sbloccare la partita. Il difensore portoghese infatti sbaglia un retropassaggio e offre un pallone d’oro a Messi che a tu per tu con il portiere lo scarta e deposita in rete.
Il Porto aveva fino a quel punto giocato una partita molto attenta non concedendo nulla ai ben più forti avversari. Il secondo tempo è un monologo portoghese che sfiorano in più di un’occasione il gol del pari ma i blaugrana riescono sempre a salvarsi.
Ci sarebbe anche un rigore nettissimo a favore del Porto ma l’arbitro olandese non se la sente di fischiare il penalty. Lo stesso direttore di gara è invece inflessibile quando deve ammonire Rolando per la seconda volta e di conseguenza espellerlo e lo stesso vale quando deve usare lo stesso metro per Guarin. Il Porto in nove e in debito di ossigeno non può che arrendersi al Barcellona che nei minuti finali va al raddoppio con Fabregas che sfrutta bene un bellissimo passaggio di Messi. Anche se la posizione del centrocampista spagnolo appare quantomeno dubbia.
Vince il Barcellona. Stavolta con meno merito rispetto alle precedenti occasioni. Il Porto ha infatti messo in seria difficoltà i campioni d’Europa e avrebbe meritato ben altra sorte. Se stasera Messi e compagni fossero usciti sconfitti dallo stadio monegasco credo che nessuno avrebbe avuto da ridire.
Questo Barcellona non è poi così imbattibile e se magari si provasse ad affrontarlo con meno timore reverenziale e mettendoci più convinzione nei propri mezzi si riuscirebbe in quella che appare un’impresa titanica.


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EUROPA LEAGUE, SORTEGGIO BENINO PER UDINESE E LAZIO

Sorteggio in chiaroscuro per Lazio e Udinese, uniche due italiane in Europa League ed entrambe inserite in seconda fascia. Entrambe hanno evitato Paris Saint-Germain e Schalke 04, ma l'urna non è stato proprio benevola: nel gruppo I c'è l'Atletico Madrid, terzo nel ranking del torneo, sulla strada dei bianconeri, che se la vedranno anche coi francesi del Rennes e gli svizzeri del Sion (che hanno estromesso a sorpresa il Celtic). Però per passare il turno basta finire fra le prime due e l'impresa è alla portata dei ragazzi di Guidolin. Si parte in casa col Rennes il 15 settembre.
Per la Lazio è andata meglio: è stata inserita nel gruppo D con lo Sporting Lisbona, che non è avversario facile, ma nemmeno impossibile, mentre va rispettato lo Zurigo, eliminato dal playoff della Champions dal Bayern Monaco. I romeni del Vaslui sembrano ampiamente alla portata degli uomini di Reja. I biancocelesti partono il 15 settembre all'Olimpico col Vaslui.
Gironi di ferro non ce ne sono, ma intrigano il gruppo F con Paris Saint-Germain, Athletic Bilbao, Salisburgo e Slovan Bratislava, e il gruppo A che comprende Tottenham, Rubin Kazan, Paok Salonicco e Shamrock Rovers. Apertissimo il gruppo K: Twente, Fulham, Odense e Wisla Cracovia.
Le gare della fase a gironi si giocheranno dal 15 settembre al 15 dicembre. Si qualificano le prime due di ognuno dei 12 gironi e a loro si uniranno le terze classificate della fase a gironi di Champions League. La finale è in programma a Bucarest il 9 maggio 2012.


Ecco il riepilogo girone per girone:
GRUPPO A - Tottenham Hotspur (Ing), Rubin Kazan (Rus), PAOK Salonicco (Gre), Shamrock Rovers (Irl).
GRUPPO B - FC Copenaghen (Dan), Standard Liegi (Bel), Hannover (Ger), Vorskla Poltava (Ucr).
GRUPPO C - PSV Eindhoven (Ola), Hapoel Tel Aviv (Isr), Rapid Bucarest (Rom), Legia Varsavia (Pol).
GRUPPO D - Sporting Lisbona (Por), Lazio (Ita), Zurigo (Svi), Vaslui (Rom).
GRUPPO E - Dinamo Kiev (Ucr), Besiktas (Tur), Stoke City (Ing), Maccabi Tel Aviv (Isr).
GRUPPO F - Paris Saint-Germain (Fra), Athletic Bilbao (Spa), Salisburgo (Aut), Slovan Bratislava (Svk).
GRUPPO G - AZ Alkmaar (Ola), Metalist Kharkiv (Ucr), Austria Vienna (Aut), Malmoe (Sve).
GRUPPO H - Sporting Braga (Por), Bruges (Bel), Birmingham City (Ing), Maribor (Slo).
GRUPPO I - Atletico Madrid (Spa), Udinese (Ita), Rennes (Fra), Sion (Svi).
GRUPPO J - Schalke 04 (Ger), Steaua Bucarest (Rom), Maccabi Haifa (Isr), AEK Larnaca (Cip).
GRUPPO K - Twente (Ola), Fulham (Ing), Odense (Dan), Wisla Cracovia (Pol).
GRUPPO L -
Anderlecht (Bel), AEK Atene (Gre), Lokomotiv Mosca (Rus), Sturm Graz (Aut).



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giovedì 25 agosto 2011

IL MILAN VA IN BARCA, IL NAPOLI NEL GIRONE PIU' DIFFICILE

GLI OTTO GIRONI DELLA CHAMPIONS LEAGUE


GRUPPO A - Bayern Monaco (Ger), Villarreal (Spa), Manchester City (Ing), Napoli (Ita).
GRUPPO B - INTER (Ita), Cska Mosca (Rus), Lilla (Fra), Trabzonspor (Tur).
GRUPPO C - Manchester United (Ing), Benfica (Por), Basilea (Svi), Otelul Galati (Rom).
GRUPPO D - Real Madrid (Spa), Lione (Fra), Ajax (Ola), Dinamo Zagabria (Cro).
GRUPPO E - Chelsea (Ing), Valencia (Spa), Bayer Leverkusen (Ger), Genk (Bel).
GRUPPO F - Arsenal (Ing), Marsiglia (Fra), Olympiacos Pireo (Gre), Borussia Dortmund (Ger).
GRUPPO G - Porto (Ing), Shakhtar Donetsk (Ucr), Zenit San Pietroburgo (Rus), Apoel Nicosia (Cip).
GRUPPO H -
Barcellona (Spa), Milan (Ita), Bate Borisov (Bie), Viktoria Plzen (Cec).

Se l’Inter sorride, lo stesso può fare il Milan. Ai rossoneri capita il fortissimo Barcellona e, come mi ha scritto mio cugino in un sms, niente più. Infatti il girone H è completato dai bielorussi del Bate Borisov e dagli sconosciuti (almeno per me) cechi del Viktoria Plzen. Come per l’Inter anche per il Milan il passaggio del turno è solo una formalità. Difficile pensare che il Bate o il Viktoria possano impensierire i campioni d’Italia. Sarà comunque interessante la doppia sfida contro i fortissimi blaugrana, anche per testare le velleità europee del club rossonero.
Ma se le milanesi sorridono, il Napoli piange amaro. I partenopei, che ritornano nel massimo torneo continentale dopo 21 anni, hanno pescato il girone più duro. Bayern Monaco, Villareal e Manchester City sono tre avversarie fortissime. Non poteva andare peggio al Napoli, ma nemmeno alle altre tre del girone che dovranno impegnarsi a fondo per strappare uno dei due posti per gli ottavi. Il compito del Napoli è abbastanza proibitivo ma nel calcio nulla può essere dato per scontato. Chissà il presidente De Laurentiis come è andato via questa volta.
Abbastanza equilibrato sembra anche il gruppo F con Arsenal (che nei preliminari ha eliminato l’Udinese), Marsiglia, Olimpiakos e Borussia Dortmund. I greci partono leggermente indietro ma è difficile ipotizzare chi ce la farà a superare il turno. Sono quattro formazioni interessanti e le sfide saranno molto incerte.
Nel gruppo C il Manchester United dovrebbe avere vita facile, mentre gli svizzeri del Basilea proveranno a contendere al Benfica il secondo posto del girone.
Non è andata altrettanto bene al Real Madrid di Josè Mourinho che nel girone D dovrà vedersela con i francesi del Lione (che evocano ricordi poco piacevoli alle merengue) e gli olandesi dell’Ajax, con la Dinamo Zagabria a fare da mina vagante. Il superamento del turno non dovrebbe essere un problema ma un errore di concentrazione potrebbe costare caro.
Nel girone E infine il Chelsea dello Special Two Villas Boas dovrà conquistarsi l’accesso agli ottavi contro gli spagnoli del Valencia, i tedeschi vicecampioni di Germania del Bayer Leverkusen e i modesti belgi del Genk.
Si partirà il 13 e il 14 settembre. Otto mesi per dare la caccia ad un sogno. Un sogno dalle grandi orecchie che per qualcuno diventerà realtà.


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CHAMPIONS LEAGUE. SORRISO INTER, IL GIRONE E' AGEVOLE

Può solo sorridere l’Inter dopo il sorteggio dei gironi di Champions League effettuata nel tardo pomeriggio a Nyon.
I nerazzurri pescano i russi del Cska Mosca, i francesi del Lille e i turchi del Trabzonspor, promossi in Champions League dopo l’esclusione del Fenerbahce, escluso perché implicato in un giro di scommesse.
Probabilmente il Lille è l’avversario più insidioso. Il club guidato da Rudi Garcia può contare su alcuni giovani di grande prospettiva come Eden Hazard, per cui la dirigenza nerazzurra stravede (e non solo loro) e Moussa Sow, attaccante di qualità oltre a gente di esperienza come Landreau e il capitano Mavuba.
Il Cska l’affrontammo nei quarti della favolosa stagione del 2010 che si concluse col nostro trionfo. Squadra da non sottovalutare perché nei precedenti ci ha dato sempre filo da torcere.
La nostra avventura europea partirà però con i turchi del Trabzonspor, avversario alla nostra portata che dovremmo (il condizionale è d’obbligo) battere con facilità e che si è ritrovato catapultato nella massima competizione europea quasi a sorpresa.
Non possiamo certo lamentarci. Non dovremo affrontare il girone con sufficienza ma la qualificazione e il primo posto del girone dovrebbe essere alla nostra portata. Anche se, come qualcuno faceva notare, anche nel 2008 ci capitò un girone agevole con Werder Brema, Anorthosis e Panathinaikos e quasi rischiammo l’eliminazione.
Dipenderà tutto da noi. Non dovremo sottovalutare gli avversari, non dovremo pensare che sia tutto facile e non dovremo affrontare il girone con sufficienza. Vincere il girone è importante perché ti permette (o perlomeno dovrebbe permetterti) di trovare agli ottavi un avversario un tantino più agevole. Anche se dopo l’infelice esperienza dello scorso anno quando beccammo lo Schalke e tornammo a casa con un complessivo 3-7, qualunque considerazione sulla difficoltà degli avversari dovrebbe essere relativa.



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martedì 23 agosto 2011

MOURINHO LASCIA IL REAL. ANZI NO

La notizia era uscita in tarda mattinata. Eladio Parames, portavoce di Josè Mourinho, a "Mas Deporte", magazine dell'emittente televisiva Canal +, ha dichiarato che "Josè non si sente sostenuto dai dirigenti e pensa di lasciare il club".
Dichiarazioni che hanno fatto il giro del web in pochi istanti e che hanno sollevato un vespaio. Ma dopo pochi minuti lo stesso Parames ha smentito seccamente le frasi a lui attribuite e successivamente è stato il diretto interessato Josè Mourinho a smentire tutto con una lettera pubblicata sul sito ufficiale del club merengue e indirizzata ai tifosi madridisti.
Non è un buon momento per lo Special One, finito sotto l’occhio del ciclone dopo il misfatto di una settimana fa. Appare evidente che è sotto pressione, che cammina sul filo del rasoio e che anche all’interno del club madrileno non sia ben accetto da tutti.
Le dichiarazioni di Parames, nonostante le smentite, non sono parole al vento. Mourinho si aspettava probabilmente una presa di posizione da parte della società, magari sperava che Florentino Perez si schierasse dalla sua parte pubblicamente. Il tecnico portoghese invece si è ritrovato solo, “tradito” anche da Casillas che aveva telefonato i compagni di nazionale Puyol e Xavi per scusarsi dell’accaduto.
E’ ipotizzabile che Mourinho abbia sentito venire meno la fiducia nei suoi confronti e, tramite il suo agente, abbia messo in giro la frase. Le smentite fanno in qualche modo parte del gioco. La frase ormai è stata pronunciata e il messaggio che Mou volesse abbandonare il club perché non sente il sostegno della dirigenza è passato e lo scopo è stato raggiunto.
Quando c’è di mezzo Mou nulla è casuale. Fa parte del suo personaggio, fa parte del suo essere Josè Mourinho. Non si è Special One per caso.



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lunedì 22 agosto 2011

"SIAMO IN POCHI". GASPERINI CHIEDE RINFORZI

"C'è ancora da lavorare ma ripeto: oggi ho visto alcune cose molto positive e anche un calo nella ripresa. Poi, in questo periodo, stiamo dando spazio anche a tanti ragazzi, quindi la squadra è un po' stravolta, ma dobbiamo sempre partire da quello che di buono è stato fatto.
Inter più debole senza Eto'o? Ci sono altri giocatori e da questo gruppo ripartiremo. Vedremo di recuperare i giocatori che sono fuori e forse avremo anche la possibilità di rinforzarci. Sicuramente in questo momento siamo pochi in più di qualche reparto, anche a centrocampo, dovendo poi pensare di affrontare tantissime partite, ma la società sa benissimo che cosa fare. Ci sono ancora dieci giorni di mercato.
Il settore avanzato è quello che alza la qualità della squadra, ma bisogna riconoscere che in questo momento la situazione del mercato non è facile. I nomi che circolano sono di qualità e quindi mi andrebbe sempre bene? Su questo non c'è dubbio, ma so che quando l'Inter sarà al completo giocheremo per i massimi traguardi. A preoccupare, forse, sono le tante partite che dovremo giocare, con continuità”.
(inter.it)
Sabato sera sostenevo che Gasperini dovesse far sentire la sua voce. E puntualmente ieri pomeriggio dopo la prova incolore dei nerazzurri contro l’Olimpiakos (in superiorità numerica sono riusciti ad andare sotto di due gol prima di rimontare grazie ad una doppietta di Pazzini) è arrivato il campanello d’allarme di Gasperini.
Quel “la società sa benissimo che cosa fare” più di ogni altra parola lascia intendere che l’ex tecnico genoano si aspetta i rinforzi richiesti. Non è detto che venga accontentato e probabilmente alla fine si avrà una situazione intermedia con l’arrivo di solo una parte dei rinforzi che servirebbero a questa squadra. Ma penso che in questi casi, per quel che possa servire, un allenatore non deve subire le scelte societarie in silenzio ma far sentire la propria presenza.



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domenica 21 agosto 2011

RISCATTO VERDEORO. BRASILE CAMPIONE DEL MONDO UNDER 20

Si è concluso nella maniera più emozionante possibile il Mondiale Under 20 disputato in Colombia. Dopo una partita tirata e ricca di emozioni, ad alzare al cielo la Coppa del Mondo è stato il Brasile che, con pieno merito, dopo aver pareggiato con l'Egitto nel match d'esordio, ha poi vinto tutte le partite, sebbene ai quarti di finale abbia avuto bisogno dei rigori per avere la meglio sulla Spagna ed in semifinale l'abbia spuntata sul Messico soltanto nel finale.
L'attesa finalissima con il Portogallo è iniziata subito col botto: al 5’ minuto, infatti, una punizione tagliata calciata da Oscar, fantasista dell'Internacional, ha sorpreso tutti dopo non essere stata deviata da nessuno ed ha terminato la propria corsa in fondo alla rete interrompendo così l’imbattibilità del portiere portoghese Mika: 575 minuti che resteranno nella storia del mondiale giovanile.
Il Portogallo, però, non molla, e trova il pari 5 minuti dopo grazie ad Alex, servito dal solito Nelson. Si va al riposo sul punteggio di 1-1 e, al 58’ della ripresa, arriva il raddoppio dei lusitani: Nelson si invola sulla corsia destra e lascia partire un tiro da posizione defilatissima, il portiere brasiliano Gabriel è tutt'altro che impeccabile e regala il vantaggio ai portoghesi. Il pari del Brasile arriva al 78’ quando ancora Oscar è bravo a ribadire in rete una corta respinta del portiere del Portogallo, dopo un gran numero del neo-entrato Dudu. Per decidere il match c'è bisogno dei tempi supplementari ed è al minuto 111 che, ancora Oscar trova il meraviglioso goal che vale il successo al Brasile con un tiro-cross che spegne i sogni portoghesi e accende quelli verdeoro.
Il Brasile quindi festeggia e in parte cancella la figuraccia della Coppa America proprio davanti agli occhi del c.t. della nazionale maggiore, Mano Menezes.
Per il Brasile si tratta del quinto titolo, che si aggiunge a quelli vinti in Messico nel 1983, nell'allora Unione Sovietica nel 1985, in Australia nel 1993 e negli Emirati Arabi nel 2003. Il Portogallo, invece, ha fallito l'appuntamento con il tris dopo i successi ottenuti in Arabia Saudita nel 1989 e in casa nel 1991.
Scendono così i titoli di coda su una manifestazione che, poco prima, aveva visto il Messico imporsi come terza forza: i centroamericani, passati in svantaggio contro la Francia per via del goal di Lacazette (8'), hanno pareggiato al 12' con Davila, per poi trovare nella ripresa i goal del definitivo 3-1 con Enriquez (49') e Rivera (71').
Premio di miglior portiere a Mika che ha bucato la finale ma segnato un record splendido con la sua lunghissima imbattibilità. Premio cannoniere allo spagnolo Vazquez che ha segnato 5 reti (come Henrique e Lacazette) ma aggiungendogli 2 decisivi assist. Premio miglior giocatore a Henrique, davanti a Nelson Oliveira, Jorge Enriquez (e Danilo, quarto di un soffio). Prossimi mondiali Under 20 nel 2013 in Turchia.


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sabato 20 agosto 2011

MERCATO ANCORA IN ALTO MARE. FINIRA' COME LO SCORSO ANNO?

Ad una settimana dall’inizio di campionato il mercato dell’Inter è in alto mare. Se vogliono mettere Gasperini in condizione di lavorare dovranno fare tutto in poco tempo.
La tratta
tiva per Eto’o sembrava bloccata ma alla fine si è trovato un accordo per 28 milioni (l’Inter era partita da 40, non capisco perché abbia diminuito la richiesta di quasi la metà). Da lì si dovrebbe sbloccare anche il mercato in entrata con l’arrivo di un valido sostituto che spero sia Tevez o al limite Zarate, non assolutamente Drogba o Forlan, due prime punte di cui non abbiamo bisogno. Dovrebbe arrivare anche uno tra Kucka e Casemiro mentre se dovesse partire Sneijder (Moratti ha dichiarato che intoccabile, i giornali parlano di un interessamento del City. Chi dice la verità?) cambia completamente lo scenario.
La mia sensazione è che in questi 11 giorni faremo un mercato all’acqua di rose. Non arriveranno gli elementi che veramente ci servono, ma soltanto dei riempi-rosa che cercheremo di adattare alle esigenze tattiche come già si sta facendo con Alvarez, Castaignos e Sneijder.
Mi sembra di rivivere la stessa situazione di un anno fa un paio di giovani interessanti fatti passare per rinforzi, cessione di un campione, e l’allenatore che non riceve ciò che aveva richiesto.
Gasperini è nella stessa identica situazione di Benitez. In questi casi credo che bisognerebbe farsi sentire, far notare che la rosa è incompleta e che non si hanno gli strumenti adatti per lavorare come si dovrebbe. Non necessariamente si deve parlare in pubblico (anzi sarebbe preferibile, onde evitare che i soliti sciacalli parlino già di crisi Inter). Il buon Gasperini deve alzare il telefono e chiamare Moratti “Presidente, che vogliamo fare? Questi rinforzi arrivano o si sono persi per strada?”.
Risposte che vorremmo anche noi tifosi. Giusto per capire che stagione dobbiamo aspettarci, giusto per capire se dovremo accontentarci solo di essere lì tra le prime in classifica che andranno in Europa o possiamo sognare altri trionfi in Italia e perché no, in Europa.
Con la stagione ormai alle porte il mio ottimismo langue. Se il buongiorno si vede dal mattino, non dobbiamo aspettarci niente di buono.


Nella foto: Ehi Gasp, hai mica bisogno di un gettone per telefonare il Presidente?


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NUOVI PEP CRESCONO


Nel numero 165 della rivista mensile Calcio 2000 c’è uno scambio di opinioni tra il sottoscritto e il direttore Fabrizio Ponciroli sulla tendenza delle società italiane a puntare su allenatori giovani. Qui di seguito trovate la mia mail e la risposta del direttore Ponciroli. Come sempre mi piacerebbe sapere la vostra opinione. Carissimo Direttore,
mi piacerebbe sapere il suo parere riguardo questa tendenza (esasperata) di cercare il nuovo Guardiola da parte delle nostre società. La Juventus si è affidata a Conte, la Roma a Luis Enrique, l’Inter a Gasperini. Tutti bravi allenatori ma probabilmente non ancora pronti per il grande salto (tranne forse Gasperini). E infatti negli ultimi anni Ferrara a Torino, Leonardo a Milano e Montella a Roma sono stati al di sotto delle aspettative.