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domenica 31 ottobre 2010

LE AQUILE BIANCOCELESTI FANNO SUL SERIO...

LAZIO 22 punti dopo 9 giornate
Miglior risultato di sempre.
Un punto in più rispetto all’anno dell’ultimo scudetto (1999-2000).
7 vittorie, un pareggio e una sconfitta
Unica sconfitta alla prima giornata con la Sampdoria.
+4 sull’Inter
+5 sul Milan
+7 sulla Juventus
+10 sulla Roma
Credo proprio che questi qua fanno sul serio…

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sabato 30 ottobre 2010

VA BENE COSI'??? NO, NON VA BENE COSI' !!!

Va bene così. L’abbiamo detto dopo Cagliari quando abbiamo giocato malissimo, ma abbiamo portato a casa i tre punti. Va bene così. L’abbiamo ripetuto dopo il pareggio in casa contro la Sampdoria in una partita giocata benissimo e in cui potevamo e dovevamo vincere. Va bene così. Lo diciamo anche oggi commentando la vittoria contro il Genoa dove la componente fortuna ha giocato un ruolo importantissimo.
Va bene così. Siamo in una fase transitoria dove ogni partita è un bollettino di guerra, dove ci tocca far giocare Muntari e dare spazio ai giovani di belle speranze come Coutinho e Biabiany.
Ma obiettivamente inizio a stufarmi di questa situazione. Fino a quando potremo dire va bene così? E fino a quando potremo contare sul colpo di fortuna o sulla giocata del campione di turno?
Ok, l’ho detto anche prima, siamo in una fase transitoria. Ma fino a quando durerà questa fase transitoria? Questo è il problema. Sarebbe stata una fase transitoria se avevi 6-7 giocatori fuori e dovevi piano piano recuperarli tutti, noi invece abbiamo un tot di giocatori fuori (ho perso il conto) e di settimana in settimana recuperiamo uno o due elementi e ne perdiamo altrettanti. L’infermeria non si sta svuotando ma semplicemente i giocatori si stanno alternando nell’occuparla.
Ultimi tre vittime Cambiasso, Julio Cesar e Lucio. Per il centrocampista argentino le previsioni non sono buone. Da persona ignorante in materia temo che si sia affrettato il suo rientro e abbia avuto una ricaduta. E stavolta sì che rischiamo di perderlo per il Mondiale per Club. Comunque nei prossimi giorni ne sapremo di più riguardo alla condizione del Cuchu ma anche degli altri due.
Dopo l’ennesimo infortunio e dopo che praticamente tutti i giocatori della rosa hanno subito un infortunio (ieri sera qualcuno scriveva che mancano so
lo Benitez e Orlandoni) mi viene il dubbio che non sia solo questione di sfortuna. A nessuno è venuto il dubbio che ci sia qualcosa che non va nella preparazione?
Evidentemente no. Come a nessuno è venuto il dubbio in agosto che in questa rosa un’attaccante, un centrocampista di qualità e un terzino sinistro avrebbero fatto comodo. Non a caso già si parla di gennaio e di probabili acuisti. Il guaio è che siamo al 30 ottobre e che da qui a gennaio ci sono due mesi. Se dopo l’Epifania ci ritroviamo con un Mondiale per Club perso (toccatina, please!!!) e un distacco dalla vetta abbastanza consistente (toccatina, please!!!) mi spiegate a che serve fare acquisti?
Ecco qua, un altro nerazzurro pessimista che inizia a farneticare al primo intoppo. Questo stanno pensando molti di voi. E vi sbagliate. Non sono pessimista. Anzi, visti i mille problemi che stiamo avendo, sono contento di come sta andando la stagione e sono soddisfatto che siamo lì, ad un tiro di schioppo di Lazio e Milan. Ho voluto darvi un’altra chiave di lettura del momento. Perché questo passa il convento e ci accontentiamo, ma non sopporto che si dica “va bene così”. Ci teniamo i tre punti, il bel gioco, i colpi di fortuna ma no, non va assolutamente bene così.
Noi vogliamo vedere un’altra squadra, noi vogliamo vedere la vera Inter. Dobbiamo aspettare? Ok, va bene. Ma nel frattempo non prendiamoci in giro dicendo che va bene così.

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ITALIA-SERBIA, LE GIUSTE SANZIONI INASPETTATE

Italia-Serbia 3-0 a tavolino. Per i serbi una gara a porte chiuse, più un'altra con pena sospesa, oltre a 120 mila euro di multa. Per la Figc 100 mila euro di multa e una partita a porte chiuse con la condizionale. Cioè se entro due anni non capiteranno fatti simili la pena sarà cancellata. Inoltre per tutte le federazioni c'è l'obbligo di non vendere biglietti alla tifoseria serba. Queste le sanzioni inflitte dalla commissione disciplinare Uefa per i gravi fatti avvenuti a Genova in occasione di Italia-Serbia dello scorso 12 ottobre.
Tutto come previsto e questo mi lascia sorpreso. Vabbè che il regolamento parla chiaro ma considerando le proteste dei serbi e lo scarso (anzi scarsissimo) peso dell’Italia a livello europeo mi aspettavo qualche colpo di scena, qualche sanzione inique. Così, giusto per creare un po’ di polemiche e dimostrare che l’Italia non vale nulla a livello di peso europeo. E invece niente sorprese o colpi di scena, punizioni giuste (compresa la multa e la partita a porte chiuse con la condizionale all’Italia) in linea con quello che speravamo.
Anche se più che le decisioni sportive a me interessavano le decisioni della giustizia ordinaria. Spero che Ivan e soci abbiano ciò che meritano (che fine hanno fatto? li ho persi di vista, sono in carcere in Italia o sono stati estradati?). Spero che per loro gli stadi diventino un tabù e che le partite le possano seguire solo in televisione.
Giusto per iniziare a far capire a questi delinquenti che il calcio è uno sport non una guerra.

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venerdì 29 ottobre 2010

PAPERA DI EDUARDO. L'INTER RINGRAZIA E PORTA A CASA I TRE PUNTI

Serie A 2010-2011 – 9^ Giornata
GENOA - INTER 0 - 1
48' pt MUNTARI

GENOA: Eduardo; Dainelli, Ranocchia, Kaladze, Criscito; Chico 6 (13'st Destro), Milanetto, Rossi (34'st Boakye); Rafinha, Toni, Mesto (14'st Zuculini).
A Disposizione: Scarpi, Tomovic, Modesto, Moretti.
All.: Gasperini
INTER: Julio Cesar (20' st Castellazzi); Maicon, Lucio, Samuel, Santon; Zanetti, Cambiasso (19'st Muntari; Biabiany (38'st Cordoba), Sneijder, Coutinho; Eto'o.
A Disposizione: Milito, Materazzi, Pandev, Nwankwo.
All.: Benitez
ARBITRO: Banti

Oggi chiedevo i tre punti e sono arrivati ma l’Inter soffre più del dovuto, continua a perdere i pezzi e deve ringraziare il portiere avversario.
Benitez schiera la formazione annunciata con Santon sulla sinistra e Biabiany preferito a Pandev. Partenza lenta con un’Inter che appare quasi timorosa. Dopo un quarto d’ora ennesima tegola per Benitez che perde Cambiasso per infortunio. E pare che stavolta possa essere qualcosa di serio. Al posto del Cuchu entra Muntari. La partita non decolla, l’Inter sfiora il gol con Eto’o che da due passi spara alto, il Genoa riesce a rendersi più pericoloso ma Julio Cesar fa buona guardia. L’arbitro concede tre minuti di recupero e ad una manciata di secondi dall’intervallo arriva la svolta. Muntari sparacchia un tiro senza pretese da trenta metri, il portiere rossoblu Eduardo fa una papera clamorosa e l’Inter va all’intervallo inaspettatamente in vantaggio.
Si spera che forte del vantaggio l’Inter parta nella ripresa più convinta e magari con l’intenzione di chiudere il match. Invece la partita è sulla falsariga del primo tempo, i nerazzurri perdono alche Julio Cesar per infortunio. Nel finale qualche brivido in più per i sostenitori nerazzurri perché il Genoa prova l’assalto finale alla disperata ricerca del pareggio.
Pareggio che non arriva. L’Inter ringrazia Eduardo e porta a casa i tre punti in una partita decisamente bruttina.
Oggi scrivevoPer noi tifosi conta solo vincere, preferiamo soffrire, rischiare di crollare ma al novantesimo uscire vittoriosi dal campo.” Ed è un po’ quello che è successo, abbiamo sofferto, rischiato di crollare ma portato a casa i tre punti. Per ora va bene così. Ma di questo passo non andremo lontano. Finché giocheremo in questo modo, avremo sempre un andamento incerto, certe partite le vinci, altre no ma non riusciremo mai ad avere una costanza nei risultati. E non va mica bene. E poi c’è questo problema, molto serio, degli infortuni a catena. Ho siamo stati colpiti da una macumba o abbiamo completamente sbagliato preparazione.
Vabbè, non importa. Portiamo a casa i tre punti e non pensiamoci più. Noi il nostro l’abbiamo fatto, ora nel weekend ci sediamo comodamente sul divano e vediamo cosa combinano Milan e Lazio.
FORZA INTER !!!


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RAGAZZI, LI FACCIAMO QUESTI TRE PUNTI?

Archiviata, non senza qualche rammarico, la sfida contro la sampdoria, l’Inter cerca il pronto riscatto affrontando l’altra squadra genovese, il Genoa di Gasperini che finora ha avuto un inizio di stagione balbettante.
Benitez, sempre alle prese con gli infortuni si affida ai giovani. Stasera infatti mancherà Chivu e quasi certamente toccherà a Santon sostituirlo. Difficilmente, con il centrocampo a pezzi, il tecnico spagnolo deciderà di arretrare capitan Zanetti sulla linea difensiva.
Pertanto Santon in difesa a completare il reparto con Maicon, Lucio e Samuel, centrocampo con Zanetti e Cambiasso e linea offensiva con Sneijder, Coutinho e uno tra Pandev e Biabiany a sostenere Re Leone Eto’o.
Tra i convocati tornerà finalmente Milito. Il Principe però quasi certamente si accomoderà in panchina e troverà spazio nella ripresa, magari per far rifiatare il compagno di reparto Eto’o.
Difronte troveremo un Genoa che, come detto, finora non ha brillato particolarmente. Ma purtroppo ogni partita fa storia a sé e l’Inter ha alternato alti e bassi in questo scorcio di stagione. Che ci sia il gioco, la manovra e il possesso palla non ci sono dubbi ma a me tifoso non frega nulla di questo. Per noi tifosi conta solo vincere, preferiamo soffrire, rischiare di crollare ma al novantesimo uscire vittoriosi dal campo. Almeno io la vedo così e leggendo i vari commenti sul web mi è sembrato di capire che molti la pensano così.
Perché purtroppo nella storia e nell’albo d’oro non rimangono il bel gioco e il possesso palla ma i risultati. L’Inter di Mourinho non era bella da vedere però vinceva. Per esempio al Camp Nou, nella semifinale di ritorno della Champions League, attuammo un catenaccio da anni’60. Ma alla fine siamo andati in finale e abbiamo vinto la coppa. Chissenefrega del catenaccio, dopo pochi mesi se ne sono scordati tutti e se qualcuno ce lo ricorda, gli risponderemo che il fine giustifica i mezzi.
Benitez ha avuto il merito di darci un gioco e di mostrarci un’Inter bella da vedere ma ora vogliamo la concretezza. Vogliamo i gol, vogliamo i tre punti.
Ragazzi, che facciamo? Continuiamo a perderci nel titic-titoc o iniziamo a buttarla dentro? Couty, vogliamo provare a fare gol? Wesley, interrompiamo sto digiuno? Goran, ti ricordi come si segna? Ragazzi, li facciamo questi tre punti?
FORZA INTER !!!

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giovedì 28 ottobre 2010

VENTENNI CERCASI. INCHIESTA SUI GIOVANI CHE (NON) GIOCANO

Tra le tante cause del declino del nostro calcio italiano c’è, secondo molti, la mancanza di fiducia verso i giovani. Si dà poco spazio ai giovani, non vengono lanciati, si preferisce il giocatore con più esperienza anche se magari “bollito”. E’ vero o sono luoghi comuni? E’ giusta questa accusa oppure no? Non spetta a me dare una risposta, anche se, come tutti, ho una mia idea.
Ho provato però a far dare questa risposta ai numeri. Sono andato a cercare nelle rose della scorsa stagione quanti sono stati i giocatori nati dal 1990 in poi ad aver disputato almeno un minuto nello scorso campionato. E sono usciti fuori alcuni dati interessanti.
Sono 48 i giocatori nati dal 1990 in poi ad aver giocato nello scorso campionato. I giocatori nati nel 1990 sono 25, 15 i ragazzi del 1991, 6 nel 1992 e solo 2 nel 1993.
E’, come facilmente prevedibile, Mario Balotelli (classe ’90) ad aver collezionato più presenze con 26 gettoni e 1471 minuti giocati. Dietro troviamo il palermitano Abel Hernandez (’90) con 930 minuti distribuiti su 21 presenze, Alberto Paloschi (’90), attaccante del Parma, con 863 minuti (17 presenze) e Davide Santon (’91) con 804 minuti giocati (12 presenze).

mercoledì 27 ottobre 2010

PELÉ E DIEGO, GODIAMOCI I GOL


Cinquanta più settanta. Centoventi anni di genio, di vittorie, di gesti sportivi sublimi e ineguagliabili, di primati sbalorditivi, di grandi emozioni. Pelé compie settant’anni e Maradona cinquanta. A pochi giorni di distanza. E non è soltanto il segno zodiacale che li accomuna. Due giganti. Due benefattori, azzarderei. Sì, perché insieme a loro anche noi, nel buio della nostra cameretta rischiarata dalla luce azzurrina della tele, nell’anonimato della nostra vita, nella triste abitudine al quotidiano sbandamento personale, saliamo sul podio, sul gradino più alto e siamo Campioni del Mondo.
Due colossi. Così diversi eppure così uguali nella meraviglia. Dimentichiamoci del fatto che uno sia conformista ambidestro e l’altro uno sregolato mancino. Azzeriamo i loro bisticci, le loro controversie filosofiche, il loro senso, quasi un complesso, di superiorità, l’accettazione o il rifiuto del blatteriano sistema pallone. Spero che, almeno in questa occasione, si tralasci di rinnovellare un’altra volta a Diego la sua situazione giudiziaria, finanziaria, fiscale o personale. Facciamo loro un regalo. Facciamo finta di niente. Anzi, facciamolo a noi stessi un bel regalo: riguardiamoci tutti i gol. Mettiamoli in fila i suoi e quelli di Pelé e sperdiamoci nel godimento della loro classe sconfinata, irripetibile se non nei replay.
Io me li ricordo tutti. Ho l’età per aver visto in diretta sia quelli dell’uno che quelli dell’altro. E qui, per una volta e solo per questa volta, bisogna proprio rendere omaggio alla televisione che permette al mondo di rivedere le incantevoli gesta di campioni del passato non più in attività.
E allora, grazie tv che in questi giorni di insopportabile, spietato martellamento sulla pelle di una ragazzina esile e bionda assassinata non si sa ancora bene da chi, in questi giorni di macelleria della decenza umana, girerai, si spera, lo sguardo e eseguirai benissimo il tuo compito di memoria e archivio, l’unico accettabile, mostrando le meraviglie di Diego Armando Maradona e Edson Arantes Do Nascimiento. Non desidererei vedere scenette di pace e strette di mano improbabili tra due artisti che, mai incontratisi sul posto di lavoro, pochino pochino hanno concesso a carrambate e piacionismo. Mi piace l’immagine di storie parallele che non hanno alcun bisogno di intersezioni, di paragoni, di analogie per mantenere valori di grandezza assoluta. (
LaStampa.it)
Se a scrivere questo articolo fosse stato un giornalista probabilmente l’avrei lasciato lì dov’era, al limite vi avrei suggerito la lettura.
Ma l’autore, anzi l’autrice di questo articolo è Mina, che ho scoperto essere oltre un’eccellente cantante anche una raffinata esperta di calcio. Non pensavo inoltre che la Tigre di Cremona avesse una bravura con la scrittura quasi paragonabile alla sua bravura nell’interpretazione delle canzoni.
Infine una considerazione sull’eterna diatriba Maradona-Pelè. Basta domandarsi su chi è stato il più bravo. In epoche diverse, con squadre diverse, in contesti diversi, in modi diversi, hanno fatto sognare e gioire gli appassionati di calcio dell’epoca e le loro gesta rivivono ancora oggi. Metterli a confronto per decidere chi è il migliore è impresa ardua. Il migliore non esiste o se preferite il migliore sono entrambi.



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LA MORTE DEL POLPO PAUL DIVENTA UN CASO


"E' morto il celeberrimo polpo Paul, diventato famoso in tutto il mondo durante la scorsa estate per aver predetto tutti i risultati della nazionale tedesca di calcio compresa la finale contro la Spagna durante i Mondiali di calcio 2010 in Sudafrica. Lo ha reso noto il parco acquatico Sea Life di Oberhausen, che ospitava il polpo. Paul era amatissimo e, dopo il Mondiale, era ormai diventato un oracolo calcistico a tutti gli effetti. Paul aveva predetto le vittorie dei tedeschi contro Australia, Ghana, Inghilterra, Argentina e Uruguay, così come le sue sconfitte contro Serbia e Spagna e la finale del mondiale tra Spagna e Olanda.”
Rimangono avvolte dal mistero le cause del decesso che non sono state ancora rese note dai responsabili dell’acquario. Si fanno largo tre ipotesi:
a) Morto per cause naturali
b) E’ stato ucciso da Krasic che per allenarsi con i tuffi si è gettato nell’acquario procurando un trauma cranico, rivelatosi fatale, all’animale.
c) Si è suicidato soffocandosi con i suoi stessi tentacoli dopo aver saputo che Milito non era tra i candidati al Pallone d’oro.
Mentre gli inquirenti indagano per far luce sul caso, l’attenzione dei mass media è tutta rivolta alla triste scomparsa del cefalopode indovino. I giornalisti dei vari telegiornali nazionali hanno abbandonato Avetrana per recarsi ad Oberhausen, stasera a “Porta a Porta” verrà riprodotto il plastico dell’acquario e invitato il famoso criminologo Francesco Bruno mentre a Matrix verrà resa pubblica in esclusiva l’intervista al pesce rosso Jimmy che è stato l’ultimo a vedere il polpo Paul da vivo.

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martedì 26 ottobre 2010

KRASIC, DUE GIORNATE DI SQUALIFICA PER IL TUFFO CARPIATO

Due giornate di squalifica con la prova tivù per Milos Krasic, giocatore della Juventus. Il centrocampista serbo domenica scorsa al 35' del primo tempo di Bologna-Juventus ha dimostrato di essere in tutto e per tutto il degno erede di Pavel Nedved. Infatti in piena area di rigore avversaria il giocatore bianconero si è esibito in un triplo tuffo carpiato con avvitamento bilaterale procurandosi un rigore per la propria squadra. Rigore che Iaquinta si è fatto parare da Viviano (esiste una giustizia divina, per fortuna). E’ toccato allora al giudice sportivo punire la simulazione che né l’arbitro né il guardalinee (forse anche lui come il suo collega di Inter-Sampdoria stava pensando al ristorante da prenotare dopo la gara) hanno visto.
La motivazione lascia ben pochi dubbi "le immagini televisive documentano, nell’esclusione di ogni ragionevole dubbio, che i due calciatori non vennero in alcun modo a contatto e che l’arbitro fu indotto in errore da un abile ”tuffo” in avanti effettuato dal calciatore bianconero (l’innaturale ”trascinamento” del piede sinistro ne evidenzia ulteriormente l’intento ingannevole)".
La squalifica era inevitabile visto anche alcuni precedenti. Nell'ottobre 2005 un altro serbo, Ivica Iliev, attaccante del Messina, con la prova tv fu squalificato per 3 giornate per una simulazione su un calcio di rigore contro l'Ascoli, una punizione resa più grave dall'esultanza del giocatore dopo la concessione del penalty. Dopo un Inter-Roma nell'aprile 2007, l'allora interista Adriano fu squalificato per 2 giornate per aver provocato con simulazione un rigore a suo favore. Sempre nel 2007 stessa sanzione per Zalayeta, allora al Napoli, per aver simulato procurandosi un rigore contro la Juventus.
Ormai i giocatori cadono con troppa facilità in area. Passi quando vengono sfiorati (anche se non mi spiego come mai basti un alito di vento a buttar giù dei marcantoni) ma cadere giù senza nemmeno essere sfiorati mi sembra esagerato e chissà che l’essere puniti non incoraggi i giocatori a stare in piedi.
Per quanto riguarda Krasic, aveva dimostrato nelle giornate scorse di avere la classe e la bravura di Nedved, ora ha mostrato di averne assimilato anche i giochetti furbi. Anche se deve migliorare, la prossima volta deve essere più credibile e riuscire ad ingannare anche la prova tivù. Il ragazzo è in gamba imparerà presto e Nedved ha promesso di dargli ripetizioni.

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PALLONE D'ORO, NON C’E’ MILITO NELLA “PAGLIACCIATA” DEI CANDIDATI

Negli ultimi anni sto seguendo con grande distacco il Pallone d’Oro. E’ un trofeo che dà molto prestigio, ma le candidature e le votazioni lasciano molte perplessità. Danno l’impressione di qualcosa di approssimativo, giusto un contorno per farvi vincere chi è già stato deciso da tempo (se ricordate io nel 2008 annunciai il vincitore del 2009 con un anno di anticipo).
Non fa eccezione l’edizione di quest’anno. Stamane sono stati annunciati i 23 candidati alla vittoria finale.
Xabi Alonso (Spagna), Daniel Alves (Brasile), Iker Casillas (Spagna), Cristiano Ronaldo (Portogallo), Didier Drogba (Costa d'Avorio), Samuel Eto'o (Camerun), Cesc Fabregas (Spagna), Diego Forlan (Uruguay), Asamoah Gyan (Ghana), Andres Iniesta (Spagna), Julio Cesar (Brasile), Miroslav Klose (Germania), Philipp Lahm (Germania), Maicon (Brasile), Lionel Messi (Argentina), Thomas Muller (Germania), Mesut Ozil (Germania), Carles Puyol (Spagna), Arjen Robben (Olanda), Bastian Schweinsteiger (Germania), Wesley Sneijder (Olanda), David Villa (Spagna) e Xavi (Spagna).
Notate qualcosa di strano? Inutile che rileggete, non c’è nessun errore: in questa lista manca Diego Milito. L’autore di una doppietta nella finale di Champions League, colui che ha trascinato l’Inter alla conquista del triplete non rientra tra i candidati. Gli organizzatori gli hanno preferito gente come Asamoah, Xabi Alonso, Klose, Daniel Alves. Tutti grandi campioni ma che in quest’anno solare hanno fatto molto meno di Milito.
Sinceramente vorrei capire il metro di giudizio perché fatico a comprenderlo. Qualcuno ha ipotizzato che abbiano considerato il mese del Mondiale. Può essere. Ma non mi pare che Xabi Alonso o Daniel Alves abbiano disputato un Mondiale memorabile.
Certe volte mi viene da pensare che dietro il premio individuale più prestigioso ci sia gente che capisce ben poco di calcio. Nella lista dei 23 candidati non ci sono più di 6-7 giocatori che in tutto il 2010 (ovvero da gennaio a ottobre non dall’11 giugno all’11 luglio) abbiano fatto meglio di Milito.
Vabbè, inutile discuterne. Tanto è tutto già scritto. Vincerà Iniesta, a cui è bastato segnare nella finale mondiale per aggiudicarsi il premio e completeranno il podio Xavi e uno tra Messi, Villa e Muller. Gli interisti speravano nella vittoria di Sneijder. Rimarranno delusi. Se Milito non è stato nemmeno inserito nei candidati, figuriamoci se vince l’olandese…

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lunedì 25 ottobre 2010

INCREDIBILE IN OLANDA. IL PSV NE FA 10 AL FEYENOORD !!!

Non è record, ma dieci gol in una sola partita non capita spesso di vederli. Evento rarissimo nelle gare del massimo campionato, che diventa ancora più incredibile se consideriamo che la squadra che ha subìto ben 10 gol non è una neopromossa alle prime armi né una squadra scesa in campo con la Primavera. Accade in Olanda, dove la capolista Psv Eindhoven umilia i rivali del Feyenoord con un rotondo 10-0. Due i gol nel primo tempo, ben otto nella ripresa, con i rivali di Rotterdam rimasti in dieci al 34' per l'espulsione del centrocampista Leerdam. Nella partita giocata al Philips Stadium, il Psv si è imposto grazie alla tripletta del brasiliano Reis, alle doppiette di Lens e Dzsudzsak, ai gol di Toivonen, Afellay ed Engelaar. Increduli sia i tifosi del PSV Eindhoven che del Feyenoord Rotterdam. Entrambi al novantesimo minuto guardano al tabellone del Philips Stadion e non credono ai propri occhi. Un risultato che trova davvero pochissime spiegazioni razionali. Il Feyenoord è ora quart’ultimo soltanto per differenza reti. Che incredibilmente è migliore di quella del Vitesse terz’ultimo con 8 punti, le stesse lunghezze raccolte dalla squadra di Mario Been. Per il Feyenoord, una delle tre squadre più blasonate d’Olanda (insieme ad Ajax e PSV è l’unica ad aver vinto una Coppa dei Campioni), si tratta della sconfitta peggiore di sempre. Prima di questa sciagurata partita, il risultato più doloroso era stato un 8-2 subito dall’Ajax il 18 settembre 1983. Il PSV è primo con due punti di vantaggio sul Twente e tre sull’Ajax, rivali delle milanesi in Champions League. Per loro questo è soltanto un record eguagliato. I biancorossi avevano vinto 10-0 anche con il Go Ahead Eagles nel 1973 e con il Volendam nel 1998. Lo shockante risultato peserà molto sulla testa di Mario Been. L'allenatore del Feyenoord si è detto arrabbiatissimo, incredulo per la penosa prestazione della sua squadra, la cui difesa è stata da lui stesso considerata inguardabile. Been ha detto di non essere intenzionato a rassegnare le dimissioni ma di voler accettare con serenità qualunque decisione della dirigenza.
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A CHE SERVE IL BEL GIOCO SE NON LA BUTTIAMO DENTRO?

L’Inter vista ieri sera somiglia ad una bella donna priva di fascino (oddio, spero di aver azzeccato il paragone). La squadra nerazzurra contro la Sampdoria ha fatto una bella partita, ha giocato un bel calcio ma non è riuscita a portare a casa i tre punti.
Cosa c’è che non va? Innanzitutto la vena realizzativa della squadra. Segna praticamente solo Eto’o. In 8 giornate il camerunese è l’unico che la sta buttando dentro e ha realizzato 7 dei 10 gol nerazzurri. Gli altri 3 gol li hanno segnati Milito (2) e Lucio. All’appello mancano i gol di Sneijder (in campionato non segna dal 9 gennaio), di Pandev (a secco dal 7 febbraio) ma anche di Cambiasso, di Stankovic, dei giovani Coutinho e Biabiany e anche qualche gol dei difensori. Insomma se non segna Eto’o non segna nessuno.
A ciò bisogna aggiungere il momento poco brillante di alcuni elementi come Maicon e Sneijder che dovrebbero dare imprevedibilità e fantasia alla manovra nerazzurra. L’unico che ieri sera ha provato ad illuminare il gioco è stato Coutinho ma il fantasista brasiliano dovrebbe metterci un po’ di fisico e un po’ di precisione negli ultimi metri.
Inutile ribadire ancora una volta l’esiguità di una rosa che non ha valide alternative ai titolari. Ieri sera in panchina c’erano Obi, Nwanko, Muntari, Materazzi, Pandev e Santon. E’ vero che la sfortuna ci ha messo del suo visto che abbiamo fuori tre elementi importanti come Stankovic, Milito e Thiago Motta ma è anche vero che non possiamo certo farci mettere in crisi da un paio di infortuni. Inutile ripetere che, per esempio, in attacco siamo ridotti all’osso. Dov’è il Balotelli della situazione? Mi direte c’è Coutinho. Ma almeno finora non mi pare che si possa fare un paragone tra i due. Sono entrambi forti ma hanno caratteristiche diverse. Mario è più attaccante e forte fisicamente, Coutinho è un trequartista che ci mette molta fantasia ma poco fisico.
Vabbè, aspettiamo di avere tutti a disposizione per poter dare un giudizio definitivo sull’adeguatezza della rosa. Anche se in sede di mercato bisognerebbe mettere in preventivo anche eventuali infortuni, squalifiche e raffreddori vari e prendere qualche giocatore in più.

Nel frattempo ci teniamo quello che di buono abbiamo fatto. Eto’o ha deciso di non smettere più di segnare, la difesa si conferma insuperabile, Coutinho non sarà Balotelli ma ieri sera è stato eccezionale. Parlando del fantasista brasiliano (e anche di Biabiany) qualche settimana fa scrissi che se doveva puntare su di lui, bisognava farlo giocare, mettergli minuti nelle gambe, fargli prendere confidenza con il campo e il calcio italiano. Causa infortuni, il ragazzino ha giocato moltissimo nelle ultime settimane partendo titolare nelle ultime 5-6 partite e i progressi si stanno vedendo. Mi pare di poter dire che sta migliorando, che sta diventando più sicuro dei propri mezzi. Certo gli mancano sempre quei 3-4 chili di muscoli per poter competere con i difensori avversari ma sono certo che Benitez lavorerà anche su questo aspetto.
I due punti persi ieri sera lasciano l’amaro in bocca (vi confesso che al fischio finale ero abbastanza incazzato) ma comunque mi consola il fatto di aver visto una buona partita da parte dei ragazzi.
Questa Inter può e deve crescere ancora. Ma ci siamo, siamo lì davanti e l’importante è non perdere molto terreno rispetto alla vetta. Prima o poi l’infermeria si svuoterà, prima o poi Milito e gli altri troveranno la via del gol, prima o poi partite come quella di ieri sera riusciremo a vincerle. E a quel punto torneremo ad essere lo schiacciasassi che i tifosi nerazzurri vorrebbero vedere. Ne sono sicuro.


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domenica 24 ottobre 2010

IL SOLITO ETO'O SALVA L'INTER. MA COSI' NON VA...

Serie A 2010-2011 - 8^ Giornata
INTER - SAMPDORIA 1 - 1
62’ Guberti - 85’
ETO’O

INTER: Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu (dal 32’ s.t. Santon); Zanetti, Cambiasso; Biabiany (dal 18’ s.t. Pandev), Sneijder, Coutinho (dal 43’ s.t. Obi); Eto’o.
A Disposizione: Castellazzi, Materazzi, Muntari, Nwanko.
All. Benitez.
SAMPDORIA: Curci (dal 33’ s.t Da Costa); Zauri, Volta, Gastaldello, Ziegler; Koman, Palombo, Tissone (dal 22’ s.t. Poli), Guberti (dal 27’ s.t. Marilungo); Pazzini, Cassano.
A Disposizione: Accardi, Dessena, Mannini, Pozzi.
All. Di Carlo.
ARBITRO: Orsato (Schio).

Benitez conferma la formazione di mercoledì con l’unica novità anticipata di Cambiasso per Stankovic.
L’Inter parte forte, fa circolare palla, è padrona del campo ma negli ultimi metri non riesce ad essere incisiva come dovrebbe.
Il primo tempo è senso unico, un assedio al fortino della Sampdoria che si difende e cerca di rendersi pericolosa in contropiede.
Ripresa sulla stessa falsariga. Inter padrona ma è la Sampdoria a trovare il vantaggio. Cross di Cassano, Tiro di Guberti che Julio Cesar smanaccia ma non riesce a respingere. Sampdoria in gol ma è una rete che andrebbe annullata. Infatti l’azione è viziata di un fallo di Cassano che per recuperare palla, spinge Chivu in modo evidente a pochi passi dal guardalinee che evidentemente pensava al ristorante da prenotare per dopo la gara.
L’Inter però non ci sta e riparte all’arrembaggio alla ricerca di un pareggio che infatti arriva a 10 minuti dal termine.
Coutinho imbecca Eto’o che da pochi passi trafigge il portiere blucerchiato. Finisce qui. L’Inter butta al vento due punti. Abbiamo visto un’Inter spettacolare con possesso palla, predominio territoriale, dribbling, gioco palla a terra. Ma nei metri finali siamo troppo legati alle prodezze di Eto’o e per certi versi diventiamo anche prevedibili.
Bisogna migliorare sotto questo aspetto perché si sente l’assenza dei gol di Milito e della fantasia di Sneijder.
Nel frattempo ci godiamo Eto’o (non uso aggettivi perché non ce ne sono più). Benissimo anche Coutinho e Lucio mentre ho visto sottotono Biabiany e Chivu è stato disastroso in occasione del gol. Ci sarebbe da discutere sull’episodio del gol. L’errore dell’arbitro e del guardalinee è a dir poco plateale e se ci fosse stato Mourinho avremmo sicuramente assistito a qualche altro show. Benitez invece si è limitato a protestare in modo calmo. Forse perché è consapevole del fatto che, fermo restando l’errore arbitrale molto grave, l’Inter ha la sua dose di colpe se non è riuscita a fare bottino pieno stasera.
E intanto in classifica la Lazio vola a +4 aspettando Napoli-Milan di domani sera. Se i rossoneri vincono andranno a +2. Il nostro campionato inizia a farsi in salita…

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INTER NIENTE CALI, VOGLIAMO I TRE PUNTI

Dopo la trionfante (con brivido) serata di Champions League, l’Inter riparte in campionato affrontando stasera nel posticipo la Sampdoria.
Benitez deve ancora una volta fare i conti con la situazione infortunati. Stankovic, come già detto nei giorni scorsi, ne avrà per due settimane mentre il tecnico spagnolo preferisce non rischiare Thiago Motta. Per fortuna nel settore nevralgico di centrocampo rientra Cambiasso, guarito quasi a tempo di record. Il centrocampista argentino quasi sicuramente partirà dall’inizio e sarà l’unica novità rispetto alla formazione di mercoledì. E’ tornato disponibile anche Pandev che teoricamente potrebbe giocarsi il posto con Biabiany o Coutinho ma credo che Benitez voglia riconfermare i due ragazzini che finora si stanno comportando egregiamente.
Dall’altra parte troveremo una Sampdoria delusa dalla sconfitta in terra ucraina che cercherà il riscatto affidandosi al duo d’attacco Pazzini-Cassano, una delle coppie più forti e pericolose del nostro campionato.
Portare a casa i tre punti non sarà facile. Nonostante il periodo di difficoltà, i blucerchiati rimangono una squadra ostica e non facile da battere. Inoltre non dimentichiamoci che la Sampdoria lo scorso anno ci mise abbastanza in difficoltà, battendoci a Genova e uscendo da San Siro imbattuta. La gara di San Siro fu quella famosa della protesta di Mourinho che fece il gesto delle manette per polemizzare contro l’arbitro Tagliavento che aveva espulso Cordoba e Lucio. Benitez preferisce abbassare i toni e ieri in conferenza stampa ha dichiarato “Se porterò mai le manette in panchina? Porto gli occhiali in panchina, perché non vedo tanto. Se mi vedrete mai fare una scena del genere? No. Penso che non sia facile per un arbitro controllare tutto in una gara, se si può bisogna aiutarlo”.
La Sampdoria rimane un avversario da prendere con le pinze e non sottovalutare ma ciò che mi preoccupa sono le amnesie della nostra squadra e del reparto difensivo. I minuti finali contro il Tottenham sono il chiaro segnale che ogni tanto ci addormentiamo e caliamo di concentrazione. Ci era successo qualcosa di simile anche lo scorso anno col Palermo e col Chievo. Segniamo 3-4 gol e poi ci dimentichiamo della partita, ci addormentiamo e prendiamo gol da pivelli rischiando pericolose rimonte.
Finora ci è andata sempre bene ma prima o poi questa tendenza suicida potrebbe costarci caro.
Vabbè, non voglio fare il pessimista. Non l’ho fatto mercoledì a sangue caldo figuriamoci dopo quattro giorni. Spero che i ragazzi facciano una bella partita, che Eto’o la butti dentro come al solito e che magari finalmente si sblocchi Coutinho, se lo meriterebbe.
FORZA INTER !!!

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sabato 23 ottobre 2010

JULIO CESAR, LACRIME DI GIOIA AL CHIAMBRETTI NIGHT

Un paio di sere fa il nostro grande portiere Julione Cesar è stato ospite al "Chiambretti Night". Non ho avuto modo di vedere la puntata ma su Youtube ho trovato questo spezzone che è molto emozionante. Sinceramente mi sono venuti i lucciconi anche a me e nel vedere Julione piangere mi sono emozionato ancora di più.
Certe sensazioni, certe emozioni, certe gioie, noi non le supereremo mai e ci faranno piangere anche fra 20 anni.

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FERRARA NUOVO CT DELL'UNDER 21. UN'ALTRA SCELTA INFELICE...

Sarà Ciro Ferrara il nuovo commissario tecnico dell’Under 21. L'ex allenatore della Juventus è stato scelto per guidare il rilancio degli azzurrini, che hanno mancato la qualificazione all'Europeo 2011 (e all'Olimpiade di Londra 2012) e succederà a Pierluigi Casiraghi che nei giorni scorsi aveva rescisso consensualmente il contratto dopo la mancata qualificazione agli Europei e alle Olimpiadi.
Ferrara ha firmato un contratto fino al 2013, la data del prossimo Europeo Under 21, e avrà come vice Angelo Peruzzi, ex compagno in bianconero e terzo portiere in Germania.
La nomina dell’ex tecnico bianconero ha colto di sorpresa perché il suo nome non era tra i papabili. Personalmente ero convinto che, visto che queste decisioni vengono prese da Albertini e Sacchi, la panchina degli azzurrini sarebbe stata assegnata ad Alessandro Costacurta (un po’ come avvenne quattro anni fa quando Albertini chiamò l’amico Donadoni alla guida della Nazionale maggiore).
Non voglio sbilanciarmi in giudizi che magari potrebbero essere sbagliati o clamorosamente smentiti dai fatti, ma questa nomina mi convince poco. Non è la prima volta che l’assegnazione di una panchina azzurra da parte del presidente Abete mi lascia perplesso. Nel 2006 venne nominato sulla panchina azzurra un inesperto Donadoni, nel 2008 venne richiamato un bollito Lippi, senza dimenticare che il predecessore di Ferrara, Casiraghi non aveva mai allenato prima di approdare sulla panchina dell’Under21.
E’ vero che non c’era molta scelta in giro ma c’erano almeno un paio di allenatori che mi ispiravano più fiducia. Quel Daniele Zoratto che pare stia facendo molto bene con l’Under19 e Davide Ballardini che aveva sicuramente più esperienza di Ferrara e che ha già dimostrato di essere un bravo allenatore. E credo che anche Gianfranco Zola potesse essere all’altezza del ruolo.
Invece si è scelto Ciro Ferrara. Uno che può diventare un bravo allenatore, ma a cui è mancata la gavetta. Partire allenando la Juventus prima e l’Under21 ora, significa che o sei un predestinato (e la mezza stagione bianconera escluderebbe questa ipotesi) o ti bruci facilmente. Ed è chiaro che se dai un bolide ad un neopatentato è molto probabile che andrà fuori strada con estrema facilità.
Ma del resto la federazione italiana è ormai andata in confusione. Scelte sbagliate o scellerate sono all’ordine del giorno, si favoriscono le “amicizie” infischiandosene della meritocrazia e invece di cercare di porre rimedio al declino del calcio italiano si fa finta che il problema non esista. Il calcio italiano è ormai in un tunnel, dove la luce non è davanti ma dietro.
In ogni caso do il mio personale in bocca al lupo al nuovo commissario tecnico della nazionale Under 21 e gli auguro di poter riportare gli azzurrini ai fasti di qualche anno fa. Auguri Ciro, ne avrai bisogno.

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venerdì 22 ottobre 2010

COPPE EUROPEE, IL CALCIO ITALIANO E' ALLO SFASCIO TOTALE

La situazione è più grave di quanto si voglia far credere. E se non si trova cura o rimedio può solo peggiorare. Il Presidente Abete (di cui qualche giorno fa abbiamo descritto le ultime prodezze) continua a dichiararsi tranquillo ma credo che sia ora che inizia a preoccuparsi. Il calcio italiano è a pezzi. Nel Ranking Fifa siamo 16esimi, surclassati da nazionali meno prestigiose. E ogni turno infrasettimanale delle Coppe Europee diventa una colossale disfatta.
Dopo i 7 punti su 21 conquistati nella prima tre giorni europea, questa settimana siamo riusciti a fare peggio portando a casa la miseria di 5 punti su 21, frutto di una vittoria, due pareggi e ben 4 sconfitte.
In Champions League solo l’Inter riesce a tenere alta la bandiera italica battendo il Tottenham nonostante un piccolo brivido finale. La vittoria nerazzurra per 4-3 è stata l’unica gioia che ci ha regalato il calcio italiano.
Il Milan esce umiliato dal Bernabeu. Mourinho impartisce una lezione di calcio ad Allegri, tanto che Galliani, come lui stesso ha ammesso, ha temuto a un certo punto di uscire sconfitto per 5-0.
Ma, come già detto martedì, se il Milan è stato travolto da una grande squadra, la Roma si arrende all’Olimpico ai modesti svizzeri del Basilea. Ranieri continua a dirsi tranquill
o ma nel frattempo la sua panchina è sempre più bollente.
Non va certo meglio in Europa League. Il Napoli non la spunta sui resti di un Liverpool alla frutta (ultimo in Premier e privo di tutti i suoi campioni), nonostante l’incitamento dei 60mila del San Paolo.
Bruttissima sconfitta per la Sampdoria che torna con la coda tra le gambe dalla trasferta in Ucraina contro il modesto Metalist: dopo essere passata in vantaggio, la squadra di Di Carlo si è fatta rimontare nonostante l’avversario fosse in inferiorità numerica.
Il Palermo viene travolto al Barbera dal CSKA Mosca, che si dimostra club di ben altra caratura. Il 3-0 subito dai russi è un passivo pesante che ridimensiona anche la forza del Palermo.
La Juventus riesce nella difficile impresa di tornare con un punticino dall’Austria, facendo apparire forte persino il Salisburgo. I bianconeri devono ringraziare il solito Krasic che appena subentrato ha raddrizzato una partita che aveva preso una brutta piega.
In Europa questo passa il convento. Le nostre squadre fanno la voce grossa in territorio nazionale poi appena superano i confini, si fanno mettere in difficoltà da squadre che sulla carta sono nettamente inferiori ma che poi sul campo si rivelano ai nostri livelli (anzi, dovremmo dire che le nostre squadre si rivelano al livello loro).
E intanto la Bundesliga continua a ad allungare nel Ranking Uefa e la riconquista del terzo posto diventa sempre più un miraggio. Anzi, continuando di questo passo bisognerà cominciare a guardarsi le spalle dalla Ligue 1 francese. I transalpini potrebbero soffiarci la quarta piazza. Sarebbe davvero uno smacco. Pesante ma strameritato.

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